Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

mercoledì 21 ottobre 2015

Autunno di caramelle


il bosco che attraverso ogni giorno per portare Giacomo all'asilo
                             
Non potevo dire no al reclutamento della mia amica blogger Lara Gullen di Intantointedeschia.
Lara, taggata a sua volta da Unaromanainamerica ha pensato di reinviare il tag ad altre amiche per far loro raccontare il loro autunno.
Siamo tutte sparse per il mondo e sembra davvero un'idea carina dare ai nostri lettori una panoramica di come viviamo questa stagione nei nostri paesi d'adozione.
Reclutata con entusiasmo!
Qui a Bonn, l'autunno ha un sapore e una tradizione tutta sua, che tutti aspettano con ansia.
Mi perdonerà, quindi, Lara se il mio post non parlerà di alberi che infiammano le loro chiome, di foglie dorate al crepuscolo, ma di castagne che si trasformano in caramelle.


Autunno nella via dove abito



 Se veniste a fare una passeggiata a Bonn in questo periodo, infatti, sia in città, sia nei boschi disseminati in ogni quartiere, o nel bellissimo parco di Rheinaue(lungo il Reno appunto), non trovereste nemmeno una castagna per terra. 
Tutti fanno delle vere e proprie spedizioni alla ricerca di castagne.
Nulla ci sarebbe di strano, se non che le castagne in questione sono assolutamente selvatiche.
Nonostante questo, bambini, anziani, famiglie intere, si armano di zaini, trolley, buste giganti ecc, e via a scovare e raccogliere castagne selvatiche.
Qualcuno arriva persino a discutere per il possesso di una castagna selvatica.
Penserete che i tedeschi (e non solo) qui a Bonn sono pazzi. Non siete andati lontano dalla verità, ma in questo caso c'è un buon (anzi buonissimo) motivo: un giorno l'anno le castagne vengono trasformate in pacchi di caramelle Haribo.

Per quanti di voi non lo sapessero la Haribo è originaria proprio della nostra città e il suo fondatore Hans Riegel era così legato a Bonn da includerne le iniziali nel nome dell'azienda, accanto alle proprie.
La famiglia Riegel ha trasformato in parco pubblico la propria riserva di caccia situata in un bosco (vedi i nostri vicini di casa) dove sono ospitati cervi, renne e cinghiali, ma del mantenimento degli animali, insieme a tutti i bambini che fanno loro visita, si occupa ancora oggi la Haribo.

Ogni Novembre, in un giorno da destinarsi, presso i magazzini di Bad-Godesberg vengono scambiati dieci chili di castagne selvatiche (o cinque di ghiande) con un chilo di caramelle.

L'idea, che si deve ancora al fondatore, è nata nel 1936 ed ancora oggi sono moltissime (si calcola più di 20.000) le persone che, ogni anno, si mettono ordinatamente in fila (per ore) in attesa che le loro castagne vengano trasformate in caramelle.

La fila è lunghissima e molti arrivano con tantissimi kg di castagne trasportati, addirittura, su pallet e movimentati da muletti. (i tedeschi quando fanno una cosa, la fanno sul serio). Il successo è tale che la Haribo ha dovuto mettere un limite alle quantità di castagne che si possono scambiare, 50 kg a persona, ma spesso una famiglia di 4 persone può portare fino a 200kg di castagne.

Anche noi abbiamo raccolto i nostri 10 kg di castagne l'anno scorso, ma la fila ci ha fatto desistere subito, perchè tre ore della mia vita valgono più di un kg di caramelle, ma trovo davvero deliziosa e utile quest'idea: riciclo, minori costi per comprare il mangime per gli animali e minori costi per pulire la città dalle castagne selvatiche, tutto condito da una festosa tradizione che regala anche un notevole ritorno di immagine.


