Io
aggiungerei anche “Lingua è identità”, ma questo non è solo un
possibile aforisma, è anche il significativo titolo del concorso
letterario che il “Forum Accademico Italiano” indice ogni anno
con il supporto del Consolato Generale d'Italia a Colonia. Come
recita la loro pagina “ si
rivolge alle alunne e agli alunni di origine italiana o che studiano
la lingua italiana e che frequentano le scuole presenti sul
territorio del Land Nordreno-Vestfalia (NRW).
Mi
è sempre sembrata una bellissima iniziativa (e ho partecipato spesso
in qualità di insegnante), utile a tutelare la cultura degli italiani
emigrati qui e, più in generale e più importante, a diffondere la
cultura italiana in Germania.
La nostra
regione, del resto, si è sempre dimostrata particolarmente
sensibile all'integrazione e non per nulla è l'unica (almeno per
quanto ne so io, ma spero di essere smentita) ad offrire
gratuitamente ai bambini e ragazzi di origine straniera, o con almeno
un genitore straniero (non solo italiani), un corso di lingua madre.
Questi
corsi sono riconosciuti dal ufficio scolastico, il voto ricevuto
viene allegato alla pagella scolastica ed è previsto in 9. o in 10.
classe, a seconda delle scuole, un esame, il cui voto verrà
riportato in pagella (nel caso di esito positivo).
La
conoscenza di questa lingua comparirà, inoltre, anche nel certificato dell'abitur
(il diploma di maturità tedesca).
Questi
corsi e lo spirito dal quale nascono hanno sempre rappresentato per
me e per Giuseppe una parte molto importante di quello che noi
consideriamo “integrazione”.
Fin da quando siamo arrivati qui
abbiamo avuto l'intenzione di entrare a far parte di questa comunità,
che ci ha accolto davvero con incredibile generosità, ma non abbiamo
mai pensato, neanche per un momento, di abbandonare le nostre radici
italiane, anzi siamo sempre stati convinti che l'unico modo di
integrarci davvero fosse quello di riuscire far convivere ciò che
eravamo con le esigenze della nostra nuova vita.
Devo
dire che in questo nostro progetto siamo stati sempre molto
sostenuti: dalle maestre/i dell'asilo di Giacomo alle professoresse/ori del
liceo di Tommaso, dai pediatri alle logopediste e a tutte le figure
professionali che abbiamo incontrato in questi 5 anni, tutti hanno
sempre considerato la nostra cultura (differenze comprese) un valore
aggiunto e ci hanno sempre spinto a valorizzarla.
Devo
confessarvi, però, che non è stato mai facile e, se all'inizio il
problema è stato cercare di favorire il più possibile
l'apprendimento del tedesco (soprattutto per Tommaso), ben presto
abbiamo avuto il problema del mantenimento dell'italiano.
Riuscire
a trovare e a mantenere un equilibrio è ancora oggi una lotta
quotidiana, e la duttilità è una caratteristica imprescindibile di
questo percorso perchè ci sono momenti in cui bisogna concedere un
po' più spazio all'una o all'altra lingua, o bisogna affrontare
problemi che un bimbo monolingua non incontra.
Giacomo,
ad esempio, sta attraversando una fase in cui capisce meglio le cose
se gliele si spiegano in tedesco, ma riesce estrarre informazioni
molto più facilmente da testi italiani.
Accade
allora che le spiegazioni scolastiche anche a casa avvengano in
tedesco, anche se in casa vige il divieto assoluto di parlare in
tedesco tra di noi; che leggiamo insieme in tedesco, riducendo un
pochino le letture in italiano, che riprenderemo questa estate,
accompagnandole a quelle tedesche.
E'
un percorso ad ostacoli, in cui gli ostacoli e anche il percorso
cambiano continuamente.
Il
rischio reale, nel quale sono incorse molte famiglie che conosciamo,
è che i ragazzi finiscano, a causa di molti motivi diversi, per parlare male entrambe le lingue (e non il genere di bilinguismo che ci auspichiamo).
In
questo caso diventa una scelta obbligata sacrificare l'italiano. Per
fortuna, nel nostro caso, questo non è successo ed anzi abbiamo
avuto nel corso degli anni alcune dimostrazioni di quanto un buon
livello di padronanza della lingua madre possa favorire
l'apprendimento di un'altra lingua.
I
professori di Tommaso ci hanno spesso detto che il suo vocabolario è
più ampio di quello di alcuni coetanei nati qui e, talvolta, nemmeno
si erano accorti che fosse straniero, visto il suo uso del tedesco.
Anche
Giacomo, che pure frequenta un corso di DaZ (Deutsch als
Zweitesprache) per favorire la sua concentrazione, riceve in tedesco
voti ottimi e la sua abilità nel raccontare (anche in tedesco)
risente favorevolmente dell'entusiasmo e dalla capacità di
coinvolgere gli ascoltatori tutta italiana.
Se
il loro tedesco, dunque, è al livello di quello dei madrelingua, il
nostro cruccio è che, malgrado i nostri sforzi, il loro italiano non
sia uguale a quello dei loro coetanei che vivono il Italia.
Quest'anno
però siamo stati piacevolmente smentiti perchè Tommaso ha vinto appunto il
concorso “Lingua è cultura” nella sua categoria, nella sezione
prosa.
Al
di là dell'orgoglio materno (e paterno), questa vittoria è per noi
un riconoscimento importante, perchè vuol dire che è possibile
questa terza via che stiamo cercando di percorrere.
Per
questo motivo (e per l'orgoglio di cui sopra) abbiamo deciso di
condividere con voi questo successo.
Abbiamo
spesso sentito di molte famiglie che subiscono delle pressioni da
parte della scuola affinchè la lingua madre venga relegata in un
angolo e abbiamo letto molti articoli in cui si confonde
“integrazione” con “assimilazione” (a questo proposito andatevi a leggere, se non l'avete ancora fatto, il meraviglioso e chiarissimo
post di Lara di “intanto in Tedeschia”).
Beh,
noi vogliamo lanciare un messaggio positivo a tutti quei genitori che
si trovano nella difficile posizione di avere figli bilingui: fargli
mantenere un buon livello nella loro lingua è un valore aggiunto che
non ha prezzo e li aiuterà a padroneggiare meglio la lingua del
paese ospitante e Sì, è difficile, richiede attenzione, elasticità
mentale, pazienza e nervi d'acciaio....
insomma il kit di sopravvivenza minimo del genitore, no?
Quindi
al grido di “SI PUO' FAAAAARE!” (cit.) non vi arrendete, perchè
i vostri/nostri figli meritano il meglio e se incontrate qualche
imbecille retrogrado che tenta di convincervi del contrario,
mandatelo italianamente poco diplomaticamente a stendere.
Buona
Vita a tutti.
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