Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

martedì 27 agosto 2019

Cambi di rotta


Domani comincia la scuola qui in N.R.W e, per deformazione professionale e personale di lungo corso, per me comincia il nuovo anno.

E' quindi tempo di bilanci.

Come vi sarete accorti dalla scarsità dei Post pubblicati, questo anno è stato, per me e un po' per tutta la nostra famiglia, particolarmente intenso e a tratti complicato.
L'anno scorso, proprio in questo periodo vi raccontavo di progetti lavorativi e di un mio possibile nuovo (per quanto confuso) percorso professionale ancora tutto da scoprire.
La prova dei fatti è stata molto diversa dalle aspettative e, come spessissimo succede nella vita, almeno nella mia, io e il Peppe abbiamo dovuto rivedere i nostri i piani.

Procediamo con ordine.
A settembre scorso mi iscrissi a un corso intensivo di tedesco C1 e in più mantenni le mie ore di lezione alla Bis, con l'aggiunta di una studentessa che voleva portare italiano all'esame finale.

Tra il lavoro e il corso, partivo tutte le mattine alle 9.00 e tornavo spesso a casa verso le quattro del pomeriggio.
Appena arrivata a casa mi occupavo dei bambini e a notte inoltrata mi ritrovavo a fare i compiti per il corso.
Giuseppe faceva del suo meglio ed anche la Mattea ma la mia assenza cominciava a creare dei problemi. Visite saltate (anche importanti), i voti di Tommaso hanno cominciato a precipitare e Giacomo diventava sempre più nervoso, anche perchè sia io che il Peppe eravamo sempre più stanchi e stressati.
A Febbraio è stato chiaro che la situazione era diventata insostenibile e che eravamo arrivati ad un bivio: sia Tommaso che Giacomo avevano ancora bisogno di sostegno nel loro percorso scolastico, la nonna, inoltre, cominciava ad essere anziana e le sue capacità non sono più quelle di una volta.
Dopo lunghissime discussioni, ho capito che no, non è ancora il momento di pensare alla carriera, almeno non come l'avevamo progettato all'inizio.

Allora cambio di rotta: con l'aiuto e il sostegno del mio insostituibile socio, sono riuscita a cambiare corso di tedesco e, sono orgogliosa di comunicarvi che sono riuscita a superare, malgrado la stanchezza infinita, l'esame C1 di tedesco, il chè per me è, comunque, molto importante perchè mi permetterà di iscrivermi all'Università.
Abbandonata l'idea di un Ausbildung, che ha una frequenza obbligatoria, temo che anche l'Università tradizionale sia per me impossibile (sia dal punto di vista linguistico che di tempo), quindi, con molta calma, stiamo valutando l'idea di un Università on line che mi permetta di rendere la mia Laurea italiana spendibile anche in Germania.

Nel frattempo, a Giugno, ho deciso di porre fine alla mia collaborazione con la Bis, perchè sono venute meno sia le condizioni economiche che le motivazioni personali.
Ne conservo comunque un bellissimo ricordo.
Come vi detto stavolta sto cercando di fare tutto con calma perchè questo anno mi ha lasciato esausta e neanche le ferie mi sono bastate per ricaricarmi, quindi devo procedere con i piedi di piombo, se no ne andrà della mia salute e non posso proprio permettermelo, anche perchè da domani partono nuove sfide.
Per Giacomo è l'ultimo anno delle elementari e questo, come ormai molti di voi sapranno vuol dire Empfehlung (il giudizio delle insegnanti, praticamente vincolante, sul tipo di scuola che potrà frequentare l'alunno) scelta della scuola, colloqui per farlo accettare e via discorrendo.
Per Tommaso, invece (che se no era invidioso), è l'ultimo anno in cui frequenterà una classe. Dal prossimo anno frequenterà solo corsi singoli (un po' come nelle scuole americane). Già quest'anno dovrà scegliere i corsi che più gli interessano e le materie per cui è più portato perchè queste, oltre ad essere materia d'esame del prossimo anno (è un esame intermedio) costituiranno la base di giudizio dell'Abitur (l'esame finale).
Inoltre, sempre quest'anno avrà l'esame di italiano.

Così il quadro è completo.

