Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

sabato 31 dicembre 2016

Tra Natale e Capodanno

Stavate quasi per scamparvi il post di fine anno, ma non ho resistito. 
Del resto avete già evitato quello di Natale, non potete chiedere troppo.
Come ormai quasi tutti voi saprete, questo periodo coincide anche con un anniversario importante per noi, la nostra venuta in Germania.

In un freddo 4 Gennaio del 2014 siamo partiti da casa di mia mamma, dove eravamo stati ospitati dopo la vendita della nostra casa, con grande gioia della nonna che ha potuto godersi per due settimane i suoi nipotini.
Ho terminato il 2013 supervisionando e aiutando i traslocatori a caricare il camion del trasloco (diventati poi 2 a causa dei libri) con la nostra vita italiana e pregando che non nevicasse così che non chiudessero il passo del Brennero.
Avevamo passato il Natale senza papà Giuseppe e così è stato a Capodanno, ma non ci importava perchè sia io che i bimbi sapevamo che da lì a qualche giorno saremo stati finalmente tutti insieme.
Ho cominciato l'anno in preda all'ansia che qualcosa andasse storto, perchè avevamo tempi così stretti che il minimo contrattempo avrebbe fatto saltare tutti i nostri piani.
Naturalmente, i contrattempi ci sono stati e i traslocatori sono arrivati con 12 ore di ritardo a Bonn dove Peppe li aspettava, ma lui è riuscito ugualmente a prendere l'aereo grazie al quale, finalmente, ci siamo riuniti.
Il 4 Gennaio 2014 eravamo sulla strada per la nostra nuova vita, finalmente tutti insieme.
Qualche volta ripenso a quel giorno, (lo ricordo come se fosse ieri) e, stranamente, so che non avevo paura, perchè ero convinta che tutto sarebbe andato bene.
Non so perchè, forse era solo superficialità , o ignoranza, o l'entusiasmo per la fine di un periodo davvero molto difficile, ma non temevo neppure la lingua.
Quello che provavo era nostalgia per quella parte della nostra vita che era finita e che non avrebbe più potuto tornare.
A distanza di tre anni, provo ancora un po' di nostalgia e molta tenerezza per la nostra vita passata, per le nostre italiche avventure con le quali potrei scrivere un altro blog e anche per l'ingenuità con cui abbiamo affrontato un cambiamento così importante e così denso di conseguenze.

Se questo è un momento di bilancio, il mio deve essere triennale, per forza.

Mi sento cambiata dalla nostra avventura germanica e non solo perchè ora riesco a litigare in due lingue, invece che con una sola (che poi la pronuncia tedesca sembra fatta apposta per litigare); perchè capisco ormai (per adesso) solo la metà di quello che raccontano i miei figli agli amichetti che vengono a trovarli e perchè comincio a diventare intollerante nei confronti dei disservizi (che ci sono anche qui, non preoccupatevi).

Credo, sopratutto di aver perso certezze.
Il contatto con così tante culture diverse, non solo quella tedesca, ma anche quella russa, quella araba, polacca, algerina (e tante ancora ne potrei nominare), mi fa rendere conto che nemmeno l'ora dei pasti è qualcosa di assodato.
Questo mi ha portato a non dare nulla per scontato, dalle cose più piccole e banali, come il modo di salutare, a quelle più importanti.
La conoscenza e rispetto delle differenze è diventato un punto fondamentale dei rapporti sociali, forse perchè io stessa faccio parte delle differenze.
In un contesto, in cui anche offrire un caffè può essere complicato (noi ci ostiniamo, felicemente, a bere caffè italiano), bisogna necessariamente fare dell'umiltà e del dubbio la propria bandiera.

Considero questa perdita un dono, un difficile, faticosissimo, meraviglioso dono.


Per i miei figli, invece, questo crogiuolo di popoli e lingue è solo un dato di fatto.
Immersi in questa realtà viene loro naturale sapere almeno le parolacce in arabo (che le parolacce arabe pare rendano benissimo), i giorni della settimana in russo, i saluti in giapponese e i numeri in croato.
Per non essere da meno ho dato il via a uno scambio di ricette con un'amica indiana che cucina benissimo e una algerina, ma non escludo ricette polacche in un vicinissimo futuro e russe, fornite dalle mamme di alcuni compagni di classe di Giacomo.
Tutte queste differenze però possono anche paralizzare, dare la sensazione di straniamento e di inadeguatezza e, alcune volte, è successo anche a noi di fronte la difficoltà di comunicare (al di là della lingua, che già sarebbe sufficiente).
Abbiamo superato (e continuiamo a superare) questi momenti grazie all'umiltà e alla fiducia in noi stessi.
So che possono sembrare termini contraddittori, ma entrambe queste qualità ci sono servite per comprendere i nostri limiti senza vergognarcene, per chiedere aiuto quando ne avevamo la necessità, cercando sempre di migliorare e di imparare.
Certo una buona dose di pazienza e di ottimismo è indispensabile.
Così, dopo tre anni ho davvero molto di cui essere grata.

