Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

lunedì 4 maggio 2020

Klopapier


Oggi vi racconto uno strano episodio che mi è capitato qualche giorno fa e che potrebbe a buon diritto rientrare in una fantomatica rubbrica “Non sono normali questi tedeschi!”.
Verso l'ora di cena, la mia vicina ottantenne viene a suonare a me e alla mia dirimpettaia.
Dice ad entrambe che dobbiamo subito andare con lei perchè qualcuno ha abbandonato un mucchio di carta igienica e noi dobbiamo andarla a prendere, dobbiamo sbrigarci e dobbiamo portare anche i bambini.
Subito non ho capito bene (e stavolta non per un problema di lingua) e ho pensato agli alberi del giardino condominiale avvolti da metri di carta igienica (stile film amercano).
Mi sfuggiva il perchè dovessimo andare noi, ma ho creduto che, siccome siamo le più giovani del palazzo, forse eravamo le più adatte ad arrampicarci sugli alberi.
Invece, niente di tutto questo e per fortuna, perchè proprio non mi ci vedevo ad arrampicarmi su un albero: sul ciglio della strada, vicino ad una cumulo di roba vecchia (il giorno dopo sarebbero passati a ritirare i rifiuti ingombranti) facevano bella mostra di sé un pacco sigillato e nuovo di carta igienica tre veli da 20 rotoli, uno da 16 rotoli, tre da 8 rotoli, una confezione intonsa di 6 rotoli di carta assorbente e un pacco multiplo di salviette.
Io e la dirimpettaia eravamo basite, anche perchè sono settimane che qui la carta igienica scarseggia.
Mentre noi ci guardavamo stupite, la vicina di casa, ci ha intimato di prendere tutto velocemente (ah, il senso pratico tedesco).
Così ci siamo divise questo inaspettato bottino e le abbiamo chiesto se ne voleva, ma lei ne aveva già e vedendo quello che di questi tempi, (insieme a farina e lievito) è un vero tesoro ha pensato a noi che abbiamo una famiglia.
Così sono tornata a casa con 32 rotoli di carta igienica e il pacco di carta assorbente, mentre la vicina ha preso il resto della carta igienica e le salviette, visto che ha un bimbo piccolo.

Ma io mi chiedo, chi mai può aver comprato 60, dico 60 rotoli di carta igienica, per poi abbandonarla così??

Nei supermercati se ne trova solo di rado ancora e, quando c'è, la gente si affanna a comprarne il più possibile.

Ed ecco, questa è un'altra cosa che non capisco.
Dovete sapere che io sono cresciuta in una famiglia di accumulatrici compulsive, con una nonna meravigliosa che, però, era capace di comprare 10 bottiglioni da 5 l di ammorbidente in una volta (“chè non si sa mai”).
Per me, quello che i tedeschi chiamano Hamsterkaufen (fare scorte come se stesse arrivando la fine del mondo) è uno stile di vita contro il quale lotto da anni, per cui questo impulso e la paura che vi è dietro, lo conosco benissimo; quello che proprio non riesco a capire, invece, è il ruolo fondamentale della carta igienica nel novero dei beni di prima necessità.
Va bene la pasta, la farina, il lievito e, persino le patate (che sono, comunque un bene reperibile), ma il perchè della la carta igienica, proprio mi sfugge.

Comunque, per intanto, sfatiamo qualche luogo comune e diciamolo:
1. Anche il razionalissimo popolo tedesco si fa prendere dal panico e si lancia in scorte disperate e spesso senza senso logico: ho visto più di una signora con il carrello pieno di banane, centinaia di banane e non ho, nemmeno ora, idea del perchè (se anzi qualcuno di voi lo sa, me lo scriva).

2.Il freddissimo e materialissimo popolo tedesco annovera tra i suoi membri anche persone che, quando vedono un tesoro di carta igienica, non pensano a se stessi, ma, generosamente ai vicini di casa che hanno famiglia e che potrebbero averne più bisogno di loro.