Per quanto mi riguarda, come al solito, cercherò di ritagliarmi un po' di tempo, perchè stare tutto il giorno a casa non è nelle mie corde e, molto probabilmente, senza fretta, mi cercherò un minijob al mattino . Avendo più tempo, magari riuscirò a scrivere anche un po' più spesso.

Intanto non mollo lo studio del tedesco, che è ormai il mio hobby.

Anche se la vita non è una linea retta e ti costringe a rivedere, qualche volta in modo doloroso, i tuoi piani, arrendersi non è nei miei piani e, con un po' di creatività, spero di trovare altre strade per raggiungere tutti i miei obiettivi.

Dunque, rimango ottimista e ricordandovi il mio motto “SI PUO' FAAAAAARE!!!” (cit) invito all'ottimismo anche voi, augurandovi percorsi meravigliosi e Buona Vita.


martedì 18 giugno 2019

“Lingua è cultura”


Io aggiungerei anche “Lingua è identità”, ma questo non è solo un possibile aforisma, è anche il significativo titolo del concorso letterario che il “Forum Accademico Italiano” indice ogni anno con il supporto del Consolato Generale d'Italia a Colonia. Come recita la loro pagina “ si rivolge alle alunne e agli alunni di origine italiana o che studiano la lingua italiana e che frequentano le scuole presenti sul territorio del Land Nordreno-Vestfalia (NRW).
Mi è sempre sembrata una bellissima iniziativa  (e ho partecipato spesso in qualità di insegnante), utile a tutelare la cultura degli italiani emigrati qui e, più in generale e più importante, a diffondere la cultura italiana in Germania.
La nostra regione, del resto, si è sempre dimostrata particolarmente sensibile all'integrazione e non per nulla è l'unica (almeno per quanto ne so io, ma spero di essere smentita) ad offrire gratuitamente ai bambini e ragazzi di origine straniera, o con almeno un genitore straniero (non solo italiani), un corso di lingua madre.
Questi corsi sono riconosciuti dal ufficio scolastico, il voto ricevuto viene allegato alla pagella scolastica ed è previsto in 9. o in 10. classe, a seconda delle scuole, un esame, il cui voto verrà riportato in pagella (nel caso di esito positivo).
La conoscenza di questa lingua comparirà, inoltre, anche nel certificato dell'abitur (il diploma di maturità tedesca).
Questi corsi e lo spirito dal quale nascono hanno sempre rappresentato per me e per Giuseppe una parte molto importante di quello che noi consideriamo “integrazione”. 
Fin da quando siamo arrivati qui abbiamo avuto l'intenzione di entrare a far parte di questa comunità, che ci ha accolto davvero con incredibile generosità, ma non abbiamo mai pensato, neanche per un momento, di abbandonare le nostre radici italiane, anzi siamo sempre stati convinti che l'unico modo di integrarci davvero fosse quello di riuscire far convivere ciò che eravamo con le esigenze della nostra nuova vita.
Devo dire che in questo nostro progetto siamo stati sempre molto sostenuti: dalle maestre/i dell'asilo di Giacomo alle professoresse/ori del liceo di Tommaso, dai pediatri alle logopediste e a tutte le figure professionali che abbiamo incontrato in questi 5 anni, tutti hanno sempre considerato la nostra cultura (differenze comprese) un valore aggiunto e ci hanno sempre spinto a valorizzarla.
Devo confessarvi, però, che non è stato mai facile e, se all'inizio il problema è stato cercare di favorire il più possibile l'apprendimento del tedesco (soprattutto per Tommaso), ben presto abbiamo avuto il problema del mantenimento dell'italiano.
Riuscire a trovare e a mantenere un equilibrio è ancora oggi una lotta quotidiana, e la duttilità è una caratteristica imprescindibile di questo percorso perchè ci sono momenti in cui bisogna concedere un po' più spazio all'una o all'altra lingua, o bisogna affrontare problemi che un bimbo monolingua non incontra.
Giacomo, ad esempio, sta attraversando una fase in cui capisce meglio le cose se gliele si spiegano in tedesco, ma riesce estrarre informazioni molto più facilmente da testi italiani.
Accade allora che le spiegazioni scolastiche anche a casa avvengano in tedesco, anche se in casa vige il divieto assoluto di parlare in tedesco tra di noi; che leggiamo insieme in tedesco, riducendo un pochino le letture in italiano, che riprenderemo questa estate, accompagnandole a quelle tedesche.
E' un percorso ad ostacoli, in cui gli ostacoli e anche il percorso cambiano continuamente.
Il rischio reale, nel quale sono incorse molte famiglie che conosciamo, è che i ragazzi finiscano, a causa di molti motivi diversi, per parlare male entrambe le lingue (e non il genere di bilinguismo che ci auspichiamo).
In questo caso diventa una scelta obbligata sacrificare l'italiano. Per fortuna, nel nostro caso, questo non è successo ed anzi abbiamo avuto nel corso degli anni alcune dimostrazioni di quanto un buon livello di padronanza della lingua madre possa favorire l'apprendimento di un'altra lingua.
I professori di Tommaso ci hanno spesso detto che il suo vocabolario è più ampio di quello di alcuni coetanei nati qui e, talvolta, nemmeno si erano accorti che fosse straniero, visto il suo uso del tedesco.
Anche Giacomo, che pure frequenta un corso di DaZ (Deutsch als Zweitesprache) per favorire la sua concentrazione, riceve in tedesco voti ottimi e la sua abilità nel raccontare (anche in tedesco) risente favorevolmente dell'entusiasmo e dalla capacità di coinvolgere gli ascoltatori tutta italiana.
Se il loro tedesco, dunque, è al livello di quello dei madrelingua, il nostro cruccio è che, malgrado i nostri sforzi, il loro italiano non sia uguale a quello dei loro coetanei che vivono il Italia.
Quest'anno però siamo stati piacevolmente smentiti perchè Tommaso ha vinto appunto il concorso “Lingua è cultura” nella sua categoria, nella sezione prosa.
Al di là dell'orgoglio materno (e paterno), questa vittoria è per noi un riconoscimento importante, perchè vuol dire che è possibile questa terza via che stiamo cercando di percorrere.

