Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

venerdì 18 novembre 2016

“Caro Presidente...”

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Ebbene sì amici, unica della mia famiglia, ho avuto la grande fortuna di ricevere la letterina del nostro presidente del Consiglio, che, naturalmente, chiede il mio voto per il Referendum del 4 dicembre prossimo.
Non potevo esimermi dal rispondere direttamente al nostro amichevole Matteo nazionale...e voglio farlo qui per condividere il mio pensiero (brutto e cattivo) con tutti voi.
Naturalmente tutti i commenti e i post che voi vorrete condividere con me su questo argomento, purchè educati, mi faranno piacere, anche se in disaccordo con quello che scrivo io.
Nel frattempo, buona lettura e Buona Vita a tutti.

Caro Presidente del Consiglio,
La tua lettera (voglio darti del tu, visto il tuo atteggiamento aperto e cordiale) mi ha colpito molto e ho deciso risponderti direttamente.

Ti premetto che non entrerò assolutamente nel merito del voto, perchè penso che ogni decisione presa consapevolmente sia da rispettare, non importa se in accordo o meno con il mio pensiero.
Neppure voglio dilungarmi sull'opportunità o meno di spendere 4 milioni di euro per spedirle queste lettere.
Voglio credere che tu ci abbia riflettuto a lungo e che abbia avuto validissimi motivi per destinare al coinvolgimento nel voto di noi italiani residenti all'estero questi soldi (non tuoi, ma degli italiani tutti), invece di pensare ai terremotati che una residenza concreta non ce l'hanno più, o ai disabili gravi che da poco si sono visti rifiutare il progetto “dopo di noi” che avrebbe loro garantito una vita dignitosa dopo la morte dei genitori, o, ancora, agli studenti che sono costretti a frequentare scuole fatiscenti e non a norma.

Vorrei invece rispondere punto per punto alla lettera di cui mi hai onorato.

Esordisci con (cito testualmente) “Cara italiana, caro italiano...nessuno meglio di voi, che vivete all'estero, sa quanto sia importante che il nostro Paese sia rispettato fuori dai confini nazionali” (me lo scrivi proprio così, in grassetto e in rosso, così che io lo legga subito)...”Ma nello stesso tempo, nessuno meglio di voi ha provato sulla propria pelle il fastidio, o addirittura la mortificazione di sentire, sull'Italia, risolini di scherno, accompagnati dai soliti, umilianti luoghi comuni”.

Permettimi subito una riflessione personale: “il fastidio”, o meglio la “mortificazione” non li provo per i luoghi comuni dei tedeschi (nel mio caso).
Li ho provati, invece, insieme a tanto altro, quando io e mio marito siamo stati costretti ad accettare il fatto che tutti i sacrifici fatti in Italia erano inutili;
quando siamo stati costretti a svendere la casa dei nostri sogni;
quando siamo stati costretti a sradicare i nostri figli dal loro paese e a portarli lontano dai loro amici e dai nonni;
quando siamo stati costretti a imparare una nuova lingua e una nuova cultura per dare ai nostri bambini un presente di qualità e un futuro di speranza.

Questo è stato umiliante e nessun luogo comune potrà mai essere più pesante della verità che noi, insieme a tanti altri immigrati (perchè noi qui siamo immigrati), abbiamo conosciuto.

Però visto che di luoghi comuni ti piace parlare, vorrei ancora informarti che non è quello che citi tu (“un Paese dalla politica debole”) il più fastidioso per me. I luoghi comuni che più mi fanno male sono quelli secondo cui i nostri politici sono tra i più pagati e più incapaci d'Europa, quelli secondo cui l'Italia è un Paese con livelli di corruzione e di evasione altissimi, ma nel contempo è anche un Paese con una tassazione molto superiore alla media europea a fronte di servizi spesso da terzo mondo e, ancora, quello secondo cui il nostro è il Paese degli scandali e degli sprechi, con una disoccupazione dell'11,5% ( e non ti cito quella giovanile per non privarti del tuo ben noto ottimismo).
E tra noi”, come mi scrivi tu, “possiamo dircelo: questo luogo comune non è così distante dalla realtà.” Anzi, aggiungo io, tra noi possiamo dirci che sono proprio tutti fin troppo veri questi luoghi comuni.

Aggiungi poi che “... in questi due anni e mezzo di Governo...” hai “...visitato moltissimi stati e...” hai “... provato con tutte le...” tue “...forze, a dare dell'Italia un'immagine diversa...”. Mi aggiungi anche che... “In questi anni qualcosa è finalmente cambiato”, e che “...l'Italia non è più considerata un problema per l'Europa...”.

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Ti do atto che l'Europa ha avuto parecchi problemi negli ultimi tempi e non sempre il nostro Paese è stato la preoccupazione principale, ma da questo ad essere rispettati ne corre.
Forse, però sono io che mi sono persa qualche passaggio e non ho notato il miglioramento radicale della nostra immagine all'estero.
Illuminami, ti prego.
Forse pensi che il costosissimo aereo di stato che ti sei comprato a spese degli italiani abbia convinto l'Europa che ora siamo un popolo dalla politica stabile e ormai fuori dalla crisi economica?

Se è così, mi dispiace deluderti, ma la Germania e la Francia non hanno prestato attenzione al tuo fiammante mezzo di trasporto, ricordano di più i tuoi ritardi al Parlamento Europeo, seguiti da telefonate, selfie e quant'altro, mentre Schulz aspettava. Nel caso la memoria ti fosse venuta meno ti metto qui il link, per rinfrescartela.
Gli inglesi (e non solo loro), ti hanno soprannominato Mr. Bean e non solo per la somiglianza fisica.
Certo hai lasciato il segno, ma è uno di quelli che generano i risolini di scherno di cui sopra.

In conclusione, caro Matteo, credo che il rispetto degli altri paesi e, prima ancora, degli Italiani si debba guadagnare sul campo, dimostrando professionalità e serietà e questo nulla ha a che fare con il cambiare la Costituzione.
In merito a questa sappi, però, che ho una testa tutta mia (per ora) e con quella cercherò di prendere la decisione che ritengo migliore, al di là delle lettere e della propaganda.

Un'italiana che ha preso un biglietto per la Germania, solo andata.