Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

giovedì 26 febbraio 2015

Una cabina...di Civiltà




Non siamo a Londra e quella che vedete non è una cabina telefonica o, meglio, non lo è più. 

Questa meravigliosa cabina, che si trova a poche centinaia di metri dall'università di Bonn, non contiene un telefono, ma serve ugualmente per comunicare, comunicare cultura, storie, idee e emozioni. 
Potremmo chiamarla una “cabina di libri”. 



Dal 1987 è un crocevia di libri di ogni natura e di ogni genere (dai romanzi ai libri di cucina, dai saggi ai fumetti) scritti nelle lingue più svariate (ho trovato persino un saggio su Pasolini allegato ad una vecchia copia de “La Stampa”). 





Chiunque voglia portarvi un libro che ha amato (o che ha odiato) e prenderne altri è libero di farlo. 

Si trovano libri con vari commenti in prima pagina dedicati ai prossimi sconosciuti lettori, così ogni testo diventa unico e irripetibile, impregnato dei pensieri di coloro che lo hanno avuto per un po' al loro fianco. 
La cabina è sempre aperta e molto visitata, tuttavia è pulita e ben tenuta (tranne qualche graffito che viene regolarmente rimosso) e i libri sono tutti in ottimo stato. 

Abbiamo saputo da amici che questa non è un ' iniziativa isolata, ma che cabine, cassette e armadi di libri sorgono un po' in tutta la città.

Il confronto con l'Italia, per quanto doloroso, sorge spontaneo, ma non è mia abitudine emettere giudizi, quindi preferisco raccontare una nostra esperienza.

Quando eravamo in Italia abbiamo stretto amicizia con la proprietaria della nostra pizzeria di fiducia. 
Lei aveva avuto l'idea, molto carina a nostro avviso, di allestire un angolo con libri e fumetti, affinchè gli avventori potessero leggere mentre aspettavano la pizza o durante una cena solitaria. 
Gli stessi clienti avevano la possibilità di portare, prendere e scambiare i libri. Purtroppo il progetto fallì miseramente nell'arco di tre mesi, poiché, malgrado la piccola biblioteca fosse all'interno del locale molti dei libri erano stati presi, ma nessuno ne aveva portati di nuovi e i pochi rimasti erano ormai inutilizzabili.

Poichè noi apparteniamo a quella razza di emigrati (o expat come amano chiamarci) che sono felici delle lacune della propria patria, speriamo che questa sia solo un'eccezione e che presto sorgano cabine e armadi di libri anche in Italia perchè siamo convinti che la civiltà cominci dalle piccole cose.

Buona lettura a tutti





martedì 17 febbraio 2015

“Kamelle.....Kamelle” (“Caramelle....Caramelle”)

. Gridano grandi e piccini durante le sfilate di carnevale qui a Bonn.    

A quanti ancora credono che i tedeschi non sappiano divertirsi, posso consigliare di venire da queste parti durante le settimane del Carnevale: i tedeschi, durante questa festa, impazziscono, letteralmente.  
Tanto per cominciare, qui il Carnevale dura 2 settimane e si comincia a festeggiare una settimana prima rispetto all'Italia, con le sfilate organizzate dalle scuole elementari, a cui si uniscono bande di quartiere, Majorette e chiunque abbia voglia di lanciare dolcetti e non solo. Per noi è stato sabato scorso, con Tommaso vestito da uomo forzuto, insieme a tutti i suoi compagni di scuola.






Questa domenica, invece, sfilata a Bad Godesberg, il nostro quartiere. 


                                   le nostre piccole guardie imperiali

Per due ore circa, si sono lanciate a bambini e adulti muniti di grandi buste della spesa, non solo caramelle, cioccolato vario, pop corn e patatine, ma anche, fazzolettini di carta, spugnette, piccoli giocattoli, borse per la spesa, secchi, pasta, tovagliolini, magliette, fiori e piccole bottigliette di liquore (solo agli adulti). 
Tutti si mascherano nei modo più improbabili (abbiamo visto banane, pompe di benzina, polipi, ogni genere di animali e oggetti) e si sbracciano per ricevere dolci.




Persino le vecchiette in carrozzina o con il deambulatore non rinunciano a un cappellino a forma di vaso di fiori. 
Non vi divertirete solo se: odiate il caos, non vi piace mascherarvi e siete astemi, insomma se siete un Giuseppe (che si è, comunque, sacrificato per i piccoli). 
Ecco quello che abbiamo raccolto noi domenica (circa 10 kg di dolcetti).