Per questo motivo (e per l'orgoglio di cui sopra) abbiamo deciso di condividere con voi questo successo.
Abbiamo spesso sentito di molte famiglie che subiscono delle pressioni da parte della scuola affinchè la lingua madre venga relegata in un angolo e abbiamo letto molti articoli in cui si confonde “integrazione” con “assimilazione” (a questo proposito andatevi a leggere, se non l'avete ancora fatto, il meraviglioso e chiarissimo post di Lara di “intanto in Tedeschia”).
Beh, noi vogliamo lanciare un messaggio positivo a tutti quei genitori che si trovano nella difficile posizione di avere figli bilingui: fargli mantenere un buon livello nella loro lingua è un valore aggiunto che non ha prezzo e li aiuterà a padroneggiare meglio la lingua del paese ospitante e Sì, è difficile, richiede attenzione, elasticità mentale, pazienza e nervi d'acciaio....
insomma il kit di sopravvivenza minimo del genitore, no?

Quindi al grido di “SI PUO' FAAAAARE!” (cit.) non vi arrendete, perchè i vostri/nostri figli meritano il meglio e se incontrate qualche imbecille retrogrado che tenta di convincervi del contrario, mandatelo italianamente poco diplomaticamente a stendere.

Buona Vita a tutti.


martedì 21 maggio 2019

Aggiornamento: Non vogliono i nostri voti, o così sembra.


Vi ricordate l'articolo dell'altra settimana, sul voto europeo? Se non lo ricordate vi metto qui  il Link per comodità. Beh, pare che i nostri sospetti non fossero del tutto campati in aria. Ovviamente, per dimostrare tutto questo ci voleva un vero professionista e, fortunatamente, il bravissimo giornalista di euronews Lillo Montaldo Monella ha, non solo raccolto la sfida, ma è anche riuscito in pochissimo tempo a trovare tutta la documentazione per un'inchiesta che ha dimostrato che...

Beh leggete l'articolo, ci siamo anche noi e molte amiche (che ringrazio dal profondo del cuore) che hanno reso le loro testimonianze.