Tommaso continua la sua avventura ginnasiale, ormai né più e né meno dei suoi coetanei tedeschi e Giacomo ha cominciato con successo il suo primo anno di elementari.

Persino Giuseppe deve ammettere che il lavoro è molto migliore rispetto a quello che faceva in Italia. Certo continua a lamentarsi della lingua e a coltivare il suo progetto non segreto di convincere tutti i tedeschi (a uno a uno ) ad adottare l'Italiano come lingua ufficiale.

Il mio lavoro (è un po' esagerato chiamarlo lavoro) prosegue piuttosto bene e, fortunatamente per me, non sono ancora guarita da quella malattia mentale che mi porta a ritenere il tedesco una lingua stimolante e bella (si ho detto bella) da studiare.

Siamo persino riusciti a comprarci un piccolo appartamento qui e a farci un mutuo, il chè è stupefacente dal punto di vista delle nostre conoscenze linguistiche. Così abbiamo scoperto che, almeno dal punto di vista delle riunioni condominiali, tutto il mondo è paese.

C'è una cosa però, che più di ogni altra mi rende grata, che da quel 4 Gennaio 2014 la nostra famiglia non ha più dovuto separarsi.


Auguro a tutti voi bilanci assolutamente positivi e un 2017 di cui essere molto, ma molto grati.



venerdì 16 dicembre 2016

Tutti a nuotare

Voglio subito rassicurare quanti mi vogliono bene: in questo mese di silenzio stampa non sono impazzita, malgrado qualche volta la vita sembri miri proprio a questo, e non scrivo questo post sotto l'effetto di alcun tipo di droga.

Detto questo, sì, lo so che siamo a Dicembre e sotto Natale si dovrebbe parlare di sport invernali, ma sto scopro ogni giorno di più che la Germania è un paese originale, per certi versi.
Si dice spesso che il nuoto sia lo sport più completo che esista, bene i tedeschi hanno preso questa affermazione alla lettera, tanto da inserirlo nel programma pedagogico delle scuole.
In altre parole in 3/4 elementare e in 6/7 (almeno al Gymnasium) per un semestre il nuoto sostituisce le normali lezioni di ginnastica.
Ci sono alcuni Gymnasium, in cui bisogna addirittura aver raggiunto un certo livello in questo sport per poter essere ammessi (normalmente il più alto prima del livello agonistico, o quasi).

I tedeschi, però, nulla lasciano al caso. 
Non è come in Italia, in cui uno frequenta un corso di nuoto, impara a nuotare e finisce lì (almeno fino a che non vuoi fare agonismo); i corsi di nuoto tedeschi prevedono un esame alla fine di ogni corso e, in base al risultato si riceve un certificato di livello.
Ecco qui una traduzione casalinga dei principali livelli (ma vi risparmio la descrizione di ogni esame che potete comunque trovare qui).
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cavalluccio marino da attaccare al costume da bagno 


Principianti (Frühschwimmer): Cavalluccio marino (Seepferdcher)
                                                 Pirata (seeräuber)

Certificato tedesco di nuoto per adolescenti (Deutsche Jugendschwimmpass (bis 17 Jahre): Bronzo (Bronze)
                 Argento (Silber)
                 Oro (Gold)



Siccome i genitori tedeschi vogliono essere sempre pronti, appena i loro figli compiono i cinque anni, li devono (e sottolineo devono) far cominciare  corsi di nuoto, così arriveranno preparati al corso della scuola.

Noi che, invece, tedeschi non siamo, naturalmente, siamo rimasti all'oscuro di tutto questo fino a che il Gymnasium frequentato da Tommaso non ci ha mandato una lettera, per avvisarci che il prossimo anno il nuoto sarà materia curriculare e che, per frequentare il corso, dovrà già sapere nuotare con sicurezza (traducete: avere un certificato che attesti che non conosce solo lo stile del “mattone” ).
Certificato da Pirata

Tommaso ha sempre nuoticchiato al mare senza annegare, ma da qui a possedere “sicure conoscenze”, ne passa.

Quindi, dopo un certo moto di ribellione insito nel nostro DNA italiano contro qualunque tentativo di inquadramento, abbiamo deciso cogliere l'occasione per vincere le resistenze del preadolescente nei confronti di ogni tipo di sport e di iscriverlo a un corso di nuoto.
Naturalmente Giacomo, anche detto “piccolo pesciolino” non ha voluto essere da meno.

Ora, che ci va a iscrivere due bambini a un corso di nuoto?

Niente! Si va in piscina, li si iscrive e si paga.