A volte basta una caramella

sabato 10 ottobre 2015

Pomeriggio al museo


Come scritto nell'ultimo post (Public Relations), lunedì scorso sono ufficialmente cominciate le Herbstferien (ferie d'autunno), due settimane di vacanze nel cuore dell'autunno, per ricaricare le batterie. 
Avere anche Giuseppe in vacanza ci ha permesso di fare un po' i turisti qui a Bonn e di organizzare persino una gita di tre giorni ad Amsterdam (domani si parte).
Del resto, dobbiamo ancora utilizzare tutti i buoni (Gutscheine) che ci ha regalato il Comune, quando siamo andati ad iscrivere la nostra residenza.
I municipi qui a Bonn (non so se è così anche in altre città), per favorire la conoscenza della città e, di conseguenza, l'integrazione, regalano a tutti i nuovi cittadini un pacchetto di buoni che comprende un'entrata gratuita a testa in ogni museo della città, un concerto della filarmonica cittadina ed altri sconti per varie attività culturali.

Non male come benvenuto.

Noi, causa impegni vari, non abbiamo ancora finito i nostri.
Questo mercoledì abbiamo colto l'occasione per visitare il “Landesmuseum”, il museo della regione.
Come dice il nome è un museo che racconta la storia del Nord-Reno- Westfalia, dalla preistoria ai giorni nostri.
Il museo è piuttosto grande, con una parte dedicata a esposizioni fisse ed una dedicata a mostre temporanee: noi siamo stati fortunati e abbiamo visto la mostra temporanea sullo sviluppo della civiltà celtica nel N.R.W.

Malgrado siamo qui da ormai più di un anno e mezzo, non smettiamo mai di stupirci della gentilezza dei custodi.
Già alla casa di Beethoven il custode si era offerto di badare a Giacomo mentre noi facevamo la visita e poi si è messo a giocare a nascondino con il nostro allora treenne.
Non contento, saputo che eravamo italiani, ci diede una lezione di grammatica tedesca e finì con l'elenco di tutte le parole italiane che conosceva.
Un vero spasso.

I bambini sono trattati sempre come un tesoro nazionale, non pagano quasi mai e anche quando sono irrequieti, o corrono, o tentano di arrampicarsi su una statua dell'antica Roma (come Giacomo) si avvicinano con gentilezza e, a bassa voce, ti dicono, quasi scusandosi, che il bambino non “potrebbe”.....fare il selvaggio dentro il museo (aggiungo io).

Ad essere diverso, però, è lo stesso concetto di “museo”.
Il museo non è un “luogo sacro”, in cui entrare in religioso silenzio e guardare.
Tutti i musei tedeschi che abbiamo visitato sono molto interattivi, soprattutto quelli a carattere “scientifico”, o storico: si può entrare dentro un igloo, ad esempio, ma anche smontarlo (o ricostruirlo), si possono toccare le pelli di vari animali, fare osservazioni con il microscopio e tanto altro.
In particolare, nel Landesmuseum si può sperimentare la forza che ci vuole ad arare un campo con un aratro di legno tirato da un bue, o provare a limare una pietra su un altra per creare la punta di un'ascia primitiva. 
Come se non bastasse, ci sono molte stanze a tema, in cui i bambini possono giocare: 
in quella “antica Roma”, ci si può vestire da antico romano, montare e smontare un tempio, fare un pisolino su un letto dell'epoca e “mangiare come gli antichi romani”; 
in quella “civiltà primitive si può giocare con i dinosauri, vestirsi come gli uomini primitivi, provare un telaio a mano e, cosa preferita dai miei piccoli vichinghi, navigare in una barca ricavata da un tronco;


in un'altra c'è una grande tenda  fatta di pellame con persino un fuoco (finto).
Per non parlare dell'angolo biblioteca con tanti libri da leggere e con cui giocare.




Questo spiega perchè molti genitori vanno volentieri nei musei a passare qualche ora con i loro figli nelle giornate di pioggia, un po' come un parco giochi al chiuso in cui, magari, si impara anche qualcosa.
Durante le vacanze il Landesmuseum, ma anche altri, organizzano, persino, simpatici corsi di un giorno (impariamo a fare gli archeologi, ad esempio).

Oggi niente polemiche, quindi mi limito a dire che il museo come un luogo da vivere è un idea che mi piace un sacco.