Ora, però, tutti a votare...Buona Vita e Buone Gite a tutti


lunedì 20 maggio 2019

Europei Medi



Oggi lascio per un attimo la polemica contro l'organizzazione delle elezioni perchè nientemeno che euronews ha pubblicato un articolo sulla nostra famiglia. Pare che siamo il ritratto dell'europeo medio (magari un filino vecchi). Un grazie speciale al giornalista Lillo Montaldo Monella che ci ha scelto e che ha voluto intervistarci. Per noi è particolarmente importante (oltre che un onore ovviamente), perchè il blog si pone proprio nella linea del voler essere una famiglia normale che racconta le proprie avventure. Siccome l'intervista è già lunga non vi annoio oltre, ma voi, in cambio, leggetela tutta e scrivetemi cosa ne pensate? Vi sentite anche voi europei medi? Che cosa avreste risposto al posto nostro?

giovedì 16 maggio 2019

Non vogliono i nostri voti?


Cari amici, oggi il mio post sarà breve , polemico, politicamente scorretto e anche un po' complottista.
Parliamo di elezioni europee, parliamo di come si vota all'estero, e di cosa sta cambiando. Il perchè di questo cambiamento, invece, lo lascio come domanda a cui vorrei una risposta, magari con le vostre opinioni.
Cinque anni fa, in ogni città di media grandezza (Bonn ha 300.00 abitanti più o meno)vennero istituiti dei seggi elettorali affinchè gli italiani residenti all'estero potessero esprimere il proprio voto per l'Italia.
Come tutti saprete è possibile anche scegliere di votare per il paese ospitante e in questo caso si viene registrati nel comune di residenza e ci si reca ai seggi del paese di residenza.
Già allora io, che in uno dei seggi italiani ci lavorai anche come scrutatore, pensai che fosse uno spreco di risorse, vista la scarsissima affluenza, ma mai avrei pensato che da tre seggi sparsi per tutta Bonn, non ne avrebbero istituito nemmeno uno.
Così ci ritroviamo quest'anno a doverci recare fino al consolato di Colonia, a 30 km da qui, per poter votare.
Passi per noi che abbiamo la macchina, ma tutti quelli (anziani o giovani) che non dispongono di mezzi come faranno?
Anche prendendo il treno o la metropolitana, bisogna poi raggiungere il consolato (che non si trova vicino alla stazione).
Ne ho parlato con altri italiani residenti in Germania ed ho scoperto che a noi è andata anche bene, perchè alcuni dovranno percorrere circa 90 Km per arrivare alla sede di seggio destinata a loro.
A questo aggiungete che noi siamo stati avvisati solo ora, a due settimane dal voto e che quindi risulta difficile poter fare concretamente qualcosa, se non organizzarci mettendo a disposizione di chi non ha la macchina passaggi.
Io mi chiedo e vi chiedo, per le elezioni politiche, ci mandano la cartella elettorale e noi la rispediamo indietro, perchè per queste elezioni, o si spendono un sacco di soldi per istituire seggi che restano deserti, oppure ci si costringe a percorrere un sacco di km per poter votare?

Inoltre, visto il clima politico in Italia, non posso fare a meno di pensare, che a qualcuno i voti dei residenti all'estero che, verosimilmente, saranno pro Europa Unita, possano risultare scomodi (ed eccovi servita anche la teoria gomblottista).

Fatemi sapere la vostra, e in caso, confermatemi che sto diventando completamente pazza. Se invece aveste testimonianze e materiale che testimoniano che la mia ipotesi ha qualche ragione di essere, mandatemele, magari riusciamo a far sentire la nostra voce (e non solo su questo Blog sconosciuto).

Buona Vita, Buone Elezioni e buone gite per andare a votare a tutti.


venerdì 26 aprile 2019

Il diritto di arrabbiarsi


Avrei voluto scrivervi un bel post sulla gita di Giacomino, ma alcuni eventi accadutimi subito dopo Pasqua mi spingono a questo post che, vi avviso già, è polemico e politicamente scorretto.
Quindi se decidete di continuare a leggere, lo fate a vostro rischio e pericolo.

Molti di voi, almeno i lettori più affezionati, conoscono già qualcuna delle nostre disavventure con le pubbliche istituzioni italiane da quando siamo in Germania, ma se voleste rinfrescarvi le idee o fare un viaggio nell'assurdo vi metto il link di qualche post. Di alcune ho scritto solo su FB, di altre ho proprio taciuto per non infierire.
Comunque sia, dalla rottamazione della macchina ad un semplice cambio di residenza presso l'inps, l'incontro con le istituzioni è sempre percorso ad ostacoli, disseminato di rimbalzi di responsabilità, notizie che si contraddicono e incompetenza varia.

