Ultimamente,
tante, tantissime mamme mi hanno chiesto, sia in qualità di mamma
expat, sia in qualità di insegnante di lingua e letteratura
italiana, consigli su come educare i propri figli rispetto alla lingua
e alla cultura del paese di provenienza (che non è sempre
l'italiano).
La
maggior parte dei genitori expat ormai concorda sul fatto che insegnare ai propri figli la loro lingua di origine sia importante.
Purtroppo,
per fare questo, bisogna resistere alle pressioni di alcuni educatori
e, talvolta, di alcuni insegnanti tedeschi, convinti del fatto che
continuare a parlare la lingua materna ostacoli il bambino
nell'apprendimento della lingua del paese ospite e di conseguenza
crei problemi di scolarizzazione.
A
parte in fatto che questa è un'assoluta assurdità, in quanto
ampiamente dimostrato che i bambini con solide basi linguistiche
nella propria lingua, sono facilitati ad impararne una seconda, quale
giovamento potrebbe avere un bambino dal fatto di parlare in casa un
“Falschdeutsch” (“un tedesco sbagliato”)?
Perchè,
non crederete mica che dopo due anni di corsi di tedesco siamo
davvero in grado di parlare tedesco correttamente e in modo fluido.
Per quel che riguarda me, Tommaso ormai è in grado di correggermi,
almeno per quanto riguarda la conversazione e capisce molto meglio di
me.
Ahimè, molti genitori che ho conosciuto, hanno ceduto a queste pressioni, con il
bel risultato di far dimenticare ai figli la lingua d'origine per
insegnare un tedesco che, quando non è sbagliato, è certamente
povero.
Se
è difficile già solo continuare a parlare con i nostri bambini la
nostra lingua madre, immaginate quando si tratta di tramandare ai
nostri figli la nostra cultura.
I dilemmi sono sempre moltissimi.
Scuola
tedesca, scuola italiana (a Colonia c'è un liceo italo-tedesco), o, potendoselo permettere economicamente, scuola internazionale?
Libri
di lettura in tedesco, in italiano, in inglese, o tutti?
Se
tutti, in che misura : più in tedesco così impara meglio il
tedesco, più in italiano, tanto il tedesco lo impara già a scuola,
più in inglese perchè con l'inglese vai ovunque?.
Ultimo, ma non per ultimo, che
cosa tramandare delle nostre radici (cucina a parte, sul valore della
quale nessuno ha dubbi)?
Per
quanto ci abbia riflettuto, io non ho una risposta univoca. In questo
ambito, le scelte sono personalissime e, anche una volta presa una
decisione, il “come” perseguire l'obiettivo è una continua
improvvisazione.
Tutto
quello che posso fare per rispondere alle vostre domande e per
aiutare i giovani expat-genitori è raccontarvi come stiamo
procedendo con i nostri piccoli italo-vichinghi.
Dopo
molte ricerche noi abbiamo deciso di far frequentare ai nostri figli
la scuola tedesca, perchè il nostro obiettivo è rimanere nell'area
germanofona, che è quella che, al momento, offre migliori
prospettive lavorative per il futuro.
Inoltre, la scuola tedesca ci
pare piuttosto buona e viene data molta importanza all'insegnamento
delle lingue straniere.
Potrei rimproveragli solo un taglio
eccessivamente pratico, ma non ho ancora abbastanza elementi per
formulare un giudizio completo.
Di
conseguenza Tommaso, ora quasi undicenne, è stato catapultato, due
anni fa, nel bel mezzo della terza elementare tedesca.
Abbiamo
deciso, quindi, di accantonare l'italiano per un po', in modo da
favorire quanto più possibile un veloce apprendimento del tedesco,
soprattutto affinchè si integrasse e socializzasse, non tanto a
fini di un immediato successo scolastico.
Infatti,
eravamo preparati al fatto che avrebbe potuto anche perdere un anno,
ma questo non ci ha mai preoccupato minimamente.
Dunque, per un anno e mezzo Tommaso ha avuto un esposizione ridotta
all'italiano, poche letture italiane e televisione solo tedesca.
Inoltre,
per colmare il divario tra le sue conoscenze e quelle dei suoi
compagni, abbiamo lavorato molto, con l'insostituibile aiuto delle
sue insegnanti, e abbiamo completato in tempi record il libro di
esercizi di tedesco di seconda elementare che gli hanno dato per
cominciare, per arrivare a quello di quarta, a natale dello scorso
anno.
Tutto
ciò è stato possibile grazie alla straordinaria volontà di Tommaso
di “essere uguale ai suoi compagni” e al fatto che io ho potuto
restare a casa ad occuparmene.
Come
vedete, scelte molto personali.
Oggi
Tommaso, come sapete, frequenta il Gymnasium.
