Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

venerdì 22 febbraio 2019

Occasioni di resilienza


Essere genitori è difficile, essere genitori attenti è difficilissimo. E' facilissimo invece, ma proprio facilissimo distrarsi, farsi prendere dalla disperazione o, semplicemente, dire a stessi che è già così faticoso certe volte badare alle cose “serie” dei nostri figli che su tutto il resto si può soprassedere.
Vi faccio qualche esempio di cosa intendo per “cose serie” e di cosa intendo per genitori attenti: fargli da mangiare a pranzo e cena e, se siete genitori attenti, assicurarsi che mangino anche frutta e verdura; oppure controllare che facciano i compiti e, se siete genitori attenti controllare anche che non li abbiano fatti con i piedi ecc ecc. Ogni genitore potrebbe scrivere un'enciclopedia sulle cose necessarie ad un figlio: si comincia la mattina, quando li svegliate e dovete stare attenti che, intontiti dal sonno, non si vestano al contrario, fino alle liti serali per fare in modo che si lavino (evidentemente hanno paura di restringersi con l'acqua). A questo si aggiungono le visite mediche, le riunioni a scuola, i colloqui con gli insegnanti, lo sport ecc ecc (l'enciclopedia di cui sopra appunto).
Per questo un povero genitore, per il quale non c'è nemmeno il “telefono azzurro”, non ha certo bisogno di trovarsi altri problemi ed è facilissimo quindi distrarsi su avvenimenti che ci piace considerare poco importanti.

E' quello che stava per succedere a noi.

Carnevale a scuola.
Qui ogni scuola partecipa alla sfilata del quartiere e ogni anno la scuola sceglie un tema diverso.
L'anno scorso il medioevo, quello prima la tecnologia ecc.
Dovete sapere che questi appuntamenti che in teoria sono molto carini e in cui i bambini si divertono tanto, sono, almeno per il genitore medio (io), una grandissimo rompimento di scatole: tra le mille e-mail (per fortuna il gruppo whatsApp non ce lo abbiamo) per la raccolta fondi per comprare le caramelle che i bambini lanceranno durante la sfilata, all'insacchettamento delle suddette caramelle, dal servizio d'ordine durante la sfilata per non perdersi i bambini al temutissimo costume di carnevale.
L'anno scorso ci toccò di cucire e assemblare il costume da cavaliere (con tanto di elmo ricavato dallo scatolone di Pandoro), quello prima, costruimmo un costume da Computer ecc.
Quest'anno il tema della nostra scuola è l'arcobaleno, ogni classe un colore.
Finalmente un costume facile, gli metti una tuta del colore scelto e via.
Ero già felice all'idea di non doverci sbattere per una volta...

...Come al solito troppo presto.

Un giorno Giacomo torna a casa arrabbiatissimo e mi dice che quest'anno non vuole andarci alla sfilata di Carnevale.
Subito non capisco,visto che lui si diverte come un pazzo, poi mi rivela che il colore della sua classe è il violetto e lui un colore da femmina non lo vuole mettere e che anche i suoi amici hanno deciso che non andranno alla sfilata perchè nemmeno loro vogliono mettere un colore da femmine. Loro, invece, le femmine sono felicissime. Così mi dice, anzi mi urla Giacomino tutto rosso e quasi in lacrime “ Così impara la maestra a darci un colore da femmine”.

Ecco uno di quei momenti in cui ci si trova davanti a un bivio: gli rispondo che può non andare alla sfilata, zero problemi, o gli spiego che non esistono colori da femmina, che si possono fare costumi bellissimi anche da maschi con il violetto e mi infilo nel solito ginepraio?.