E no, questo in Italia, forse, in Germania è una guerra all'ultimo click.
Infatti, per quanti corsi ci siano, i posti sono sempre inferiori alle richieste.
Ci siamo trovati, così, a gareggiare contro una mandria di genitori tedeschi incattiviti, disposti a tutto per accaparrarsi un posto per il proprio pargolo.

Già conoscete di quale spirito di competizione sia dotato il popolo germanico (se non vi ricordate, vi rimando a questo mio post di qualche tempo fa, ma sempre valido), se poi sono genitori questo si moltiplica all'ennesima potenza ; e quale miglior occasione per esercitarsi in vista alle iscrizioni alle scuole superiori se non i vari corsi sportivi, nuoto in testa?

Per fortuna nostra è entrato in azione “Giuseppe-eroe dei videogiochi” e, dotato di caffè forte per restare sveglio fino a mezzanotte, alle 00,02 del giorno stabilito per l'apertura delle iscrizioni ha inviato via mail tutti e due i moduli (precedentemente compilati).
Per sicurezza ha ripetuto l'invio alle 00,05.
Dopo due giorni di attesa è giunta la risposta: i nostri due piccoli italo-vichinghi potevano frequentare il tanto sospirato corso di nuoto, che, tanto per la cronaca, è dalle 8,30 alle 9,15 di Sabato e Domenica (alla faccia del dormire fino a tardi almeno fine settimana).

Una mia amica tedesca non ancora incattivita, per non sembrare ansiosa, ha aspettato le 8,00 del mattino per inviare la domanda ed è finita in lista d'attesa.

Oggi vi saluto con l'augurio di nuotare sempre in acque serene, ma, soprattutto, con un avvolgente BUONE FESTE a tutti e

“Che la sanità mentale sia con Voi !”

... nelle corse agli ultimi regali,
durante i pranzi e i cenoni con i parenti e
quando salirete sulla bilancia post feste (io consiglio di non provarci prima di Pasqua).


venerdì 18 novembre 2016

“Caro Presidente...”

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Ebbene sì amici, unica della mia famiglia, ho avuto la grande fortuna di ricevere la letterina del nostro presidente del Consiglio, che, naturalmente, chiede il mio voto per il Referendum del 4 dicembre prossimo.
Non potevo esimermi dal rispondere direttamente al nostro amichevole Matteo nazionale...e voglio farlo qui per condividere il mio pensiero (brutto e cattivo) con tutti voi.
Naturalmente tutti i commenti e i post che voi vorrete condividere con me su questo argomento, purchè educati, mi faranno piacere, anche se in disaccordo con quello che scrivo io.
Nel frattempo, buona lettura e Buona Vita a tutti.

Caro Presidente del Consiglio,
La tua lettera (voglio darti del tu, visto il tuo atteggiamento aperto e cordiale) mi ha colpito molto e ho deciso risponderti direttamente.

Ti premetto che non entrerò assolutamente nel merito del voto, perchè penso che ogni decisione presa consapevolmente sia da rispettare, non importa se in accordo o meno con il mio pensiero.
Neppure voglio dilungarmi sull'opportunità o meno di spendere 4 milioni di euro per spedirle queste lettere.
Voglio credere che tu ci abbia riflettuto a lungo e che abbia avuto validissimi motivi per destinare al coinvolgimento nel voto di noi italiani residenti all'estero questi soldi (non tuoi, ma degli italiani tutti), invece di pensare ai terremotati che una residenza concreta non ce l'hanno più, o ai disabili gravi che da poco si sono visti rifiutare il progetto “dopo di noi” che avrebbe loro garantito una vita dignitosa dopo la morte dei genitori, o, ancora, agli studenti che sono costretti a frequentare scuole fatiscenti e non a norma.

Vorrei invece rispondere punto per punto alla lettera di cui mi hai onorato.

Esordisci con (cito testualmente) “Cara italiana, caro italiano...nessuno meglio di voi, che vivete all'estero, sa quanto sia importante che il nostro Paese sia rispettato fuori dai confini nazionali” (me lo scrivi proprio così, in grassetto e in rosso, così che io lo legga subito)...”Ma nello stesso tempo, nessuno meglio di voi ha provato sulla propria pelle il fastidio, o addirittura la mortificazione di sentire, sull'Italia, risolini di scherno, accompagnati dai soliti, umilianti luoghi comuni”.

Permettimi subito una riflessione personale: “il fastidio”, o meglio la “mortificazione” non li provo per i luoghi comuni dei tedeschi (nel mio caso).
Li ho provati, invece, insieme a tanto altro, quando io e mio marito siamo stati costretti ad accettare il fatto che tutti i sacrifici fatti in Italia erano inutili;
quando siamo stati costretti a svendere la casa dei nostri sogni;
quando siamo stati costretti a sradicare i nostri figli dal loro paese e a portarli lontano dai loro amici e dai nonni;
quando siamo stati costretti a imparare una nuova lingua e una nuova cultura per dare ai nostri bambini un presente di qualità e un futuro di speranza.

