Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

lunedì 25 gennaio 2016

Cultura e culture


Ultimamente, tante, tantissime mamme mi hanno chiesto, sia in qualità di mamma expat, sia in qualità di insegnante di lingua e letteratura italiana, consigli su come educare i propri figli rispetto alla lingua e alla cultura del paese di provenienza (che non è sempre l'italiano).
La maggior parte dei genitori expat ormai concorda sul fatto che insegnare ai propri figli la loro lingua di origine sia importante.

Purtroppo, per fare questo, bisogna resistere alle pressioni di alcuni educatori e, talvolta, di alcuni insegnanti tedeschi, convinti del fatto che continuare a parlare la lingua materna ostacoli il bambino nell'apprendimento della lingua del paese ospite e di conseguenza crei problemi di scolarizzazione.
A parte in fatto che questa è un'assoluta assurdità, in quanto ampiamente dimostrato che i bambini con solide basi linguistiche nella propria lingua, sono facilitati ad impararne una seconda, quale giovamento potrebbe avere un bambino dal fatto di parlare in casa un “Falschdeutsch” (“un tedesco sbagliato”)?

Perchè, non crederete mica che dopo due anni di corsi di tedesco siamo davvero in grado di parlare tedesco correttamente e in modo fluido. 
Per quel che riguarda me, Tommaso ormai è in grado di correggermi, almeno per quanto riguarda la conversazione e capisce molto meglio di me.
Ahimè, molti genitori che ho conosciuto, hanno ceduto a queste pressioni, con il bel risultato di far dimenticare ai figli la lingua d'origine per insegnare un tedesco che, quando non è sbagliato, è certamente povero.

Se è difficile già solo continuare a parlare con i nostri bambini la nostra lingua madre, immaginate quando si tratta di tramandare ai nostri figli la nostra cultura. 

I dilemmi sono sempre moltissimi.
Scuola tedesca, scuola italiana (a Colonia c'è un liceo italo-tedesco), o, potendoselo permettere economicamente, scuola internazionale?

Libri di lettura in tedesco, in italiano, in inglese, o tutti?

Se tutti, in che misura : più in tedesco così impara meglio il tedesco, più in italiano, tanto il tedesco lo impara già a scuola, più in inglese perchè con l'inglese vai ovunque?.

Ultimo, ma non per ultimo, che cosa tramandare delle nostre radici (cucina a parte, sul valore della quale nessuno ha dubbi)?

Risultati immagini per libri

Per quanto ci abbia riflettuto, io non ho una risposta univoca. In questo ambito, le scelte sono personalissime e, anche una volta presa una decisione, il “come” perseguire l'obiettivo è una continua improvvisazione.

Tutto quello che posso fare per rispondere alle vostre domande e per aiutare i giovani expat-genitori è raccontarvi come stiamo procedendo con i nostri piccoli italo-vichinghi.

Dopo molte ricerche noi abbiamo deciso di far frequentare ai nostri figli la scuola tedesca, perchè il nostro obiettivo è rimanere nell'area germanofona, che è quella che, al momento, offre migliori prospettive lavorative per il futuro. 
Inoltre, la scuola tedesca ci pare piuttosto buona e viene data molta importanza all'insegnamento delle lingue straniere. 
Potrei rimproveragli solo un taglio eccessivamente pratico, ma non ho ancora abbastanza elementi per formulare un giudizio completo.

Di conseguenza Tommaso, ora quasi undicenne, è stato catapultato, due anni fa, nel bel mezzo della terza elementare tedesca.
Abbiamo deciso, quindi, di accantonare l'italiano per un po', in modo da favorire quanto più possibile un veloce apprendimento del tedesco, soprattutto affinchè si integrasse e socializzasse, non tanto a fini di un immediato successo scolastico.
Infatti, eravamo preparati al fatto che avrebbe potuto anche perdere un anno, ma questo non ci ha mai preoccupato minimamente.

Dunque, per un anno e mezzo Tommaso ha avuto un esposizione ridotta all'italiano, poche letture italiane e televisione solo tedesca.
Inoltre, per colmare il divario tra le sue conoscenze e quelle dei suoi compagni, abbiamo lavorato molto, con l'insostituibile aiuto delle sue insegnanti, e abbiamo completato in tempi record il libro di esercizi di tedesco di seconda elementare che gli hanno dato per cominciare, per arrivare a quello di quarta, a natale dello scorso anno.

Tutto ciò è stato possibile grazie alla straordinaria volontà di Tommaso di “essere uguale ai suoi compagni” e al fatto che io ho potuto restare a casa ad occuparmene.

Come vedete, scelte molto personali.

Oggi Tommaso, come sapete, frequenta il Gymnasium.
Il suo stesso istituto ha organizzato due corsi di tedesco gratuiti (“Tedesco come seconda lingua” e “Scrivere correttamente”) e Tommaso li frequenta entrambi.