Del resto pare che io sia in ottima compagnia e ho molti conoscenti che si sono sentiti dare le risposte più assurde.
Questa volta è stata un'impiegata del call center dell'INPS a far traboccare il vaso della mia scarsa pazienza, dopo 6 telefonate in cui, dopo un quiz con il risponditore automatico e 10 min. di attesa mi hanno fatto cadere la linea.
Finalmente riesco a parlare con “l'operatore competente” (così almeno dice la vocina, dopo aver risposto al quiz del risponditore automatico), tal Katia che, mentre cerco di spiegarle che mia suocera ha ricevuto la richiesta per il RedEst relativo all'anno 2017, ma io credo di averlo già spedito, mi interrompe per dirmi “E lei a me viene a chiederlo?”. “E a chi dovrei chiederlo, a mio cugino? Non è lei l'operatore competente?”Non è che avevo telefonato ad una pizzeria. Katia mi dice di non fare dell'ironia, perchè lei non lavora nella sede dove ricevono le dichiarazioni dei redditi (se no potevo fare dell'ironia?). Provo a spiegarle che è stata lei a non essere stata educata e che avrebbe dovuto porsi in un altro modo, magari dicendomi: “Non lavoro nelle sede a cui arrivano le dichiarazioni, pertanto non posso darle questa risposta, ma posso darle l'indirizzo al quale rivolgersi”. Katia però non demorde e mi risponde: “Eh signora lei avrebbe dovuto pormi la questione così!”. Ok... non tento nemmeno di spiegarle che questa era una risposta educata che lei avrebbe dovuto usare al posto di “E a me viene a chiederlo?”, saluto e metto giù.
Mi sento, come sempre in queste situazioni, frustrata, impotente e molto arrabbiata.
Per sfogarmi faccio una telefonata ad una persona che so che mi vuole bene e che, normalmente, mi capisce, ma, qui arriva il peggio. Mi sento dire che non devo arrabbiarmi, che tanto ormai lo so che le cose in Italia vanno così, che io non devo dimenticarmi da dove vengo solo perchè vivo in un paese in cui le cose funzionano decisamente meglio e che sono fortunata perchè, in fondo vivo da un'altra parte (il resto lo evito).

Ehhh?

Siccome non è la prima volta che mi sento dire cose di questo genere, ho deciso di fare un po' di chiarezza, a nome mio e di tutti gli emigrati che, per il fatto di essere emigrati non ci possiamo lamentare mai. Eh sì, perchè non ti puoi lamentare del paese che hai lasciato perchè ormai non è più il tuo paese, ma non puoi neanche lamentarti di quello che non va nel paese che ti ha accolto perchè stai meglio, perchè le cose funzionano meglio ecc.

Io rivendico il mio (e nostro) sacrosanto diritto di incazzarmi e lamentarmi con entrambi i paesi.

Con l'Italia anzitutto, la quale, dopo che ho vissuto e pagato le tasse lì per i miei primi 40 anni mi ha dato un sonoro calcio nel sedere e che mi rende la vita impossibile anche all'estero.
Per quanto residente all'estero resto cittadina italiana (così dicono i miei documenti) e, in quanto tale, ho almeno il diritto di lamentarmi di tutti i disservizi di cui sono vittima e credo che anche tutti gli altri dovrebbero lamentarsi e incazzarsi, così magari qualcosa cambierebbe.

Rivendico anche il diritto di lamentarmi della Germania tutte le volte che incontro un disservizio (e sì, ce ne sono anche qui), perchè questo paese che mi ha accolto e che mi ha donato serenità economica e di conseguenza mentale, non lo ha fatto per pura bontà d'animo, lo ha fatto perchè noi siamo membri attivi della comunità , abbiamo (mio marito in particolare) una professione che qui è ricercata e contribuiamo attivamente allo sviluppo dell'economia tedesca. Inoltre, qui paghiamo tutti gli anni tutte le tasse dovute (e non sono poche) e non riceviamo né sconti perchè stranieri, né sussidi ( di cui, per fortuna, non abbiamo mai avuto bisogno).

