Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

martedì 28 febbraio 2017

FASE 2

Ebbene sì, posso senza dubbio affermare di essere entrata nella fase due dell'integrazione. Vi ricordate che qualche tempo fa vi raccontai delle tre fasi dell'integrazione.

La fase 1 è: “amo tutto della Germania”. Non era proprio così, ma, certamente, bisogna ammettere che alcune cose in Germania funzionano proprio meglio. Inoltre, se abbiamo spostato “baracca e burattini” in un posto dalla lingua improbabile, bisogna essere un po' entusiasti per forza.
Ci sono voluti più di tre anni visto che sono un'ottimista di natura e tendo a vedere sempre gli aspetti positivi di ogni situazione, però
quando è troppo è troppo, così, complici gli avvenimenti degli ultimi tempi (a proposito vi posso dire che la mia cabina doccia fa acqua da tutte le parti e domani io e il Peppe proveremo a sistemarcela da soli, perchè è più facile che con l'idraulico) sono scivolata anche io nella

Fase 2: “Odio tutto della Germania”.

Più che odio, è che non sopporto i tedeschi , ma non tutti, solo quelli con cui ho a che fare ultimamente.

Ecco a voi il mio personale elenco di categorie di crucchi che proprio non sopporto:

Non sopporto i tedeschi che sono assolutamente convinti di avere ragione (e sono moltissimi) anche quando non ne capiscono niente. Qualche tempo fa ho incontrato una signora che voleva convincermi che mangiare la pasta non è “gesund” (salutare), mentre pane e burro (che la maggioranza dei tedeschi consuma tutti i giorni, più volte al giorno) è quanto di più salutare esista al mondo, con buona pace della dieta mediterranea.
Un professore di Tommaso si ostina ad affermare che “Lamborghini” si pronuncia “Lamborgini”. Che sia un nome italiano di casa automobilistica italiana, non pare avere per lui nessuna importanza.

Detesto i tedeschi talmente superficiali, soprattutto nel lavoro, da dover tornare almeno tre volte prima capire qual'è il problema. Se il problema va da loro, il risultato non cambia, devi tornarci almeno tre volte.

Non sopporto le mamme tedesche che vogliono dei bambini-robot.
In realtà, a parte il dispiacermi per i bambini, non me ne fregherebbe nulla ma proprio nulla se non volessero coinvolgere in questo loro progetto anche me, finendo per giudicarmi se non faccio suonare a mio figlio almeno uno/due strumenti musicali (di cui uno deve essere obbligatoriamente pianoforte) e non gli faccio fare due sport alla settimana.
Però non gli viene nemmeno in mente di passare un po' di tempo con i loro pargoli, giocarci, vedere un film spaparanzati sul divano, portarli ad un museo e visitarlo insieme a loro, o, perfino annoiarsi insieme. Preferiscono occuparli in mille modi pur di non passare del tempo con loro.

Odio i quei vecchietti tedeschi, che siccome non hanno più bambini intorno, mi raccontano quanto è bello che nel palazzo ci siano bambini, ma se poi i miei figli lasciano un po' di fango salendo le scale nasce il finimondo: me lo vengono a dire dicendo che non vogliono disturbarmi o irritarmi (che se non volevi disturbarmi non venivi a dirmelo per niente) e quando mi offro di pulire mi dicono che non è il caso, ma mentre scendo le scale per farlo mi ritrovo ad essere osservata da tutti i vicini (sono tutti anziani)... che mi danno pure indicazioni su come pulire. Ma trovarsi un bel cantiere come in Italia no?

Detesto i professionisti tedeschi che si vantano della loro abilità, mi chiedono fiducia, combinano disastri e poi mi dicono che era perchè il lavoro era difficile. Se fosse stato facile me lo sarei fatto da sola, ti pare??