Il
suo stesso istituto ha organizzato due corsi di tedesco gratuiti
(“Tedesco come seconda lingua” e “Scrivere correttamente”) e
Tommaso li frequenta entrambi.
Ora
che il tedesco è ben avviato, abbiamo deciso che è giunto il
momento di reintrodurre l'italiano, non solo come lingua, ma anche
come cultura.
Dal
prossimo anno frequenterà un corso di italiano per recuperare quel
po' di ortografia persa (un danno calcolato), ma già da settembre è
tornata la lettura di tanti libri in italiano (legge una sera un
libro in italiano e una sera un libro in tedesco), ma anche la
letteratura italiana e la storia del nostro paese.
Noi
abbiamo voluto cominciare con lo spiegargli che cosa è la “Mafia”,
(altra scelta personalissima, ma di cui non sto a raccontarvi le
motivazioni per non abusare della vostra pazienza, come è stata
combattuta e come si può combattere, con un bellissimo libro di
Luigi Garlando, “Per questo mi chiamo Giovanni”. In sintesi, è la storia di
Giovanni Falcone spiegata da un padre a suo figlio.
E'
un libro impegnativo e a tratti con immagini forti ed è per questo
che papà Peppe (come il papà del libro) lo ha letto insieme a Tommaso, cogliendo così anche
l'occasione di un bel momento padre-figlio.
A
Tommaso è piaciuto così tanto che ci ha fatto una presentazione a
scuola, traducendo tutti i concetti importanti e brevi passi del
libro in tedesco. l'insegnante ne è stata felicissima e anche i
compagni erano molto interessati.
Questo
è per noi il significato di “multicultura”, radici che si
intrecciano e si mischiano con il nuovo, menti che si aprono al
diverso senza dimenticare la nostra identità.
Vi
racconteremo la nostra avventura, tutta diversa, con il piccolo
Giacomino nel prossimo post, perchè, ormai lo sapete, “parlo troppo” persino
quando scrivo.
Potete
seguire le nostre avventure anche su Facebook e non dimenticate,
Buona
vita a tutti
Ciao Tatiana! Grazie per aver condiviso la tua esperienza. I tuoi consigli sono preziosi per chi, come noi, sta per affrontare queste decisioni. Vorremmo che nostro figlio possa imparare al più presto la lingua tedesca per integrarsi nella nuova scuola, ma ci teniamo anche che non perda le conoscenze acquisite in grammatica e soprattutto il contatto con la sua cultura di provenienza. Non abbiamo ancora idea di come riusciremo a conseguire questo obiettivo, ma la nostra idea è quella di continuare a parlare italiano in casa. Ti dirò tra qualche mese ; )
RispondiEliminaParlare italiano in casa è fondamentale per dargli basi solide su cui costruire le sue nuove conoscenze linguistiche e dovrete correggerlo quando comincerà a mischiare costruzioni e parole delle due lingue anche se è del tutto normale. Vedrete che riuscirete benissimo e non abbiate timore di chiedere aiuti e consigli agli insegnanti (poi valuterete voi quali sono validi e quali meno). Per Tommaso è stato molto utile, anche se non l'ho scritto in questo post per non ripetermi, portarlo all' AWO (è un'associazione che si occupa di integrazione e fornisce tantissimo servizi a costi irrisori, quando non gratuitamente ed è presente su tutto il territorio tedesco) due pomeriggi a settimana per avere un aiuto con i compiti. Sempre lì organizzano un pomeriggio a settimana di lettura per bimbi, anche quello molto utile. Esistono vari centri comunque dai Mutterzentrum ai Familienzentrum. Potete informarvi, ma se hai bisogno di qualche info in più, non esitare a contattarmi, anche in pvt su Facebook.
EliminaTienimi aggiornata riguardo la vostra avventura
Grazie :) sei sempre molto disponibile e gentile
RispondiEliminaChe bello poter veramente aiutare I ragazzi a mantenere viva la lingua e cultura italiana. Io ho cercato tanto, ma e' stato difficile e non ho ricevuto I risultati sperati. Certo le mie figlie non hanno mai vissuto in Italia e non hanno mai potuto frequentare un corso di italiano. Non abbiamo mai vissuto dove ci fossero questi corsi. Certo l'italiano lo parlano e lo leggicchiano, ma non hanno la padronanza dell'ortografia e grammatica. Chi lo sa forse quando andranno al college potranno studiarlo meglio.
RispondiEliminaCarissima Marilena,
RispondiEliminapurtroppo quando si parla di "bambini bilingui" c'è molta superficialità. A molti sembra che basti parlare un po' della lingua d'origine in casa per assicurarsi figli bilingui. Purtroppo non è così semplice, ma se le tue bambine parlano italiano, sarà per loro semplice approfondirlo e migliorarlo in seguito, qualora ne avessero il desiderio. Un abbraccio forte