Detto questo, capisco la frustrazione di chi combatte con quelle istituzioni tutto l'anno, di chi non si sente tutelato, ma anzi vessato dal proprio governo e capisco anche che possa sembrare spocchioso il lamentarsi di chi sembra aver dimenticato le problematiche dello stato che ha lasciato.
Beh, sappiate che non le abbiamo dimenticate, ce lo ricordiamo ogni volta che dobbiamo pensare a quello che dobbiamo dire, o che ci confondiamo parlando con il vicino, o che ci manca il cibo italiani, i paesaggi italiani, la nostra famiglia.
Non siamo però più abituati, o meglio, sappiamo che esistono vie diverse, modi diversi di fare le cose.

Del resto se ce ne siamo andati, vuol dire che la situazione non l'abbiamo mai accettata, che ci siamo arrabbiati sempre, allora come oggi.

Mi piacerebbe leggere la vostra opinione e vi ricordo che qualsiasi critica o commento è sempre bene accetto, purchè educato.

A tutti quelli che si arrabbiano e a tutti quelli che riescono a non arrabbiarsi Buona Vita e Buon 25 Aprile (in ritardo).

venerdì 22 febbraio 2019

Occasioni di resilienza


Essere genitori è difficile, essere genitori attenti è difficilissimo. E' facilissimo invece, ma proprio facilissimo distrarsi, farsi prendere dalla disperazione o, semplicemente, dire a stessi che è già così faticoso certe volte badare alle cose “serie” dei nostri figli che su tutto il resto si può soprassedere.
Vi faccio qualche esempio di cosa intendo per “cose serie” e di cosa intendo per genitori attenti: fargli da mangiare a pranzo e cena e, se siete genitori attenti, assicurarsi che mangino anche frutta e verdura; oppure controllare che facciano i compiti e, se siete genitori attenti controllare anche che non li abbiano fatti con i piedi ecc ecc. Ogni genitore potrebbe scrivere un'enciclopedia sulle cose necessarie ad un figlio: si comincia la mattina, quando li svegliate e dovete stare attenti che, intontiti dal sonno, non si vestano al contrario, fino alle liti serali per fare in modo che si lavino (evidentemente hanno paura di restringersi con l'acqua). A questo si aggiungono le visite mediche, le riunioni a scuola, i colloqui con gli insegnanti, lo sport ecc ecc (l'enciclopedia di cui sopra appunto).
Per questo un povero genitore, per il quale non c'è nemmeno il “telefono azzurro”, non ha certo bisogno di trovarsi altri problemi ed è facilissimo quindi distrarsi su avvenimenti che ci piace considerare poco importanti.

E' quello che stava per succedere a noi.

Carnevale a scuola.
Qui ogni scuola partecipa alla sfilata del quartiere e ogni anno la scuola sceglie un tema diverso.
L'anno scorso il medioevo, quello prima la tecnologia ecc.
Dovete sapere che questi appuntamenti che in teoria sono molto carini e in cui i bambini si divertono tanto, sono, almeno per il genitore medio (io), una grandissimo rompimento di scatole: tra le mille e-mail (per fortuna il gruppo whatsApp non ce lo abbiamo) per la raccolta fondi per comprare le caramelle che i bambini lanceranno durante la sfilata, all'insacchettamento delle suddette caramelle, dal servizio d'ordine durante la sfilata per non perdersi i bambini al temutissimo costume di carnevale.
L'anno scorso ci toccò di cucire e assemblare il costume da cavaliere (con tanto di elmo ricavato dallo scatolone di Pandoro), quello prima, costruimmo un costume da Computer ecc.
Quest'anno il tema della nostra scuola è l'arcobaleno, ogni classe un colore.
Finalmente un costume facile, gli metti una tuta del colore scelto e via.
Ero già felice all'idea di non doverci sbattere per una volta...

...Come al solito troppo presto.

Un giorno Giacomo torna a casa arrabbiatissimo e mi dice che quest'anno non vuole andarci alla sfilata di Carnevale.
Subito non capisco,visto che lui si diverte come un pazzo, poi mi rivela che il colore della sua classe è il violetto e lui un colore da femmina non lo vuole mettere e che anche i suoi amici hanno deciso che non andranno alla sfilata perchè nemmeno loro vogliono mettere un colore da femmine. Loro, invece, le femmine sono felicissime. Così mi dice, anzi mi urla Giacomino tutto rosso e quasi in lacrime “ Così impara la maestra a darci un colore da femmine”.