Questo è stato umiliante e nessun luogo comune potrà mai essere più pesante della verità che noi, insieme a tanti altri immigrati (perchè noi qui siamo immigrati), abbiamo conosciuto.

Però visto che di luoghi comuni ti piace parlare, vorrei ancora informarti che non è quello che citi tu (“un Paese dalla politica debole”) il più fastidioso per me. I luoghi comuni che più mi fanno male sono quelli secondo cui i nostri politici sono tra i più pagati e più incapaci d'Europa, quelli secondo cui l'Italia è un Paese con livelli di corruzione e di evasione altissimi, ma nel contempo è anche un Paese con una tassazione molto superiore alla media europea a fronte di servizi spesso da terzo mondo e, ancora, quello secondo cui il nostro è il Paese degli scandali e degli sprechi, con una disoccupazione dell'11,5% ( e non ti cito quella giovanile per non privarti del tuo ben noto ottimismo).
E tra noi”, come mi scrivi tu, “possiamo dircelo: questo luogo comune non è così distante dalla realtà.” Anzi, aggiungo io, tra noi possiamo dirci che sono proprio tutti fin troppo veri questi luoghi comuni.

Aggiungi poi che “... in questi due anni e mezzo di Governo...” hai “...visitato moltissimi stati e...” hai “... provato con tutte le...” tue “...forze, a dare dell'Italia un'immagine diversa...”. Mi aggiungi anche che... “In questi anni qualcosa è finalmente cambiato”, e che “...l'Italia non è più considerata un problema per l'Europa...”.

Risultati immagini per punto interrogativo

Ti do atto che l'Europa ha avuto parecchi problemi negli ultimi tempi e non sempre il nostro Paese è stato la preoccupazione principale, ma da questo ad essere rispettati ne corre.
Forse, però sono io che mi sono persa qualche passaggio e non ho notato il miglioramento radicale della nostra immagine all'estero.
Illuminami, ti prego.
Forse pensi che il costosissimo aereo di stato che ti sei comprato a spese degli italiani abbia convinto l'Europa che ora siamo un popolo dalla politica stabile e ormai fuori dalla crisi economica?

Se è così, mi dispiace deluderti, ma la Germania e la Francia non hanno prestato attenzione al tuo fiammante mezzo di trasporto, ricordano di più i tuoi ritardi al Parlamento Europeo, seguiti da telefonate, selfie e quant'altro, mentre Schulz aspettava. Nel caso la memoria ti fosse venuta meno ti metto qui il link, per rinfrescartela.
Gli inglesi (e non solo loro), ti hanno soprannominato Mr. Bean e non solo per la somiglianza fisica.
Certo hai lasciato il segno, ma è uno di quelli che generano i risolini di scherno di cui sopra.

In conclusione, caro Matteo, credo che il rispetto degli altri paesi e, prima ancora, degli Italiani si debba guadagnare sul campo, dimostrando professionalità e serietà e questo nulla ha a che fare con il cambiare la Costituzione.
In merito a questa sappi, però, che ho una testa tutta mia (per ora) e con quella cercherò di prendere la decisione che ritengo migliore, al di là delle lettere e della propaganda.

Un'italiana che ha preso un biglietto per la Germania, solo andata.


giovedì 27 ottobre 2016

Finalmente Casa

Al grido di:”Si può faaaareeee!”, siete arrivati fino qui, ora non vi rimane che lo sprint finale.
Anzitutto armatevi di santissima pazienza, molta diplomazia e... un buon dizionario (no google traslate).

Siamo giunti infatti al momento del

Entwurf/Vertrag. In Germania non esiste il precontratto. Non provate nemmeno a spiegarglielo, ai tedeschi, perchè va al di là delle loro possibilità di comprensione “un contratto, prima del vero contratto, che però è vincolante ugualmente....”li avete persi a “prima del vero contratto”...e non perchè il sistema tedesco sia più semplice, è solo diversamente complicato.
L'Entwurf è una bozza del contratto (Vertrag), o, meglio, una copia piuttosto fedele di ciò che firmerete davanti al notaio.
Vi verrà spedito dal notaio qualche giorno prima dell'appuntamento (nel nostro caso molti giorni prima per darci la possibilità di tradurlo).
Il mio consiglio è, infatti, assolutamente TRADUCETELO parola per parola e cercate di capirlo meglio possibile, tanto per essere sicuri di non aver comprato la lavatrice più cara del mondo.
Io ci ho messo 15 ore (si avete capito bene 15 ore) a tradurre tutto, con l'aiuto dell'insostituibile Peppe che, di fronte a espressioni semplici ma incomprensibili, del tipo il Notarkonto (che, al di là di “conto del notaio” che cosa è in realtà e a cosa serve?), si è lanciato in pazze ed estreme ricerche on line. 
Dopo “sole” 15 ore di traduzione, su cui potrei scrivere un manuale dal titolo “alla ricerca del verbo perduto”, perchè più il tedesco è “alto”, meno verbi ci sono, alcune cose (oltre a “dove sono finiti tutti i verbi?”), sono comunque rimaste oscure, poiché il sistema tedesco è diverso dall'italiano e quindi siamo ricorsi al fidato Makler (l'agente immobiliare) che, per esempio, ci ha spiegato che se il comune pianifica dei lavori di canalizzazione nella strada davanti a casa vostra, una parte delle spese ricade sui voi proprietari.

