Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

domenica 2 novembre 2014

La Germania all’improvviso

Devo dire che l’idea di andare in un altro paese ha cominciato a prendere piede già nel 2011,ma devo precisare che la Germania non faceva assolutamente parte della rosa delle nostre mete. 
Avevamo pensato all’Inghilterra, come tutti, alla Francia, dove abbiamo amici e persino al Canada, che abbiamo scartato per la lontananza, e alla Svezia. Mio marito ha anche fatto qualche colloquio in Inghilterra. 
Un giorno del 2012, guardando sul sito dell’Eures, mio marito lesse un annuncio interessante riguardo alla ricerca di infermieri in Germania presso una casa di riposo e rispose, in un momento di esasperazione professionale, in cui qualunque paese sembrava meglio dell’Italia. 
Arrivò a  fare il colloquio, ma poiché era troppo specializzato rispetto alle competenze richieste, venne scartato. 
Qui mi occorre aprire una parentesi perché, credo, sia naturale pensare che tanto più uno è qualificato per un lavoro tante più chances abbia.
In Italia dove per lavorare nei call-center ci vuole quanto meno un diploma  è così, ma in Germania, dal momento che ti pagano in base alle tue competenze, oltre che in base alla mansione svolta, il discorso è un po’ diverso e più avanti avrò occasione di trattare questo argomento nello specifico. 
Accantonammo dunque di nuovo l’idea Germania, ma all’inizio del 2013 Lo Z.A.V. di Bonn (l’ente tedesco per il lavoro internazionale) contattò mio marito con una nuova proposta, questa volta nella terapia intensiva di una clinica di riabilitazione. 
L’annuncio prometteva uno stipendio da subito, anche durante i tre  mesi di corso di tedesco ( pagato anche quello), biglietto aereo, vitto e alloggio durante il corso, contratto a tempo indeterminato previo periodo di prova di sei mesi dalla data di assunzione. 
Ci sembrò una proposta mirabolante e tra il serio e il faceto rispondemmo, senza posarci sopra troppe speranze. Dopo un mese, non avendo ricevuto alcuna risposta ce ne dimenticammo. Il destino però era in agguato e il 17 maggio (esattamente 17 giorni dopo che mio marito aveva ottenuto un contratto a tempo indeterminato in una casa di riposo) trovammo nella nostra cassetta della posta un plico in tedesco…..


La nostra conoscenza del tedesco era 0 quindi ricorremmo a Google Traslate, che peraltro non ci fu di molta utilità; capimmo solo che era un contratto di lavoro.
Fortuna volle che il marito della mia più cara amica , interprete al parlamento europeo, conosca un interprete italiano che traduce dal e in tedesco e a lui abbia chiesto di tradurre il documento in questione. 
A tutti loro dobbiamo ancora la nostra più viva riconoscenza,  poiché senza il loro prezioso aiuto non saremmo mai partiti. 
Era un contratto di lavoro in piena regola. La clinica in questione lo aveva spedito basandosi soltanto sulle referenze fornite dallo Z.A.V senza nemmeno un colloquio. Chiedevano di rimandarlo indietro firmato entro il 1 Giugno. 
Il corso sarebbe cominciato il 1 Luglio a Colonia, dopo il corso il luogo di lavoro sarebbe stato Bonn, a 30km più a sud. 
Gli amici di cui sopra ci telefonarono prima ancora di inviarci la traduzione e ci intimarono di partire perché il contratto era eccezionale: bonus, assicurazione, avanzamenti di carriera ecc. 

La nostra prima reazione, al contrario di ciò che si può immaginare non fu gioia ma  PAURA. Sapevamo che se volevamo davvero emigrare quella era l’occasione migliore che potesse capitarci, ma ora che tutto era diventato concreto, tangibile, era davvero quello che desideravamo? 
Avremmo avuto il coraggio di trasformare radicalmente la nostra vita o sarebbe stato meglio fare un passo indietro e dire a noi stessi che avevamo scherzato?
In Italia avevamo casa, Giuseppe aveva un lavoro “sicuro”, i nostri bambini erano integrati e felici, amici e famiglia erano in Italia. 
Inoltre noi avevamo ormai quasi 40 anni (39 io e 38 mio marito) e in Germania non ci eravamo mai andati, neppure in vacanza. 
Passammo 3 giorni senza dormire, cercando di capire che scelta fare. Quello che ci fece decidere e ci diede il coraggio di compiere la nostra scelta furono i nostri bambini: volevamo dare loro la possibilità di diventare bilingui e di vivere in un paese dove è possibile progettare un futuro lavorativo. 
Mio marito partì  il 1 Luglio.  
Nei 6 mesi successivi io ho organizzato la  vendita  della nostra casa in Italia, ho fatto documenti e imballato mobili. 
Intanto Giuseppe, a 900 km di distanza, metteva le basi per la nostra nuova vita :scuola per i bambini, casa per noi e….documenti, documenti, tanti documenti.
..il 5 Gennaio 2014 cominciava la nostra vita a Bonn.

2 commenti:

  1. Ciao,
    siamo una famiglia italiana che progetta di scappare all'estero il prima possibile,la nostra meta sara' probabilmente la Danimarca,cerchiamo un paese dove ci siano servizi,scuole,sanita',onesta' e una buona qualita' della vita.
    Viviamo a Palermo e sia io che mio marito lavoriamo e abbiamo casa ma non siamo per niente soddisfatti e siamo molto preoccupati per il futuro dei nostri bimbi di 5 e 1 anno.
    Anche noi non siamo "giovanissimi"abbiamo 36 anni ,ma crediamo che se non facciamo questo passo adesso non potremo farlo piu'.
    Vorrei chiederti,data la tua recente esperienza,come hai gestito il trasferimento con i bambini...la nostra preoccupazione non e' ne' partire dal basso lavorativamente ne' i sacrifici che di sicuro attendono noi adulti,ma l'impatto che questo avra' sui bambini.
    Il piccolo credo si adattera' bene perche ' comincera' li il nido ma il grande? ha 5 anni,al momento del trasferimento 6,e'un bambino socievole e chiaccherone ma ho paura che trovandosi in una classe dove non puo' interagire si possa chiudere a riccio.
    I tuoi bimbi come stanno affrontando la scuola,la lingua la lontananza dai propri cari?
    Ti saro' grata se vorrai darmi qualche consiglio!
    Grazie!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Genni, credo di averti risposto su google+, ma non trovo più la mia conversazione con te. Se, per caso,me la fossi solo sognata, ti prego di avvisarmi, e ti manderò un'altra mail. Ti chiedo scusa, ma sto imparando a gestire un blog, insieme a voi

      Elimina