Il Lunedì, prima della chiusura, (Il Rosenmontag), ossia ieri, le sfilate più grandi, a Bonn, ma soprattutto a Colonia, dove, per l'occasione la popolazione della città raddoppia e la regione mette a disposizione treni a prezzi politici per evitare incidenti. 


Per ultimo, una curiosità: agli inizi del 900 le lavandaie, stanche di non poter festeggiare il carnevale, in corrispondenza del nostro Giovedì Grasso scesero in piazza e per protesta, tagliarono le cravatte a tutti gli uomini che incontravano. 
Da allora il giovedì grasso è qui chiamato il giovedì delle donne e in quel giorno conviene ancora che gli uomini non indossino cravatte. 


                      


Buon Carnevale a tutti 


martedì 3 febbraio 2015

Luoghi comuni

Una mia amica italiana , a cui devo grande gratitudine per l'insostituibile aiuto che mi offre quotidianamente nell'apprendimento del tedesco (grazie Renata), ha portato alla mia attenzione un bell'articolo del noto giornalista Beppe Severgnini, che accompagna un video (anch'esso davvero bello) che promuove l'Italia, cercando di sfatare alcuni luoghi comuni riguardo al nostro popolo.

Questo mi ha fatto riflettere

Per prima cosa vorrei tentare di spezzare una lancia nei confronti dei tanto bistrattati luoghi comuni: se sono diventati tanto comuni, vuol dire che un fondamento di verità ce lo hanno.

Vogliamo forse negare che la nostra cucina è una delle più apprezzate al mondo, che abbiamo esportato la mafia con così tanto successo da essere copiati dai cinesi, che siamo tanto creativi, quanto, talvolta, inconcludenti, che siamo bravissimi nelle emergenze,ma poco inclini alla pianificazione e al lavoro di squadra, e che abbiamo buon gusto da vendere (e infatti lo vendiamo)???

Detto questo esistono italiani che non sanno cucinare (strano ma vero), non tutti gli italiani sono mafiosi e corrotti e io non ho grande fantasia né buon gusto.

Insomma, come ogni generalizzazione, i luoghi comuni offrono facilmente il fianco ad ogni tipo di attacco, soprattutto in una società dove tutti vogliono essere disperatamente diversi, per poi riconoscersi in qualsivoglia tipo di comunità, anch'essa rigorosamente “diversa”.

La questione, forse, è mal posta e questo bel video mi sembra colga nel segno: non tanto sfatare i luoghi comuni, ma mostrare che gli italiani, come ogni altro popolo, sono molto più di questo.
Siamo molto più complessi e sfaccettati di qualunque riduzione, ma quella che possiamo chiamare “mentalità” di un popolo è, al di là di ogni ragionevole dubbio e delle molte eccezioni, reale: un'insieme di credenze e meccanismi mentali diffusi, la coscienza collettiva, teorizzata da molti filosofi. 

Ognuno di noi è insieme il prodotto del proprio ambiente e il risultato della metabolizzazione personale di quello stesso ambiente.

Proprio questo rende, talvolta, difficile l'integrazione, (al di là della lingua). Noi abbiamo incontrato queste difficoltà già nell'europeissima Germania, figuriamoci altrove.
Oltre le parole, (anche la dove queste siano chiare) c'è un substrato che non può essere immediatamente comprensibile: una coppia comica recitava nei loro sketch un continuo : “Ma cosa avrà voluto dire??”, noi non lo capiamo perchè veniamo da luoghi comuni diversi, mentalità diversa, educazione diversa. 
Un tedesco, ad esempio, raramente ti darà una risposta diretta ad una domanda diretta. 
Questo a noi può dare l'impressione di poco coinvolgimento nelle nostre vicende, quella certa freddezza che noi addebitiamo al popolo tedesco. 
In realtà, prendono tempo per dare una risposta concreta, (sempre diplomatica), ma che possa davvero esservi utile.

La mia conclusione è che i luoghi comuni non vadano sfatati,ma approfonditi per capirne le ragione, trovare eccezioni e differenze. 

Se usati come alleati possono insegnare molto, ma, come tutte le cose, non tutto.