Non sopporto i colleghi tedeschi di mio marito, ma solo quelli che quando ci conoscono e sanno che siamo italiani ci pregano di portargli qualche specialità italiana fatta in casa e quando gli facciamo avere una teglia di lasagne fatte a mano con il ragù che ha pippiato 8 ore, loro le mangiano accompagnandole con...pane e burro (vedi sopra).

Già che ci sono, completo l'opera dicendo che detesto, della Germania in generale, il fatto che non trovo le bietole, la difficoltà a trovare una buona pizza e no, in questa stagione non sopporto nemmeno il tempo.


Va bene, ora mi sono sfogata.

Lo so che prima o poi mi passerà, arriverà la primavera, qualche tedesco simpatico riuscirò anche a conoscerlo ed entrerò felicemente nella fase 3: ci sono cose (e persone) che amo della Germania e cose che odio, come in tutte le nazioni.

Prima o poi succederà, ma per ora....al grido di “Viva l'integrazione” raccontatemi anche voi che cosa non sopportate del posto in cui vivete, così non mi sento brontolona in solitudine.
Ps: ho cambiato il font, perchè molti si lamentavano del fatto che fosse difficoltoso leggerlo, soprattutto con il telefonino. Fatemi sapere se questo è di vostro gradimento.

venerdì 10 febbraio 2017

Professionisti.de

Oggi sfaterò uno di quei luoghi comuni che spessissimo sentiamo quando torniamo in Italia, cioè che

i tedeschi sono precisi, efficienti e affidabili”.



MA CHE? MA COME? MA QUANDO?

Le nostre ultime esperienze ci hanno definitivamente convinto che questa è una leggenda metropolitana, fatta circolare, probabilmente, dai tedeschi che vengono in vacanza in Italia e vogliono fare i fighi.

In Germania, in linea di massima, funziona il sistema e la burocrazia, ma per quanto riguarda il settore privato...è tutta un'altra storia

Per dovere di diplomazia, diremo che ci saranno certamente professionisti tedeschi di grande qualità, affidabili, precisi ed efficienti, ma se pensate di venire in Germania e trovarli tutti così e, magari, anche onesti, beh state prendendo una cantonata che potrebbe costarvi carissima.

Per onestà, vi dirò che abbiamo anche incontrato persone davvero brave nel loro lavoro come la nostra amatissima commercialista (di origine italiana) e il nostro medico di famiglia, ma più spesso abbiamo dovuto fare i conti con persone che davano l'impressione, o di non aver molta voglia di lavorare, o che non sapessero che cosa fare.
E se sui primi non si può dire nulla, credo che ai secondi, poverini, manchi il dono dell'improvvisazione e dell'utilizzo della creatività.
In uno Stato dove pure per fare la commessa devi frequentare un corso di due anni (almeno) ed avere il tuo bel certificato, i lavoratori quando si trovano davanti un caso non contemplato, vanno in crisi.

E' successo ieri, proprio dopo aver avuto prova che qualche volta le due categorie sopra citate possono convivere anche in un solo essere umano (un piastrellista che meriterebbe un post a parte) con il mio idraulico.

Abbiamo chiesto a lui se poteva montarci le porte della doccia perchè da Obi, dove le abbiamo comprate, il servizio di montaggio ci sarebbe costato quasi quanto le porte stesse. Del resto per venire a prendere le misure della doccia si sono presi 30 euro.
Nulla, comunque a confronto di una ditta specializzata che, solo per prendere le misure e farci una proposta di vendita chiedeva 130 euro.
Qui funziona così, i preventivi sono quasi sempre a pagamento e sono cari.
Del resto un operaio specializzato chiede 50 euro l'ora (conosco meccanici che ne prendono anche 80/100), 25 euro in nero.
Sì, sfatiamo un altro mito, avete capito bene, anche in Germania esiste il lavoro in nero, (che si traduce letteralmente Schwarzarbeit) perchè “tutto il mondo è paese”, ne fanno solo un po' meno di noi.