Ora che il tedesco è ben avviato, abbiamo deciso che è giunto il momento di reintrodurre l'italiano, non solo come lingua, ma anche come cultura.
Dal prossimo anno frequenterà un corso di italiano per recuperare quel po' di ortografia persa (un danno calcolato), ma già da settembre è tornata la lettura di tanti libri in italiano (legge una sera un libro in italiano e una sera un libro in tedesco), ma anche la letteratura italiana e la storia del nostro paese.

Noi abbiamo voluto cominciare con lo spiegargli che cosa è la “Mafia”, (altra scelta personalissima, ma di cui non sto a raccontarvi le motivazioni per non abusare della vostra pazienza, come è stata combattuta e come si può combattere, con un bellissimo libro di Luigi Garlando, “Per questo mi chiamo Giovanni”. In sintesi, è la storia di Giovanni Falcone spiegata da un padre a suo figlio.
Per questo mi chiamo Giovanni (2004)

E' un libro impegnativo e a tratti con immagini forti ed è per questo che papà Peppe (come il papà del libro) lo ha letto insieme a Tommaso, cogliendo così anche l'occasione di un bel momento padre-figlio.
A Tommaso è piaciuto così tanto che ci ha fatto una presentazione a scuola, traducendo tutti i concetti importanti e brevi passi del libro in tedesco. l'insegnante ne è stata felicissima e anche i compagni erano molto interessati.

Questo è per noi il significato di “multicultura”, radici che si intrecciano e si mischiano con il nuovo, menti che si aprono al diverso senza dimenticare la nostra identità.

Vi racconteremo la nostra avventura, tutta diversa, con il piccolo Giacomino nel prossimo post, perchè, ormai lo sapete, “parlo troppo” persino quando scrivo.

Potete seguire le nostre avventure anche su Facebook e non dimenticate,

Buona vita a tutti


giovedì 7 gennaio 2016

#MammeConLaValigia

Non poteva capitare in un momento migliore il Tag della mia amica Lara di intantointedeschia. Proprio l'altro ieri abbiamo compiuto due anni di krukkenvita e non credo che non ci sia niente di meglio, per fare un piccolo bilancio, che rispondere alle 10 domande dell’intervista che, lanciata in rete da #MammeConLavaligia di Alessandra (Una romanain America), sta facendo il giro del mondo e si rivolge a noi mamme che abbiamo cambiato vita.

1.Trasferimento: scelta o necessità?
Entrambe: mio marito aveva un “posto fisso”, ma da molto tempo avevamo capito che l'Italia non ci avrebbe permesso di realizzarci né come persone né come genitori, quindi ci siamo guardati intorno e quando è arrivata l'occasione giusta non abbiamo potuto lasciarcela sfuggire.

2.Età del tuo/tuoi bimbo/bimbi
Tommaso ha adesso 10 anni (8 all'epoca del trasferimento) e Giacomo 5 (3 allora).

3. Hai spiegato ai tuoi figli del trasferimento. Se sì, come
A Tommaso abbiamo spiegato che ci trasferivamo per avere una vita migliore e più tempo da passare insieme. Abbiamo cercato di presentargliela come una meravigliosa avventura, perchè era così che volevamo (e vogliamo continuare a) viverla. Giacomo era ancora troppo piccolo e non ha capito subito di quanto ci siamo allontanati dall'Italia, infatti ha passato mesi a chiederci: “Ma anche il panettiere è in Germania? E il parco giochi? E il dottore?”

4.Pediatra, nido, aiuti esterni. Come li hai trovati?Hanno risposto alle tue esigenze?Differenze con l'Italia.
La nostra principale fonte di informazione è sempre stata internet: così abbiamo trovato un pediatra che parlasse un pochino di Italiano, la scuola elementare per Tommaso e l'elenco degli asili per Giacomo. Sempre tramite internet abbiamo trovato un corso di tedesco per me. Devo ammettere che i servizi offerti hanno sempre superato le mie aspettative: attese irrisorie rispetto a quelle italiane,, farmaci, esami e presidi medici (occhiali compresi) completamente gratuiti per i bambini e addirittura libri dati gratis in prestito a tutti gli allievi di ogni ordine e grado scolastico.

5. I tuoi bimbi ha avuto difficoltà ad ambientarsi? E tu come mamma?
Tommaso ha cominciato a frequentare la terza elementare il 14 gennaio, neanche 10 giorni dopo il nostro arrivo, nel bel mezzo dell'anno scolastico e senza conoscere una parola di Tedesco. Anche se all'inizio non capiva quasi nulla è sempre stato contento di andare a scuola. Ha socializzato presto e ha imparato velocemente la lingua, complice la dirigenza scolastica che ha subito organizzato un corso di tedesco per stranieri e grazie a tutti i genitori volontari che hanno sacrificato il loro tempo libero per venire a tenere il corso, perchè non c'erano abbastanza insegnanti. Giacomo, invece, ha potuto usufruire direttamente all'asilo di un corso di tedesco, finanziato dal comune e tenuto da logopediste. Noi genitori abbiamo vissuto, credo, le difficoltà maggiori: le riunioni di classe, i colloqui con gli insegnanti, ma anche solo invitare un amico dei nostri figli a casa era un incubo perchè la lingua è davvero difficilissima. Però abbiamo trovato una disponibilità e una gentilezza tali, da rendere sempre possibile una comunicazione tranquilla e proficua (e vi posso dire che non è poco).