Il dubbio nella mia testa dura un secondo: “Tesoro se vuoi puoi non andare alla sfilata, però ti perderesti un pomeriggio divertente. Quello che ci rimarrà peggio se non partecipa sei tu, non la maestra. Oltretutto non credo che la maestra lo abbia fatto per farvi un dispetto. Ti devo anche confessare un segreto, il violetto è solo un colore e non è il colore delle femmine, possiamo trovare un costume bellissimo che sia violetto e anche da maschio”
...Si asciuga le lacrime Giacomino, mi guarda incredulo e mi chiede “Sei sicura, perchè i miei amici dicono che è da femmine”... 
“Facciamo così, pensiamoci e poi alla fine deciderai tu”.

Dentro di me penso: “Dai, su internet c'è tutto, vuoi non trovarlo un costume carino viola? Il Peppe si mette subito alla ricerca, ma siccome Murphy era uno che sapeva quello che scriveva, no, non ce ne sono di costumi viola da maschi, sono tutti da fatina e principessa, o, tutt'al più, da orsetto del cuore (che poi Giacomo sarebbe bellissimo da orsetto del cuore, ma niente, non gli piace)

Ok piano B: “Ce lo facciamo noi il costume, così risparmiamo anche, che ci vuole a trovare della stoffa viola, senza spendere un capitale?La stoffa più economica che abbiamo trovato costava 12 euro a m.

Ok piano C: “Tingiamo un vecchio lenzuolo, tanto ne abbiamo tantissimi”.
Proviamo a cercare le tinte che si usano in lavatrice, ci sono di tutti i colori, in teoria...in pratica, almeno in Germania solo nero, blu e marrone.

Ok piano D (eravamo già disperati al piano C): “Per tingere il lenzuolo usiamo il colori da stoffa e li diluiamo con un po' d'acqua”
Per fortuna questo ha funzionato, il risultato finale è lilla, ma possiamo accontentarci.
Con questo bel lenzuolo lilla abbiamo deciso da farci un costume da Mago con tanto di mantello e cappello.
A Giacomo l'idea del cappello da mago piace molto.
Peccato che anche cappelli viola, quest'anno niente, quindi...
Piano E: “Ci facciamo noi il cappello con del cartoncino”.


Vabbè è venuto un po' storto, ma sei vestito di lilla, non è questo il problema.
Tutto lilla, però è brutto mamma”.
Beh hai anche ragione anche tu, che cosa ci vorresti sopra?”. “Delle fiamme mamma”
...E fiamme siano, ma siccome possiamo usare solo il viola, facciamo le fiamme viola.



Così mamma, con la pittura acrilica, sì perchè la tintura da stoffa al negozio è finita (un sacco di mamme avranno avuto la mia idea) dipinge fiamme sulla tunica e sul mantello del mago.
Peccato che manco nella pittura acrilica abbiamo trovato il viola (non sarà da femmina ma è assolutamente sfigato il viola quest'anno) per cui abbiamo mescolato a caso rosso e blu.
Siccome i magi sono luccicanti, abbiamo persino aggiunto fiamme dorate e un bel sole a completare il tutto.


Tutto questo insieme a tutte le altre “cose serie” da genitori.

Alla fine, però, Giacomo mi ha detto: “Mi piace proprio mamma, penso che farò un figurone”.

Ora, mentre mi guardo le mani sporche di vernice (credo che avrò incubi in cui brucio in fiamme viola e oro), sono contenta perchè Giacomo ha capito che il viola è un colore da femmina, ma ci si possono fare anche cose bellissime da maschi e che le cose che non ci piacciono, se non ci arrendiamo subito, possono essere trasformate in cose belle, anche i colori da femmine.
Che poi il viola è un bel colore in fondo, mica solo per le femmine.



Dal mago Giacomino e da tutti noi, Buona Vita e Buona Resilienza

giovedì 14 febbraio 2019

S. Valentino controcorrente


Ci siamo lasciati l'anno scorso e vi ritrovo nel giorno degli innamorati.
Spero che il nuovo anno sia cominciato benissimo e spero che tutti voi abbiate qualcuno oggi con cui non festeggiare S. Valentino, perchè io non credo debba esserci un giorno stabilito per festeggiare.
Comunque a tutti i romanticoni che oggi invaderanno di cuori e rose le loro città faccio i miei più sinceri auguri.