Non lo sapevate vero? 
Nemmeno noi, per questo un buon agente immobiliare dovrebbe chiamare il comune per sapere se hanno pianificato lavori di cui dovreste essere a conoscenza.

Detto questo, non fidatevi ciecamente del vostro Makler, soprattutto se vuole mettervi fretta nel firmare il contratto.
In questo caso, qualunque cosa vi dica, non lo dice nel vostro interesse ma nel suo, perchè lui verrà pagato a contratto concluso, non alla consegna delle chiavi. Dalla firma del contratto in poi, salvo portare a termini incarichi precedentemente accordati, il suo lavoro è terminato.
Siccome, però, il contratto non viene firmato contestualmente al mutuo, come in Italia, siate ben sicuri che la banca vi abbia concesso il mutuo e non fidatevi dei Sì sulla parola. Sarebbe davvero un bel problema firmare il contratto e poi non avere i soldi per pagare.

Ma come fa la banca a concedervi il mutuo se la casa che vorreste dare in grarnzia per il mutuo stesso non è ancora vostra? 

Semplice (si fa per dire): la banca vi da l'assenso scritto per la concessione del mutuo, ma pagherà il proprietario solo previo arrivo di una catervata di documenti, compresa l'iscrizione del vostro nome, prima come colui a cui il proprietario ha fatto la delega ai fini dell'ipoteca nel Grundbuch (libro dei terreni) e, dopo il pagamento, come proprietario effettivo.


Questo giochino vi costerà doppio: quando il notaio farà scrivere la prima volta il vostro nome nel Grundbuch e quando lo farà cancellare e riscrivere uguale identico tre righe più sotto. 
Naturalmente in questo libro verrà iscritta anche l'ipoteca bancaria, a vostre spese, e anche la cancellazione a fine mutuo sarà a vostre spese, ma di questo vi preoccuperete tra 10/20 anni.

l
Considero questa perdita un dono, un difficile, faticosissimo, meraviglioso dono.

Nel contratto c'è scritto anche il momento in cui il pagamento diverrà effettivo e ci potrà essere il passaggio delle chiavi (previo arrivo di tutti i documenti di cui sopra). 
Solitamente, in presenza di richiesta mutuo, sono 4/6 settimane dopo la firma del Vertrag.

 Che cosa farete durante questo periodo, se non siete pazzi come noi e andate in vacanza? Controllerete che tutti spediscano a tutti i documenti necessari e...
pagherete, pagherete pagherete.

Vi ricordate, infatti tutte le spese che vi ho enumerato prima (casa casa)? Bene, ora è il momento...dovrete saldare tutte le parcelle, dall'agente immobiliare, alle tasse... (che si pagano PRIMA) ai costi accessori per la prima iscrizione nel Grundbuch... 

Solo alla fine, potrete pagare (in realtà la banca paga, a voi arriva solo una lettera del pagamento, insieme al piano di ammortamento del mutuo) la vostra tanto desiderata casa...

...e potrete cominciare a impacchettare tutto (a quel punto il trasloco vi sembrerà una passeggiata).


Dopo tutto questo non posso che augurarvi BUONA VITA e BUON AUTUNNO con una foto del Foliage che si vede dalla finestra della casa nuova

sabato 15 ottobre 2016

Casa, casa

Se le spese per il mantenimento di una casa/appartamento non vi hanno demoralizzato (tasse incluse, per le quali vi rimandiamo anche al commento alla fine del post precedente del sempre prezioso amico Jakob, per avere maggiori delucidazioni), speriamo che non vi spaventino i

4.”Nebenkosten”. Che si tratti di costi lo avete capito da soli, tradotto letteralmente “Costi a fianco”.
A fianco di cosa? In questo caso a fianco al prezzo dell'acquisto della casa. Infatti, oltre al prezzo della casa dovete calcolare un esborso di circa il 12,7 % (che può arrivare fino al 16 %, a seconda della percentuale che prende l'agenzia immobiliare), da suddividere così:

6,5 % Grunderwerbsteuer (tassa di trasferimento, circa), che è, mi dicono le mie fonti italiane, è equiparabile alla nostra imposta di registro.

3,70 – oltre 7% per l'agente immobiliare.

