Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

mercoledì 17 dicembre 2014

Paese che vai….Natale che trovi

Almeno una certezza rimane, ogni anno arriva il Natale. 
Questo, però, è un Natale speciale per noi perché, non solo è il primo Natale in Germania, ma , soprattutto, dopo tre anni, la nostra famiglia riuscirà a passare questa festa tutta insieme, almeno speriamo (sapete, dopo tre anni il condizionale è d’obbligo). 

Purtroppo, in Italia era molto difficile che Giuseppe potesse avere questo periodo libero, ma adesso è già in vacanza da una settimana e tornerà al lavoro solo il 28 di dicembre. 

Abbiamo, dunque, deciso di recuperare il tempo perduto e stiamo cercando di seguire tutte le tradizioni tedesche, senza abbandonare quelle italiane, naturalmente. 
E’ un impresa piuttosto impegnativa perché in Germania vanno matti per il Natale (come per tutte le feste comunitarie). 

I festeggiamenti cominciano già a metà Novembre con il Martinzug, la parata di S. Martino. 
Noi abbiamo partecipato a ben due di queste processioni, una nel quartiere dell’asilo di Giacomo e una nel quartiere dove abitiamo, tanto per non farci mancare nulla. 
I bambini dell’asilo e delle scuole elementari preparano per quest’occasione delle lanterne come quelle che vedete nelle foto.

I miei ometti....

lanterne di ogni tipo

 per bambini di ogni età

                                      

Al calar della sera (verso le 5 p.m)del giorno indicato ci si riunisce e si percorrono 3-4 km al freddo e al buio (le strade di Bonn, infatti, sono straordinariamente poco illuminate) dietro a San Martino a cavallo vestito da romano. 

San Martino a cavallo

Una banda chiude il corteo e accompagna gli immancabili canti. La parata termina in un parco o in uno spiazzo intorno ad un grande falò mentre San Martino distribuisce a tutti i bambini il Weckmann (pane dolce a forma di omino). 


La partecipazione è davvero altissima e sia il corteo che il percorso sono molto suggestivi. 
Ci sono lanterne di ogni forma e colore: noi abbiamo potuto fotografarne soltanto alcune. 
Inoltre, le case vengono addobbate con  candele e ulteriori lanterne (che rimangono fino a dopo Natale). 
Quando la banda annuncia l’arrivo del corteo tutti scendono in strada per accodarsi o guardare la processione: molti offrono the caldo e cioccolata  ai bambini, birra  e vino  agli adulti. 
Malgrado il freddo, l’atmosfera è calda, accogliente e anche divertente.Infatti i tedeschi, almeno in questa zona della Germania, non sono affatto freddi e chiusi come si crede.

Al contrario , sono  davvero  molto,  molto  socievoli  e  amano divertirsi. Sono capaci di fermarti per strada se ti sentono parlare italiano perché, magari, sono stati  in vacanza il Italia e si ricordano qualche parola della nostra lingua, oppure perché ti hanno sentito chiamare tuo figlio Giacomo e adorano Puccini. 
Durante le feste questo atteggiamento è ancora più accentuato. 
Bisogna solo stare attenti a non ubriacarsi e a non perdersi o scambiarsi i bambini perché tutti i bimbi corrono avanti e indietro con le loro lanterne. Per noi è stata davvero una bellissima esperienza e la nonna si è persino commossa .


Da questo momento in poi si susseguono varie manifestazioni, ma l’apice dei festeggiamenti ha inizio con il Adventszeit (il tempo dell’avvento). 
Il 1° Dicembre ha inizio l’attesa del Natale. Come  si aspetta il Natale qui? 
Come in tutta la Germania , e non solo, recandosi ai Mercatini di Natale. Ce ne sono in ogni quartiere di ogni città e sono davvero molto elaborati e suggestivi. 
Ne abbiamo visitato uno a tema medievale in un paese vicino: tutti i commercianti indossavano vestiti dell’epoca, c’erano bracieri accesi e pane cotto nei forni a legna.  

A Bonn centro c’è il più grande della nostra città: ci sono chioschi di tutti i tipi, soprattutto di specialità culinarie provenienti da ogni parte d’Europa. 
La cosa più particolare che abbiamo visto è stata il salmone infilzato e cotto su fuoco a legna. 

Tutti gli stand sono a forma di casetta e sopra ci sono le decorazioni più diverse: renne canterine, soldatini di legno giganteschi che girano e un sacco di altre cose strane. 

Renne canterine su un chiosco di Glühwein e Eierpunsch


Malgrado il freddo, questi mercatini sono sempre affollatissimi perché i tedeschi hanno un segreto: il Glühwein, vino caldo speziato e l’ Eierpunsch, liquore all’uovo caldo. 
Questo vince il freddo e aiuta l’allegria generale.


Ora dobbiamo andare a vivere un altro pezzetto di Natale, così potremo raccontarvelo……Nel frattempo, Felice Tempo dell’Avvento a TUTTI. 

giovedì 11 dicembre 2014

Il volto difficile della Germania

So che sotto Natale tutti vorremmo sentire solo storie a lieto fine o, un bel decalogo di tutte le tradizioni natalizie tedesche. 
Naturalmente, siccome a noi piace moltissimo il natale e pure luoghi comuni, scriveremo anche di Mercatini di Natale e dolci tipici, ma non oggi. 