Ecco uno di quei momenti in cui ci si trova davanti a un bivio: gli rispondo che può non andare alla sfilata, zero problemi, o gli spiego che non esistono colori da femmina, che si possono fare costumi bellissimi anche da maschi con il violetto e mi infilo nel solito ginepraio?.

Il dubbio nella mia testa dura un secondo: “Tesoro se vuoi puoi non andare alla sfilata, però ti perderesti un pomeriggio divertente. Quello che ci rimarrà peggio se non partecipa sei tu, non la maestra. Oltretutto non credo che la maestra lo abbia fatto per farvi un dispetto. Ti devo anche confessare un segreto, il violetto è solo un colore e non è il colore delle femmine, possiamo trovare un costume bellissimo che sia violetto e anche da maschio”
...Si asciuga le lacrime Giacomino, mi guarda incredulo e mi chiede “Sei sicura, perchè i miei amici dicono che è da femmine”... 
“Facciamo così, pensiamoci e poi alla fine deciderai tu”.

Dentro di me penso: “Dai, su internet c'è tutto, vuoi non trovarlo un costume carino viola? Il Peppe si mette subito alla ricerca, ma siccome Murphy era uno che sapeva quello che scriveva, no, non ce ne sono di costumi viola da maschi, sono tutti da fatina e principessa, o, tutt'al più, da orsetto del cuore (che poi Giacomo sarebbe bellissimo da orsetto del cuore, ma niente, non gli piace)

Ok piano B: “Ce lo facciamo noi il costume, così risparmiamo anche, che ci vuole a trovare della stoffa viola, senza spendere un capitale?La stoffa più economica che abbiamo trovato costava 12 euro a m.

Ok piano C: “Tingiamo un vecchio lenzuolo, tanto ne abbiamo tantissimi”.
Proviamo a cercare le tinte che si usano in lavatrice, ci sono di tutti i colori, in teoria...in pratica, almeno in Germania solo nero, blu e marrone.

Ok piano D (eravamo già disperati al piano C): “Per tingere il lenzuolo usiamo il colori da stoffa e li diluiamo con un po' d'acqua”
Per fortuna questo ha funzionato, il risultato finale è lilla, ma possiamo accontentarci.
Con questo bel lenzuolo lilla abbiamo deciso da farci un costume da Mago con tanto di mantello e cappello.
A Giacomo l'idea del cappello da mago piace molto.
Peccato che anche cappelli viola, quest'anno niente, quindi...
Piano E: “Ci facciamo noi il cappello con del cartoncino”.


Vabbè è venuto un po' storto, ma sei vestito di lilla, non è questo il problema.
Tutto lilla, però è brutto mamma”.
Beh hai anche ragione anche tu, che cosa ci vorresti sopra?”. “Delle fiamme mamma”
...E fiamme siano, ma siccome possiamo usare solo il viola, facciamo le fiamme viola.



Così mamma, con la pittura acrilica, sì perchè la tintura da stoffa al negozio è finita (un sacco di mamme avranno avuto la mia idea) dipinge fiamme sulla tunica e sul mantello del mago.
Peccato che manco nella pittura acrilica abbiamo trovato il viola (non sarà da femmina ma è assolutamente sfigato il viola quest'anno) per cui abbiamo mescolato a caso rosso e blu.
Siccome i magi sono luccicanti, abbiamo persino aggiunto fiamme dorate e un bel sole a completare il tutto.


Tutto questo insieme a tutte le altre “cose serie” da genitori.

Alla fine, però, Giacomo mi ha detto: “Mi piace proprio mamma, penso che farò un figurone”.

Ora, mentre mi guardo le mani sporche di vernice (credo che avrò incubi in cui brucio in fiamme viola e oro), sono contenta perchè Giacomo ha capito che il viola è un colore da femmina, ma ci si possono fare anche cose bellissime da maschi e che le cose che non ci piacciono, se non ci arrendiamo subito, possono essere trasformate in cose belle, anche i colori da femmine.
Che poi il viola è un bel colore in fondo, mica solo per le femmine.