6.In che lingua ti rivolgi ai tuoi figli.
Assolutamente in Italiano per due motivi: anzitutto gli insegnerei un tedesco sbagliato mentre loro ne possono imparare uno corretto a scuola e con gli amici. Secondo, loro sono italiani e noi non vogliamo che se lo dimentichino: la nostra cultura è meravigliosa e non vogliamo privarli di questa ricchezza. Per questo Tommaso continua a leggere anche libri in italiano e Giacomo il prossimo anno comincerà un corso di italiano insieme alla scuola elementare, così imparerà a scrivere contemporaneamente in italiano e in tedesco.

7. Quante volte all'anno tornate in Italia?Ti è mai capitato che i tuoi figli non volessero più tornare a casa?
Fino ad ora siamo tornati in Italia per le vacanze estive, ma non è scontato, decidiamo anno per anno. Per i nostri figli “casa” è ormai in Germania, quindi sono sempre contenti di tornare, perchè sanno che qui li aspettano gli amichetti con cui giocano sempre.

8. Come gestisci con i bambini la lontananza da nonni, parenti e amici?
Una nonna è emigrata con noi, così ci siamo tolti il pensiero; gli altri li vediamo via Skype , o al telefono e qualche volta ci vengono a trovare. Trasferirsi serve anche a capire quali sono le amicizie che reggono la distanza e molte sono solo a “Km 0”.

9.Potendo tornare indietro lo rifaresti?
Assolutamente si. E' migliorata enormemente la qualità della vita di tutti noi. I bambini hanno molta più libertà e molti più amici (vedi “LaGermania dei nostri figli”), Giuseppe (mio marito) ha molto più tempo libero e un lavoro (e uno stipendio) più gratificante. Per quanto riguarda me, io sono entusiasta persino di imparare a 40 anni passati una lingua come il tedesco.

10. Che consiglio vuoi dare ad una mamma che sta per trasferirsi all'estero?
Stare a sentire tutti, ma non ascoltare nessuno, perchè nessuno può essere realmente nei vostri panni.


sabato 2 gennaio 2016

Il Futuro

                                        Risultati immagini per buon anno 2016

Il passaggio da un anno all'altro ci avvicina anche ad una tappa fondamentale nella nostra vita: il nostro secondo anniversario in Germania (il 5 gennaio).

Quest'anno non voglio fare un bilancio del passato, voglio, invece guardare al futuro.

Futuro per me è... i miei figli, quindi voglio dedicare questo post a loro e voglio loro dire:

Cari mostriciattoli miei, Grazie.

Ho moltissimi motivi per ringraziarvi, primo fra tutti perchè voi siete voi, semplicemente voi e con la vostra esistenza mi avete resa capace di un Amore che non credevo possibile.
Vi amo sempre, anche quando vi sgrido perchè siete dei selvaggi, quando urlo (e tu Giacomo mi dici: “Non gridare mamma, altrimenti stai male” e a me viene da ridere) e quando perdo la pazienza.

Oltre ad amarvi, mi piacete anche (quasi sempre) e questo è davvero importante.

Adoro il tuo incredibile coraggio Tommaso, che ti permette di non perderti mai d'animo e di pensare sempre che ce la puoi fare, anche nei momenti difficili; ed hai ragione perchè ce l'hai davvero fatta: sei riuscito a imparare questa nuova lingua in tempi record (e meglio di mamma), hai trovato nuovi amici e hai capito nuove regole di comportamento.

Adoro la tua geniale simpatia Giacomo.

Di entrambi apprezzo l'incredibile fantasia, che mi auguro possiate conservare sempre, l'acuta intelligenza, la vivacità, la gentilezza e la generosità. Spero davvero che riusciate a fare buon uso di queste qualità.


Grazie per il coraggio che ci avete dato, perchè senza di voi non avremmo potuto fare il passo che ci ha portato in questa terra che ora chiamiamo casa, non avremmo potuto scoprire altri lati di noi stessi, non avremmo potuto crescere (sì perchè anche gli adulti crescono) insieme a voi e migliorare le nostre vite, ancor prima delle vostre.

Un ultimo Grazie (altrimenti poi vi montate la testa), perchè avete reso la nostra scommessa una vittoria completa, da ogni punto di vista. Avete sfatato le nostre paure e concretizzato le nostre migliori speranze.

Questi due anni sono stati meravigliosamente intensi e faticosi grazie e insieme a voi.

La parte migliore di questo nuovo anno è cominciarlo di nuovo insieme e vivere la fantastica avventura che vi vedrà crescere”.


Il mio augurio per i miei figli e per tutti i figli del mondo è che la vita sia generosa di doni e di difficoltà, (perchè servono anche quelle) e che possiate divenire ciò che sognate per voi stessi.