Oggi vi vogliamo raccontare una storia che non riguarda la nostra famiglia in prima persona, ma che racconta un po’ di noi tutti, di quella parte dell’anima ferita e disperata che ogni tanto vediamo riflessa nello sguardo di qualcun altro, quando non ne abbiamo così paura da vietarci qualsiasi contatto.
All’A.W.O (l’associazione per l’immigrazione dove facciamo il corso di Tedesco) un giorno di un paio di mesi fa incontrai una signora di colore che parlava italiano con i suoi figli. 
Qui avere la lingua in comune è motivo più che sufficiente per fare quattro chiacchere e scambiare qualche confidenza. 
Siccome io sono una gran chiacchierona (ve lo scrivo, nel caso non ve ne foste ancora accorti) mi avvicinai. 
Venni così a sapere che la signora Anna (il nome è di fantasia) era arrivata da poco in Germania con  i suoi due bambini e in attesa del terzo, alla ricerca di un futuro migliore per sé e per la sua famiglia. 
Il suo compagno non aveva voluto seguirla perché, dopo essere emigrato con lei 12 anni fa dall’Africa all’Italia non voleva più fare quell’esperienza, malgrado fosse disoccupato da lungo tempo. 
Lei avrebbe voluto cercarsi un lavoro, ma non conosceva una parola di tedesco e era incinta. 
Le diedi qualche consiglio e ci salutammo. 
Giovedì scorso l’ho rincontrata, insieme al suo figlio più grande.
Purtroppo nulla è andato secondo le sue speranze: il sussidio e gli assegni familiari tardano ad arrivare perché sono necessari dei controlli tra i due paesi; il bambino di 7 anni che in Italia faceva 2° elementare è stato mandato in 1°, pur sapendo già scrivere, mentre alla bimba di 6 anni hanno fortemente consigliato di aspettare un anno prima di iniziare la scuola. 
Inoltre, non avendo Anna un’assicurazione medica tedesca, non ha una copertura sanitaria che le dia accesso gratuito ai medici per controllare la sua gravidanza. 
Lo stato italiano, infatti, copre soltanto le emergenze ospedaliere. 
Per avere l’assicurazione però, non lavorando, dovrebbe fare l’iscrizione all’AIRE (Albo degli Italiani Residenti all’Estero) ma perderebbe così gli assegni di maternità italiani. Era molto sconfortata perché non aveva trovato nessuna di quelle facilitazioni che si aspettava: molta gentilezza e tante porte chiuse. 
Stava ripensando alla sua decisione, tanto più che il suo bambino è affetto da anemia grave e da quando sono arrivati qui non ha potuto curarlo. 
In fondo, mi diceva, un lavoro, se pure al freddo, lei in Italia ce lo ha. 
Le ho chiesto perché non fosse andata in Inghilterra visto che lei è inglese madrelingua, ma, purtroppo, non avendo lei ancora la cittadinanza italiana non può, perché l’Inghilterra non aderisce al trattato di Schengen.
l’Italia rimane la sua miglior opzione, anche se è un paese che le fa paura, soprattutto per il futuro dei suoi figli. 
Ha deciso, quindi, che entro Natale tornerà, lì darà alla luce il suo terzo figlio e, aspettando la cittadinanza, pianificherà la prossima emigrazione, sperando di non averne bisogno.


E’ fin troppo facile emettere giudizi su un atto certamente avventato sotto molti punti di vista per cui mi asterrò. 
Ugualmente semplice vedere le mancanze di un paese (la Germania) che pure accoglie moltissimi immigrati l’anno e dire che gli accordi tra i paesi membri  per la libera circolazione in Europa lasciano ancora a desiderare. 
Quello che mi ha colpito di questa storia e della sua protagonista  è lo sguardo disperato di chi, dopo essere fuggito dal proprio paese, ha scelto l’Italia con fiducia, ha lavorato e faticato per costruirsi un futuro ed ora è costretto a mettere tutto in gioco un’altra volta. 
Sappiamo per esperienza quanto sia difficile emigrare, anche nelle migliori condizioni, non osiamo immaginare doverlo fare più volte. 
Anche se non possiamo dimenticare tutti gli italiani in difficoltà, oggi ad Anna, alla sua famiglia e a tutti quegli stranieri che in Italia hanno cercato di realizzare le loro aspettative, ma i cui sogni sono stati traditi da un paese corrotto, in cui la politica è soltanto autoreferenziale, vogliamo augurare Grandissima Fortuna. 

mercoledì 3 dicembre 2014

La Germania dei nostri figli

Premesso che ogni bambino è un universo a sé stante e ogni situazione assolutamente soggettiva, voglio fare sapere a tutti i genitori che ci leggono che i figli hanno capacità e una sensibilità spesso insospettate.

Noi avevamo preparato i nostri bambini a questo cambiamento, cercando di presentargli il nostro trasferimento  come un’ avventura allegra ed entusiasmante, ma, sinceramente, non avevamo idea di come avrebbero reagito una volta arrivati qui. 

