Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

martedì 18 giugno 2019

“Lingua è cultura”


Io aggiungerei anche “Lingua è identità”, ma questo non è solo un possibile aforisma, è anche il significativo titolo del concorso letterario che il “Forum Accademico Italiano” indice ogni anno con il supporto del Consolato Generale d'Italia a Colonia. Come recita la loro pagina “ si rivolge alle alunne e agli alunni di origine italiana o che studiano la lingua italiana e che frequentano le scuole presenti sul territorio del Land Nordreno-Vestfalia (NRW).
Mi è sempre sembrata una bellissima iniziativa  (e ho partecipato spesso in qualità di insegnante), utile a tutelare la cultura degli italiani emigrati qui e, più in generale e più importante, a diffondere la cultura italiana in Germania.
La nostra regione, del resto, si è sempre dimostrata particolarmente sensibile all'integrazione e non per nulla è l'unica (almeno per quanto ne so io, ma spero di essere smentita) ad offrire gratuitamente ai bambini e ragazzi di origine straniera, o con almeno un genitore straniero (non solo italiani), un corso di lingua madre.
Questi corsi sono riconosciuti dal ufficio scolastico, il voto ricevuto viene allegato alla pagella scolastica ed è previsto in 9. o in 10. classe, a seconda delle scuole, un esame, il cui voto verrà riportato in pagella (nel caso di esito positivo).
La conoscenza di questa lingua comparirà, inoltre, anche nel certificato dell'abitur (il diploma di maturità tedesca).
Questi corsi e lo spirito dal quale nascono hanno sempre rappresentato per me e per Giuseppe una parte molto importante di quello che noi consideriamo “integrazione”. 
Fin da quando siamo arrivati qui abbiamo avuto l'intenzione di entrare a far parte di questa comunità, che ci ha accolto davvero con incredibile generosità, ma non abbiamo mai pensato, neanche per un momento, di abbandonare le nostre radici italiane, anzi siamo sempre stati convinti che l'unico modo di integrarci davvero fosse quello di riuscire far convivere ciò che eravamo con le esigenze della nostra nuova vita.
Devo dire che in questo nostro progetto siamo stati sempre molto sostenuti: dalle maestre/i dell'asilo di Giacomo alle professoresse/ori del liceo di Tommaso, dai pediatri alle logopediste e a tutte le figure professionali che abbiamo incontrato in questi 5 anni, tutti hanno sempre considerato la nostra cultura (differenze comprese) un valore aggiunto e ci hanno sempre spinto a valorizzarla.
Devo confessarvi, però, che non è stato mai facile e, se all'inizio il problema è stato cercare di favorire il più possibile l'apprendimento del tedesco (soprattutto per Tommaso), ben presto abbiamo avuto il problema del mantenimento dell'italiano.
Riuscire a trovare e a mantenere un equilibrio è ancora oggi una lotta quotidiana, e la duttilità è una caratteristica imprescindibile di questo percorso perchè ci sono momenti in cui bisogna concedere un po' più spazio all'una o all'altra lingua, o bisogna affrontare problemi che un bimbo monolingua non incontra.
Giacomo, ad esempio, sta attraversando una fase in cui capisce meglio le cose se gliele si spiegano in tedesco, ma riesce estrarre informazioni molto più facilmente da testi italiani.
Accade allora che le spiegazioni scolastiche anche a casa avvengano in tedesco, anche se in casa vige il divieto assoluto di parlare in tedesco tra di noi; che leggiamo insieme in tedesco, riducendo un pochino le letture in italiano, che riprenderemo questa estate, accompagnandole a quelle tedesche.
E' un percorso ad ostacoli, in cui gli ostacoli e anche il percorso cambiano continuamente.
Il rischio reale, nel quale sono incorse molte famiglie che conosciamo, è che i ragazzi finiscano, a causa di molti motivi diversi, per parlare male entrambe le lingue (e non il genere di bilinguismo che ci auspichiamo).
In questo caso diventa una scelta obbligata sacrificare l'italiano. Per fortuna, nel nostro caso, questo non è successo ed anzi abbiamo avuto nel corso degli anni alcune dimostrazioni di quanto un buon livello di padronanza della lingua madre possa favorire l'apprendimento di un'altra lingua.
I professori di Tommaso ci hanno spesso detto che il suo vocabolario è più ampio di quello di alcuni coetanei nati qui e, talvolta, nemmeno si erano accorti che fosse straniero, visto il suo uso del tedesco.
Anche Giacomo, che pure frequenta un corso di DaZ (Deutsch als Zweitesprache) per favorire la sua concentrazione, riceve in tedesco voti ottimi e la sua abilità nel raccontare (anche in tedesco) risente favorevolmente dell'entusiasmo e dalla capacità di coinvolgere gli ascoltatori tutta italiana.
Se il loro tedesco, dunque, è al livello di quello dei madrelingua, il nostro cruccio è che, malgrado i nostri sforzi, il loro italiano non sia uguale a quello dei loro coetanei che vivono il Italia.
Quest'anno però siamo stati piacevolmente smentiti perchè Tommaso ha vinto appunto il concorso “Lingua è cultura” nella sua categoria, nella sezione prosa.
Al di là dell'orgoglio materno (e paterno), questa vittoria è per noi un riconoscimento importante, perchè vuol dire che è possibile questa terza via che stiamo cercando di percorrere.

Per questo motivo (e per l'orgoglio di cui sopra) abbiamo deciso di condividere con voi questo successo.
Abbiamo spesso sentito di molte famiglie che subiscono delle pressioni da parte della scuola affinchè la lingua madre venga relegata in un angolo e abbiamo letto molti articoli in cui si confonde “integrazione” con “assimilazione” (a questo proposito andatevi a leggere, se non l'avete ancora fatto, il meraviglioso e chiarissimo post di Lara di “intanto in Tedeschia”).
Beh, noi vogliamo lanciare un messaggio positivo a tutti quei genitori che si trovano nella difficile posizione di avere figli bilingui: fargli mantenere un buon livello nella loro lingua è un valore aggiunto che non ha prezzo e li aiuterà a padroneggiare meglio la lingua del paese ospitante e Sì, è difficile, richiede attenzione, elasticità mentale, pazienza e nervi d'acciaio....
insomma il kit di sopravvivenza minimo del genitore, no?

Quindi al grido di “SI PUO' FAAAAARE!” (cit.) non vi arrendete, perchè i vostri/nostri figli meritano il meglio e se incontrate qualche imbecille retrogrado che tenta di convincervi del contrario, mandatelo italianamente poco diplomaticamente a stendere.

Buona Vita a tutti.


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