Dopo molto riflettere, io, comunque, una spiegazione di questo abbandono me la sono data: probabilmente alcuni turisti che sono venuti qui a far curare i propri cari (con ogni probabilità arabi) si sono trovati nel bel mezzo “dell'isteria da carta igienica” e devono averne fatto incetta, salvo poi, non sapere che cosa farsene quando sono dovuti ripartire (chè io me li vedo in aereoporto a cercare di imbarcare tutti quei pacchi di carta igienica, minimo li avrebbero accusati di attentare all'economia tedesca), quindi hanno preferito lasciarli in strada.

E questo mi porta a condividere con voi la scoperta dell'acqua calda di oggi: tutto il mondo è paese e, al di là di tutto apparteniamo tutti a una stessa razza, quella umana e le differenze sono risibili.

Ora vado a fare un bel fortino con tutta la mia carta igienica e vi lascio al grido di “Resistiamo, NON andrà tutto bene, ma finirà prima o poi!”


martedì 28 aprile 2020

Ritorno


Ciao amici!!!

Mi vergogno moltissimo del mio troppo prolungato silenzio, ma, quando vi ho scritto che la vita non è una linea retta, ancora non sapevo che la mia si sarebbe trasformata in un labirinto a trabocchetti. Altro che scrivere un po' più spesso...
Intanto... mi siete mancati moltissimo e spero che stiate tutti bene. Credo che soltanto chi ha seguito le nostre avventure su Facebook possa avere avuto qualche estemporaneo aggiornamento della nostra incasinatissima vita, quindi vi faccio un rapidissimo riassunto (quanto me lo consente la mia logorrea).

Innanzitutto ho capito che non posso dare le dimissioni dal mio lavoro principale e nemmeno ridurre l'orario. Malgrado alcuni collaboratori fidati il mio ruolo di “sostenitrice e organizzatrice delle vite altrui” si è andato man mano ampliando, lasciandomi davvero pochissimo tempo libero, ma procediamo con ordine.

Ad Agosto, poco dopo il mio ultimo post, la mia mamma, che qui non è mai comparsa, ma che, tuttavia, posseggo, ha avuto la brillante idea (e lo dico senza ironia) di vendere la sua casa in centro, che per lei era scomoda e cara e comprarsene una in una zona meno centrale ma più comoda ed economica.
Ora, voi dovete sapere che mia madre abita a Torino, ma, nonostante questo, per affrontare questo passo ha avuto bisogno di sostegno e aiuto. Così da 960 km di distanza mi sono trovata catapultata nel magico mondo immobiliare italiano, nel quale ho visionato più di 100 appartamenti (142 per la precisione), controllando per ognuno di essi, supemercati nelle vicinanze, disponibilità dei mezzi pubblici e distanza da mia zia e da mia sorella (sì, ho anche una sorella di cui non vi ho mai parlato).
Ho parlato con decine di agenti immobiliari, letto contratti, sostenuto la mamma nei momenti di crisi, ed infine, verso l'inizio di Febbraio, organizzato un trasloco, tutto senza muovermi da Bonn, dove, nel frattempo, continuavo il mio lavoro di mamma, moglie, segretaria, cuoca ecc.

Altro che capacità di Problem Solving...

Per fortuna la mamma ha traslocato nella casa nuova poco prima che chiudessero tutti in casa in Italia, così almeno ha due bei balconi.

Nel frattempo il mio meraviglioso, ma sempre inquieto marito, aveva trovato una proposta lavorativa molto interessante...
...in Svizzera.
Devo ammettere che non l'ho presa affatto bene e che mi ci sono voluti alcuni mesi per accettare l'idea di un nuovo trasferimento e di ricominciare tutto da capo. Ci sono state, ancora prima di mandare il curriculum, le informazioni da reperire e controllare (casa, scuole, tasse e così via) per concludere che sarebbe stato meglio per noi vivere in Germania per far sì che i bambini non si trovassero catapultati in un sistema scolastico differente e Giuseppe avrebbe lavorato come frontaliero. Quindi abbiamo visto altre case, preso contatti con le possibili scuole e questo sempre prima di spedire la candidatura. Dopo mesi di vaglio (e di travaglio), anche l'entusiasmo iniziale di Marito è scemato di fronte alle difficoltà che avrebbero dovuto incontrare i ragazzi cambiando scuola e, quando alla fine la proposta non si è rivelata così allettante come sperato, è stato un sollievo per tutti rifiutare.
Intanto sono diventata un'esperta anche del mercato immobiliare del Baden Württemberg.