1,5% Notarkosten. Non avete bisogno di nessuna traduzione...e sì i notai esistono anche qui.

0,5% Grundbucheintrag: trascrizione nel “libro dei terreni”, il nostro catasto (ma spiegheremo meglio dopo).

Per chiarire meglio: una casa che costa 300.000 euro (e non crediate che sia un prezzo esorbitante per una casa qui) porterà con se circa 38.100 euro di Nebenkosten.
Quando calcolate il budget a vostra disposizione (soprattutto se avete intenzione di chiedere un mutuo) non dimenticatevene o potreste incorrere in brutte sorprese.
Comunque, qualunque sito di case ve le mostrerà e, anche in banca ve lo ricorderanno.

4a.Troverete moltissimi annunci che non prevedono “agenzia immobiliare”, e, nel tentativo di risparmiare qualche migliaio di euro, potreste esserne tentati.
Il mio personalissimo consiglio è, soprattutto se siete stranieri e con la lingua ancora ci litigate, assolutamente NO.

La banca chiederà millanta milioni di documenti che voi non saprete dove recuperare e, magari, nemmeno il proprietario;
il notaio avrà 250 domande da fare, soprattutto se siete stranieri ( se poi siete sposati in divisione dei beni e sarà un'altra bell'avventura).
Un buon agente immobiliare sarà il vostro tramite, potrà spiegarvi bene tutti gli obblighi per un proprietario di casa in Germania (alcuni di questi obblighi non esistono in Italia) e, non ultimo, tradurre il contratto di compravendita da tedesco burocratico (non compreso nemmeno dalla maggior parte dei tedeschi e, con questo, ho detto tutto) a tedesco per comuni mortali
A questo proposito, sappiate che quando firmerete il contratto firmerete anche di averne compreso bene il contenuto, quindi, nel caso nutriste qualche dubbio, fatevi fare una traduzione in italiano (il vostro agente immobiliare dovrebbe presentarvi anche questa possibilità).
In conclusione quindi, a parer mio, questi soldi sono ben spesi.
Inoltre, tramite agenzia immobiliare, non incorrerete in truffe, perchè anche qui c'è qualcuno che vorrebbe vendervi la corrispondente fontana di Trevi di un celebre film con Totò.

Quanto detto fin'ora non vi ha fatto demordere? Allora siete pronti per affrontare l'iter burocratico-finanziario per arrivare al possesso delle chiavi del vostro krukkennido.

Una volta ottenuto il vostro diritto di prelazione, controllato tutti i costi di mantenimento, i documenti attestanti le ristrutturazioni fatte nel corso degli anni (importante, soprattutto se si tratta di case indipendenti), se rompere il porcellino non vi basta, dovrete

Andare in banca a chiedere un mutuo. Il mio consiglio personalissimo è di evitare le finanziarie, che, potranno avere tassi un pochino più bassi (non sempre) ma molte volte sono raggiungibili solo telefonicamente e, se questo può essere ininfluente per un tedesco, per chi si spiega ancora con i gesti e i disegnini (mai sottovalutare i disegnini), è importantissimo.
Le banche sono sempre banche, ad ogni latitudine, quindi sapete benissimo come funzionano:vi faranno la radiografia prima di concedervi il tanto sospirato mutuo.
Prima, però, di fare una richiesta scritta vincolante, fatevi un giro di preventivi, in modo da capire quale banca vi faccia non solo il tasso, ma anche le condizioni migliori.
Il mio consiglio è, addirittura, di scegliere la banca prima della casa: questo vi permetterà di sapere con sicurezza qual'è il budget sul quale potete contare e risparmierete tempo e delusioni cocenti, guardando case al di sopra delle vostre possibilità.
Inoltre, le banche stesse sapranno orientarvi sui criteri della casa che renderanno più semplice ottenere il mutuo (anno di costruzione, quartiere, con o senza garage ecc). Noi siamo stati molto aiutati.
Bisogna dire, infine, che in Germania le banche sono piuttosto veloci nel dare una risposta, di solito meno di una settimana, quindi riuscirete a stare nei 15 giorni.

Se siete arrivati fino a qui mantenendo un certo equilibrio mentale non potete perdevi la degna conclusione di cotanti sforzi...
Non perdetevi, quindi, il prossimo e, prometto, ultimo capitolo su “tutto quello che avreste voluto sapere sul mercato immobiliare tedesco e non avete mai osato chiedere”.

Nel frattempo, io torno a spacchettare (ne avrò almeno fino a Natale) e a tutti voi auguro Buona Vita.