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Noi, invece, che dobbiamo essere originali per forza, festeggiamo oggi l'ottantesimo compleanno della nonna Mattea.
Eh sì, la nostra nonna emigrante compie oggi ottant'anni, tondi tondi.
Lasciatemi spendere quindi qualche parola per questa donna coraggiosa, che è stata controcorrente tutta la sua vita e che, ancora a 75 anni, ha deciso di seguirci in questa avventura, sostenendoci e aiutandoci sempre.
La storia di mia suocera, mi ha sempre affascinato, perchè ho sempre avuto l'impressione che sia stata un esempio di femminismo inconsapevole.
Dopo un'infanzia e una giovinezza passata in collegio dalle suore (da cui esce solo al raggiungimento della maggiore età ossia a 21 anni) comincia a lavorare come inserviente all'ospedale Molinette di Torino e intanto mette via i soldi per fare il corso da “infermiera professionale”. Nel frattempo vive con la sorella, ma poiché rifiuta un matrimonio combinato, viene cacciata di casa all'improvviso. Solo grazie all'aiuto del suo parroco, riuscirà a trovare una nuova sistemazione ed ad evitare di dormire sulla strada.
Una volta diplomata con grande sacrificio, prende la patente e diventa una delle prime caposala delle Molinette che non fosse una suora e la prima infermiera in assoluto a cui fu concesso di fare i prelievi ai pazienti.
L'essere cattolica fervente non le impedirà di innamorarsi e di andare a vivere con un uomo molto più vecchio di lei e per giunta sposato (ricordiamo che ai tempi il divorzio era appena diventato legale ed era difficile ottenerlo).
Quando rimane incinta del sarà Peppe, la sua famiglia, che già mal vedeva il fatto che lei vivesse con un uomo senza essere sposata, le impone di abortire, ma lei se ne frega e punta i piedi una volta ancora, decidendo di tenere il bambino.
Riuscirà a convolare a nozze solo anni dopo, con il piccolo Giuseppe treenne invitato d'onore.
Purtroppo la vita non è una favola, altrimenti qui ci sarebbe il famoso “e vissero felici e contenti”.
Appena qualche anno dopo il matrimonio, il padre del Peppe morirà a seguito di una caduta, lasciandola appena quarantenne con un bambino di otto anni.
Nonostante la ancora giovane età, Mattea decide che non avrà altre relazioni, rimanendo fedele per sempre all'amore della sua vita, per il quale ha sfidato convenzioni e pregiudizi, che, vi assicuro, non erano come ora.
Dedicherà le sue energie per crescere il frutto di quell'unione al meglio delle sue possibilità e direi, che pure tra mille difficoltà, ha fatto un ottimo lavoro (però io sono di parte).
Alla luce di questo sembrerà meno illogico il fatto che Mattea abbia sempre vissuto con noi e che ci abbia seguito fino in Germania.
Da parte mia, mi sento fortunata per il fatto di avere una suocera così, che è pure stata sempre talmente intelligente da non interferire mai nel rapporto tra me e suo figlio (e nel caso prenderebbe comunque le mie difese).
Comunque sappiate che qualche volta litighiamo anche noi , come in tutte le famiglie che si rispettino e molte volte abbiamo opinioni diverse, ma anche a ottant'anni mia suocera ha idee molto più attuali di tante mie coetanee e, spesso, anche una salute migliore.
Pare che alla fine, al di là di quello che avevo preventivato, una storia d'amore, in perfetto stile S. Valentino, l'abbia condivisa con voi. Forse sono un po' romantica anche io.

Comunque Tantissimi Auguri a tutti gli innamorati e uno speciale augurio a questa donna forte, cocciuta e meravigliosa che è la nostra nonna.
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