Senza divagare (troppo), il mio volenteroso idraulico si presenta, guarda le istruzioni della cabina doccia e perde 30 minuti a prendere le misure per concludere che forse non ci starà, (ma anche sì) perchè lo spazio utile è 86 cm e non 87.
Primo momento di panico: dopo vari tentennamenti decidiamo che proveremo a farla stare... perchè “forse non sono proprio 86, ma neanche 87, boh “.
Segue, senza soluzione di continuità,

Panico perchè non riusciva a staccare la cerniera dalla porta (istruzioni con disegni, accompagnate da spiegazioni in tedesco),

Panico perchè non c'era lo spazio per aprire e chiudere un gancio, (che poi si poteva incastrare la porta senza aprire il gancio)

Panico per mettere in bolla la cerniera,

Panico perchè ha rotto una vite (Giuseppe gliene ha fornito prontamente una scatola intera)

Panico perchè pensava che la seconda porta (identica alla prima) non si potesse agganciare nello stesso modo in cui si era agganciata la prima

D
Panico perchè le porte erano rimaste troppo sollevate (i tedeschi non conoscono l'uso delle martellate aggiustatutto).

Per fortuna, mio marito lo ha assistito (psicologicamente e materialmente) tutto il tempo e lo ha aiutato a risolvere tutti queste insormontabili... inezie...

Dopo due ore e mezzo, il poverino ci sembrava molto provato e tornerà lunedì per finire il lavoro, ma solo dopo essersi assicurato che Peppe il motivatore sarà al suo fianco.


Ora non resta che pregare che le porte della doccia ci stiano. (Esiste un santo patrono del “facciamo che la doccia ci stia altrimenti devo spendere un sacco di soldi per comprarne una nuova con misure speciali e mi girerebbero forte forte i cabbasisi?”)

Comunque, questo è nulla in confronto alla ditta di idraulica del condominio che è venuta tre volte e ha cambiato due pezzi inutilmente prima di capire quale fosse il problema che affliggeva il mio rubinetto generale dell'acqua e lasciarmi con un buco di 30 per 80 cm nel muro (motivo del piastrellista di cui sopra).

Nel frattempo il negozio che ha fatto gli apparecchi acustici a nonna Mattea si è “dimenticata” di farle la fotocopia dell'esenzione del 2016 (ormai buttata). Però, naturalmente, visto che sono “precisi” non si accontenta della conferma telefonica dell'assicurazione che, a sua volta (visto che sono “precisi”pure loro) non può mandare una conferma scritta a loro, ma solo all'interessata. In mezzo ci siamo noi italiani “inaffidabili” che riceveremo questo documento e lo porteremo al negozio.

Nella categoria, invece, de “anche i migliori possono sbagliare”:
2. posto al mio agente immobiliare tedesco da generazioni e quindi “affidabile” per diritto di nascita, che mi diede, ai tempi, i documenti e la planimetria dell'appartamento sotto il nostro e io lo scoprii solo durante la traduzione del contratto di vendita perchè lui si era dimenticato di avvisarmi. Mi toccò telefonare (in tedesco)al notaio e farmelo spiegare dalla segretaria.

Vincitrice assoluta, la banca che ci ha concesso il mutuo, che pure diede prova di grande precisione e competenza, ma che, ad un certo punto andò in confusione dicendoci, in un primo momento, che il pagamento delle tasse sulla casa doveva essere fatto con i soldi del mutuo, mentre in un secondo tempo, ci rimandò indietro gli ordini di pagamento, perchè dovevamo pagare con i nostri soldi. Questo generò un ritardo che determinò un cambio di iban su cui fare questo benedetto bonifico, una serie interminabile di telefonate (in tedesco, non lo dimenticate mai) per capire a quale ufficio pagare e una multina di 5 euro (...che mio padre al mercato comprò...)

Ora lascio a voi la parola. Raccontatemi le vostre disavventure al grido di “Stranieri che si trovano ad affrontare problemi in una lingua ostica e gli girano....che potremmo diventare fonti inesauribili di energia alternativa”.