Non dimenticatevi che siamo anche su fb.


venerdì 30 settembre 2016

Comprando casa in Germania...Vademecum in-completo

Dopo lunghissimo silenzio, finalmente riemergo e abbandono, almeno momentaneamente, pacchi, commissioni, compiti (miei e dei bambini) e tutto quello che fino ad ora mi ha completamente assorbito.
Dopo mesi di lavoro inesausto, o, meglio, esausto, (nel senso che non ce la faccio proprio più), dalle traduzioni, alle telefonate, al ben più materiale impacchettamento, trasporto e spacchettamento, un po' di calma.
Ma che ve lo dico a fare, tutti quelli che hanno fatto almeno un trasloco (anche se tutti quelli/quelle che conosco hanno alle spalle una carriera come traslocatori che potrebbero farlo di professione) possono capirmi.

Se la fatica e le difficoltà esistono ovunque, però, non pensate che comprare casa in fondo sia uguale in tutto il mondo, perchè in Germania (o, almeno in N.R.W.) è molto diverso dall'Italia.
Quindi per tutti voi che, invece alle Seychelles, non sognate altro che comprare casa in Germania, ecco a voi un piccolo elenco di differenze.

1.“die Reservierung”: Se vi piace una casa, o un appartamento (qui la differenza è molto marcata, quindi guai a dire che avete “comprato casa” se è un appartamento), il primo passo da fare, quando andate a vederla, è “reservieren” ossia “riservare” la casa.
Si può fare per iscritto, o a voce, a seconda dell'agenzia immobiliare, ma, in qualsiasi caso, questo vi darà il diritto di prelazione sull'acquisto per 15 giorni.
In questo arco di tempo, potrete fare ulteriori visite con calma, magari accompagnati da qualcuno di vostra fiducia che se ne intenda e richiedere ulteriori documenti a riguardo.
Se questo dovesse farvi cambiare potrete/dovrete esercitare il diritto di recesso (sempre per iscritto, o a voce, a seconda dei casi) senza dover dare nessuna spiegazione.
E' molto importante compiere questo passo se una casa vi interessa davvero perchè il mercato immobiliare qui in Germania (nelle città soprattutto) è molto dinamico e potreste vedervi “letteralmente” portare via da sotto al naso l'oggetto dei vostri desideri.

Tra i documenti da valutare subito, quelli riguardanti

2.“Hausgeld”. Letteralmente “costi per la casa”.

l
Non conosco più il nome italiano, troppe volte è stato cambiato, ma in sostanza sono l'immondizia e l'acqua per le case indipendenti, mentre per i condomini, dipende dal regolamento condominiale: oltre alle voci sopracitate, che però vengono calcolati diversamente a seconda del regolamento condominiale (a persona, a metro quadro, o, persino misto): alcuni condomini hanno il riscaldamento centralizzato, quindi il riscaldamento è incluso, alcuni hanno l'Hausmeister (una specie di manutentore tuttofare che si occupa delle parti comuni), altri il giardino condominiale, o il garage, tutti pulizia scale ecc ecc.

Un aspetto molto diverso dall'Italia e qui molto diffusa è il “Ruecklagenbildung”.
Se comprate un appartamento, nel 90% dei casi l' Hausgeld, conterrà anche una quota mensile per eventuali lavori, dal rinnovo del tetto alle finestre, dalla sistemazione dei balconi al rifacimento facciata ecc. Questo permette di avere sempre a disposizione una cifra per mantenere i condomini in buono stato ed evita le liti condominiali ogni volta che bisogna fare un lavoro.
Il lato negativo è che con tutte queste voci i costi lievitano e la rata mensile dell' Hausgeld è solitamente molto alta (partiamo da 300 euro per arrivare anche anche 700 euro mensili).
Inoltre, in caso di vendita, è praticamente impossibile riuscire a farvi rimborsare la quota del Ruecklagenbildung rimasta inutilizzata.

Ma i costi non sono finiti qui.

3.“Grundsteuer b”. Tassa sul terreno, meglio conosciuta in Italia come Imu. Non penserete infatti che lo stato tedesco non vi faccia pagare le tasse sulla casa, vero? Anzi, dovete sapere che le tasse (diverse non solo da regione a regione, ma anche da quartiere a quartiere) sono molto più alte rispetto all'Italia. Infatti, qui non c'è nessuna differenza tra prima e seconda casa. Per darvi una misura (assolutamente indicativa) dei costi, per un'appartamento di 100-120 mq in un quartiere “medio” di Bonn si pagano da 600 a oltre 900 euro annuali, però pagabili in “4 comode rate trimestrali”. Detto questo, non voglio più sentire un italiano lamentarsi dell'Imu (su tutto il resto potete ancora lamentarvi con il mio “indispensabile” appoggio).
Mi raccomando, richiedete subito questo documento, perchè qualche volta gli agenti immobiliari (questi sì, uguali in tutto il mondo) tendono a “minimizzare” queste spese.

Tutte queste spese non vi hanno demoralizzato e siete sempre decisi a trovare il vostro krukkennido?
Allora non perdetevi il prossimo blog, perchè, per ora, il mio tempo è proprio finito, ma prometto che non vi lascerò soli a lungo. Nel frattempo, se volete, potete seguire le nostre avventure anche su fb.