Buona vita a tutti.

sabato 3 ottobre 2015

Public Relations

Finalmente sono cominciate le Herbstferien, due settimane di vacanze e relax nel cuore dell'autunno. 
                                       foto del parco di Rheinaue a Bonn

Dopo il difficoltoso inizio del Gymnasium (il 13 agosto) di Tommaso ( e di tutti i bambini che conosciamo) ne avevamo davvero bisogno. Naturalmente, visto che anche Giuseppe è in vacanza non poteva non essere malato, ma questa è un'altra storia.
Ieri però, proprio l'ultimo giorno di scuola, l'immancabile pomeriggio “conosciamoci meglio” organizzato dai genitori della classe di Tommaso. Giuseppe, come al solito, avrebbe preferito andare dal dentista, piuttosto che sorbirsi “un'inutile pomeriggio di pubbliche relazioni, con persone che non mi interessano e che parlano tedesco”.
Io, però, ho insistito, perchè Tommaso avrebbe avuto l'occasione di conoscere i suoi compagni al di fuori dell'ambiente scolastico, e noi di conoscere gli altri genitori e farci conoscere, tutto questo a favore di una maggiore e più serena integrazione di Tommaso.
Così, dopo essermi sorbita le recriminazioni dell'Orso Gneppo, con ovvia discussione al seguito, abbiamo incartato la nostra pizza Margherita fatta in casa (che è un luogo comune ma anche la chiave per aprire qualunque cuore) e, in un bel pomeriggio di sole, ci siamo avviati al centro giovanile prenotato per l'incontro. 
Quando siamo arrivati l'accoglienza è stata freddissima, in particolare una mamma ci ha appena fatto un cenno di saluto.
Ho pensato che, per una volta, Giuseppe avesse ragione.
Per fortuna Tommaso e Giacomo si sono subito messi a giocare.
Mentre maledicevo la mia testardaggine, Giuseppe ha messo la pizza sul tavolo del buffet ed è successo l'inaspettato (il miracolo della pizza Margherita): la mamma che ci aveva accolto con sufficienza, comincia a lodare la bellezza della nostra pietanza...in italiano. 
Io sapevo che era la mamma di un bambino italo-tedesco, ma avendo lui un cognome italiano, abbiamo pensato che fosse il papà ad essere originario del bel paese. 
Per questo motivo le avevo sempre parlato in tedesco. 
Quando le ho detto che parlava molto bene italiano lei, invece, mi ha risposto di essere nata in Germania, ma di essere di origine italiana.
Abbiamo così scoperto che le nostre mamme vengono dallo stesso paese della Calabria...
E io che le avevo sempre parlato in tedesco...(facendo anche uno sforzo notevole).
Una volta rotto il ghiaccio, mi ha confessato di essersi sentita offesa dal fatto che io non le parlassi in italiano, come se non la ritenessi all'altezza. Figurarsi, proprio non avevo capito che fosse italiana e il mio era stato un gesto di riguardo; di solito quando diciamo che siamo italiani tutti (ma proprio tutti) dicono tre parole della nostra lingua, noi partiamo in quarta a parlare italiano e loro restano imbambolati, non sapendo che cosa rispondere.
Per fortuna è successo anche a lei, così ci siamo fatte due risate e abbiamo passato il resto del pomeriggio a parlare in italo-tedesco di tutto. 
Abbiamo scoperto anche che i nostri figli sono agitati nello stesso modo, disordinati e disattenti con la testa tra le nuvole proprio come gemelli separati alla nascita (se non fosse che suo figlio è più alto di Tommaso di 30 cm e pesa almeno 15 Kg in più).
Alla fine del pomeriggio questo bambino, che ha sempre avuto un rapporto conflittuale con Tommaso, è arrivato e mi ha chiesto se Tommaso poteva andare a giocare a casa sua.

Missione compiuta... Persino il Peppe ha ammesso che avevo ragione.

In Germania i rapporti interpersonali sono più mediati, bisogna sempre incontrarsi i luoghi neutrali e solo dopo vari incontri si possono cominciare ad avere rapporti più personali (in caffè insieme, una cena....ecc).
Per questo le giornate “conosciamoci meglio”, che per noi italiani sono inutili e guardate con superiorità, qui diventano uno strumento prezioso di conoscenza e integrazione.
Ancora una volta dobbiamo ribadire che non è solo la lingua a creare ostacoli nella gestione dei rapporti interpersonali, ma anche usi e costumi diversi dai nostri, nei confronti dei quali conviene sempre tenere un atteggiamento aperto, per non precludersi delle possibilità.


Altra cosa....la pizza qui ha effetti miracolosa

Buone pubbliche relazioni a tutti.