Questo, però, non risolveva in alcun modo l'insofferenza del Peppe per il suo lavoro, ormai diventato monotono e, per cronica mancanza di personale, sempre più stressante. Inoltre, la mia inquieta dolce metà vuole sempre imparare cose nuove e approfondire le sue conoscenze e ormai, dopo aver fatto tutti i corsi di aggiornamento possibili e immaginabili questo era diventato impossibile.
Quindi “ci” (in realtà lui) siamo messi alla ricerca di un nuovo posto di lavoro, questa volta “ a Km zero”.
Vi risparmio gli ulteriori mesi di dubbi, vaglio delle notizie, colloqui, trattative ecc, ma, credetemi, non è stato facile: nel suo lavoro il problema non è stato tanto trovare un altro posto, quanto trovare un posto che rispondesse alle sue aspettative.
Comunque, alla fine, dovremmo avercela fatta e Marito cambierà lavoro a Luglio (dopo che saranno passati i 6 mesi di preavviso). Nel frattempo dobbiamo ancora ricevere il contratto, che sarebbe dovuto arrivare entro Marzo (ah la precisione teutonica) quindi prima di festeggiare, aspettiamo ansiosi e fiduciosi.

Nel bel mezzo di tutto questo (lavoro di marito e mamma) il “prode Giacomino” è arrivato in quarta elementare e abbiamo dovuto scegliere la scuola che frequenterà il prossimo anno.
Ciascun genitore vorrebbe il meglio per il proprio figlio e noi non facciamo eccezione, così abbiamo cercato di analizzare quali fossero i suoi punti forti e quelli deboli, abbiamo parlato con le insegnanti e visitato molte scuole diverse. Siccome sono passati 5 anni da quando ci siamo trovati a questo bivio con Tommaso, abbiamo dovuto ricominciare tutto da capo: in primo luogo, Giacomo è un bambino diverso da Tommaso e quello che è andato bene per l'uno non va bene per l'altro. Inoltre, in 5 anni le nostre conoscenze della lingua e del sistema scolastico tedesco si sono ampliate offrendoci altre possibilità. Infine alcune scuole in 5 anni sono cambiate, sia in positivo che in negativo. Dovrei aprire una enorme parentesi sulle difficoltà incontrate, ma vi ho già annoiato a lungo e, magari, approfondiremo in un altro post.
Comunque, esattamente il giorno in cui è stata annunciata la chiusura delle scuole in Germania a causa del Coronavirus, abbiamo ricevuto una lettera in cui ci hanno comunicato che Giacomo era stato accettato nella scuola che avevamo scelto. Abbiamo appena fatto in tempo a festeggiare che, anche in Germania hanno chiuso tutto.
Così è cominciato anche da noi un periodo piuttosto complesso, che ha sconvolto i nostri ritmi e che ci ha imposto uno stile di vita diverso. All'inizio è stato molto difficile organizzare la giornata per ragazzi, spiegare loro quello che stava accadendo (soprattutto a Giacomo), seguire la situazione in Italia e contemporaneamente in Germania e l'ansia per marito che, oltre che infermiere, oltre a lavorare in una terapia semiintensiva, soffre anche d'asma. 

Piano di sopravvivenza quarantena

Nonostante tutto, ce la stiamo facendo, risolviamo le cose giorno per giorno e, cerchiamo di mantenre il sorriso, anche se non è sempre facile. Non vi dirò che andrà tutto bene, perchè non è andato tutto bene, anzi sta andando tutto molto male, soprattutto in Italia, ma so che ne usciremo in qualche modo e il prezzo che avremo pagato sarà altissimo. Non vi parlerò di questa pandemia appositamente perchè troppo si è detto e spesso le notizie si contraddicono tra di loro ma, naturalmente cercherò di rispondere ad ogni vostra curiosità e mi farebbe piacere sapere come state vivendo voi.

Oggi vi voglio abbracciare tutti.