Buoni spacchettamenti e buona vita a tutti.



martedì 9 agosto 2016

Casa, dolce casa!

Cari amici, è moltissimo tempo che non aggiorno il blog e mi dispiace molto, ma spero di farmi perdonare raccontandovi tutte le nostre novità.

Naturalmente, siamo andati finalmente in vacanza.
Ne avevamo proprio bisogno.

Abbiamo avuto un anno intenso, pieno di avventure, ma è il “dopo ferie” a richiedere moltissime energie, quindi dovevamo ricaricare le batterie.

Per farlo siamo tornati in Italia, così abbiamo potuto svuotare il cervello dal tedesco (speriamo non troppo, visto che ora ci servirà di nuovo), godere di un clima umano, (dal momento che a Bonn a Luglio il clima è stato così meraviglioso che ci siamo presi tutti l'influenza), fare scorte di salami, formaggi, olio e quant'altro (che altro che le macchine che vengono dal sud piene di provviste), vedere tutti gli amici che, pigroni, non sono ancora venuti a trovarci e, ultimo, ma non per ultimo, abbiamo potuto accontentare tutte le nonne e i nonni.
La mia nonna innanzitutto che voleva vedere i pronipotini “prima che fosse troppo tardi” (ma in realtà ci seppellirà tutti), la nonna Mattea che voleva rivedere “un'ultima volta” (vedi parentesi sopra) Torino, incluso giro cimitero e i miei genitori, sempre ansiosi di rivedere i nipotini.

Per fare tutto questo e goderci anche un po' di mare, abbiamo scelto la Liguria.
Dopo tre settimane di affetto e affettato ora siamo tornati a casa per affrontare con rinnovate energie le sfide che ci aspettano.

Di sfide ci aspettano ce ne sono tante e molte le conoscete già, ma ce ne siamo tenuti una grandiosa.

Abbiamo comprato casa.


Ebbene sì, malgrado il nostro tedesco ci metta a rischio di comprare una lavatrice invece di un appartamento, noi, come i calabroni, voliamo lo stesso, con la speranza di atterraggi morbidi.

Al di là della, sempre utile, ironia è stato per noi un passo davvero importante e, prima ancora, una decisione travagliata (e non per la lingua).
Comprare casa, infatti, sancisce in modo definitivo (per quanto significa definitivo nella vita umana) la nostra intenzione di fermarci in Germania in modo permanente.
Contrarre un mutuo, del resto, (perchè non penserete mica che ci sia bastato rompere il porcellino?) ci lega a questo paese per un bel po' di tempo.
Ci abbiamo riflettuto a lungo e, come potrete immaginare, ancora una volta sono stati i nostri figli a far pendere l'ago della bilancia.
Per loro casa è Bonn, qui hanno la scuola, gli amici e l'Italia significa tutt'al più vacanza, nonni e pizza.
Per quanto riguarda noi, saremo sempre divisi a metà, come recitava una vecchia pubblicità “cuore italiano su meccanica tedesca” (almeno speriamo, perchè il contrario sarebbe peggio), ma questo paese è stato con noi davvero molto generoso, ci ha regalato una serenità impensabile in Italia, concrete possibilità di realizzare i nostri sogni, tempo di qualità da trascorrere tutto insieme e, soprattutto, fiducia nel futuro dei nostri figli.

Detto questo, per chiarezza, voglio ribadire ancora una volta che la Germania non è un paese perfetto, non tutti si trovano bene e molti colleghi di Giuseppe sono tornati nel loro paese di origine, malgrado le difficoltà economiche.

Il mio giudizio è, quindi, assolutamente personale e si basa esclusivamente sulle nostre esperienze e sulle nostre aspettative.
La cronaca e la politica ci dimostrano del resto ampiamente ogni giorno che le sfide da affrontare sono molte e importantissime anche per la Germania e non tutte sono semplici da vincere.
Io, però, che, come sapete sono, principalmente, una massaia, non mi baso nei miei giudizi sui problemi, ma sul modo di affrontarli e, per ora, questo paese mi pare sia un buon paese.

Quindi, perchè non tentare di fare qui ciò che avevamo cominciato a fare in Italia (e che poi abbiamo dovuto bruscamente interrompere), cioè costruirci un nido tutto nostro?
Certo, è stato tutto men che semplice, tra banche, notai, agenti immobiliari e tasse e se siete curiosi di conoscere quello che ci è toccato affrontare (e che ancora ci toccherà) per arrivare ad avere le chiavi della nostra nuova casa (appartamento in realtà), non perdetevi il prossimo post, perchè comprare casa in Germania, al di là della lingua...

è tutta un'altra cosa.

Per ora vi mando ancora un saluto vacanziero e a tutti....Buona vita