Dal mago Giacomino e da tutti noi, Buona Vita e Buona Resilienza

giovedì 14 febbraio 2019

S. Valentino controcorrente


Ci siamo lasciati l'anno scorso e vi ritrovo nel giorno degli innamorati.
Spero che il nuovo anno sia cominciato benissimo e spero che tutti voi abbiate qualcuno oggi con cui non festeggiare S. Valentino, perchè io non credo debba esserci un giorno stabilito per festeggiare.
Comunque a tutti i romanticoni che oggi invaderanno di cuori e rose le loro città faccio i miei più sinceri auguri.

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Noi, invece, che dobbiamo essere originali per forza, festeggiamo oggi l'ottantesimo compleanno della nonna Mattea.
Eh sì, la nostra nonna emigrante compie oggi ottant'anni, tondi tondi.
Lasciatemi spendere quindi qualche parola per questa donna coraggiosa, che è stata controcorrente tutta la sua vita e che, ancora a 75 anni, ha deciso di seguirci in questa avventura, sostenendoci e aiutandoci sempre.
La storia di mia suocera, mi ha sempre affascinato, perchè ho sempre avuto l'impressione che sia stata un esempio di femminismo inconsapevole.
Dopo un'infanzia e una giovinezza passata in collegio dalle suore (da cui esce solo al raggiungimento della maggiore età ossia a 21 anni) comincia a lavorare come inserviente all'ospedale Molinette di Torino e intanto mette via i soldi per fare il corso da “infermiera professionale”. Nel frattempo vive con la sorella, ma poiché rifiuta un matrimonio combinato, viene cacciata di casa all'improvviso. Solo grazie all'aiuto del suo parroco, riuscirà a trovare una nuova sistemazione ed ad evitare di dormire sulla strada.
Una volta diplomata con grande sacrificio, prende la patente e diventa una delle prime caposala delle Molinette che non fosse una suora e la prima infermiera in assoluto a cui fu concesso di fare i prelievi ai pazienti.
L'essere cattolica fervente non le impedirà di innamorarsi e di andare a vivere con un uomo molto più vecchio di lei e per giunta sposato (ricordiamo che ai tempi il divorzio era appena diventato legale ed era difficile ottenerlo).
Quando rimane incinta del sarà Peppe, la sua famiglia, che già mal vedeva il fatto che lei vivesse con un uomo senza essere sposata, le impone di abortire, ma lei se ne frega e punta i piedi una volta ancora, decidendo di tenere il bambino.
Riuscirà a convolare a nozze solo anni dopo, con il piccolo Giuseppe treenne invitato d'onore.
Purtroppo la vita non è una favola, altrimenti qui ci sarebbe il famoso “e vissero felici e contenti”.
Appena qualche anno dopo il matrimonio, il padre del Peppe morirà a seguito di una caduta, lasciandola appena quarantenne con un bambino di otto anni.
Nonostante la ancora giovane età, Mattea decide che non avrà altre relazioni, rimanendo fedele per sempre all'amore della sua vita, per il quale ha sfidato convenzioni e pregiudizi, che, vi assicuro, non erano come ora.
Dedicherà le sue energie per crescere il frutto di quell'unione al meglio delle sue possibilità e direi, che pure tra mille difficoltà, ha fatto un ottimo lavoro (però io sono di parte).
Alla luce di questo sembrerà meno illogico il fatto che Mattea abbia sempre vissuto con noi e che ci abbia seguito fino in Germania.
Da parte mia, mi sento fortunata per il fatto di avere una suocera così, che è pure stata sempre talmente intelligente da non interferire mai nel rapporto tra me e suo figlio (e nel caso prenderebbe comunque le mie difese).
Comunque sappiate che qualche volta litighiamo anche noi , come in tutte le famiglie che si rispettino e molte volte abbiamo opinioni diverse, ma anche a ottant'anni mia suocera ha idee molto più attuali di tante mie coetanee e, spesso, anche una salute migliore.
Pare che alla fine, al di là di quello che avevo preventivato, una storia d'amore, in perfetto stile S. Valentino, l'abbia condivisa con voi. Forse sono un po' romantica anche io.

Comunque Tantissimi Auguri a tutti gli innamorati e uno speciale augurio a questa donna forte, cocciuta e meravigliosa che è la nostra nonna.
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