Per Giacomo non eravamo molto preoccupati, ma il fatto do aver cominciato l’asilo in Italia e aver dovuto aspettare otto mesi prima di poter frequentare l’asilo qui, ha creato qualche intoppo, perché spesso si annoiava. 
Durante questo periodo per fortuna abbiamo incontrato una coppia italo-tedesca con una bimba di 2 anni con cui Giacomo ha potuto giocare. 
Questa bimba non parla italiano, così come i bambini incontrati nel meraviglioso parco giochi dietro casa; eppure si sono sempre capiti alla perfezione. 
Giacomo non ha mai avuto problemi di comunicazione e ci ha sempre detto che il tedesco era un italiano un po’ strano. 
La cosa più buffa che ci è capitata con lui è che, per lungo tempo, ogni volta che uscivamo, ovunque andassimo, ci chiedeva: ”Anche il supermercato è il Germania? Anche l’asilo è in Germania? Anche il parco giochi è in Germania?”. Il concetto di spazio è relativo a quell’età.
Quando ha potuto, finalmente, andare all’asilo, non ha avuto alcun problema di inserimento, dopo tre giorni si fermava già tutto il giorno e ha sempre capito le maestre e i compagni (come non lo so). Nel suo asilo ci sono bimbi arabi, dell’America Latina,  polacchi, lituani, russi ed anche una bimba cinese e due giapponesi. 
E’ un ambiente molto stimolante per lui, dove i bambini sono tutti diversi e si sentono tutti uguali. 
Gran parte del merito di questa armoniosa convivenza va alle eccezionali maestre. All’inizio dell’anno hanno organizzato persino una colazione internazionale, per la quale ogni famiglia doveva preparare una specialità tipica del proprio paese d’origine. 
In questo modo i bambini (ma anche i genitori) hanno potuto conoscersi meglio attraverso un linguaggio comune: il cibo. 
Giacomo adora il suo asilo e adora la Germania perché qui vede sempre gli scoiattoli mentre va all’asilo e si possono andare a trovare i cinghiali e i cervi in bicicletta. 
Forse è meglio a questo punto fare una piccola puntualizzazione affinchè non pensiate che abitiamo in montagna. 
Malgrado abitiamo in città, il tragitto che facciamo per andare all’asilo passa attraverso un piccolo bosco pieno di scoiattoli, che vediamo spesso anche attraversare la strada davanti a casa nostra o nel parco giochi vicino. 
Inoltre a 1 km da dove abitiamo noi, c’è un grande bosco in cui vengono ospitati cervi e cinghiali. Molte città tedesche sono immerse nel verde e c’è molto rispetto per la natura.

Per Tommaso eravamo molto più preoccupati, soprattutto per l’apprendimento del tedesco. 
Quando mi dicevano che i bambini imparano la lingua velocemente io, da insegnante, devo confessare che non ci credevo. 
Pensavo che potesse essere vero per Giacomo, ma non potevo immaginare che fosse semplice per Tommaso, che aveva otto anni e a cui erano richieste competenze e abilità particolari quali “leggere e studiare” in una lingua  complicata e diversissima dalla nostra. 
Abbiamo comunque deciso di mandarlo in una scuola tedesca, consapevoli del fatto che avrebbe potuto perdere un anno scolastico. 
Il 14 di gennaio scorso ha cominciato ,o meglio, è stato catapultato nella  3° elementare. Ho temuto per la sua integrazione e più di una volta mi è venuto il dubbio che, visto il sistema scolastico tedesco (vedi post precedente), gli stessimo togliendo possibilità invece di fornirgliene di nuove. 
Sono felice di poter dire oggi che i miei timori erano del tutto infondati. 
Dopo neanche 11 mesi Tommaso, che ora frequenta la 4° e quindi il prossimo anno cambierà scuola ha ricevuto il Gymnasialempfelung , il giudizio con il quale potrà frequentare il Ginnasio. 
Non è molto comune questo risultato ed è stato possibile grazie al duro lavoro e alla collaborazione con la sua bravissima insegnante, ma ce l’abbiamo fatta. 
Cosa più importante, però, si è integrato benissimo e ha molti amici, che può vedere più spesso di quanto non potesse fare in Italia. 
Nel nostro quartiere può muoversi anche da solo, persino in bicicletta o con il monopattino perché non ci sono pericoli, abbiamo molte piste ciclabili e le macchine hanno il limite dei 30 all’ora (limite che tutti rispettano perché molto spesso ci sono autovelox e controlli della polizia).


Da genitore vorrei aggiungere questo: per quanto cerchiamo di proteggere i nostri figli loro si accorgono di tutto e talvolta vengono colpiti da cose a cui noi non diamo importanza. 
In  Italia avevamo una grande casa in campagna con un bel giardino e tanto spazio per correre, Tommaso non doveva studiare tanto come qui per poter colmare le lacune linguistiche e lui è sempre stato un bambino sereno, vivace e allegro. 
Eravamo, quindi, pronti al fatto che la Germania, almeno all’inizio, non gli sarebbe piaciuta. 
Invece non si è mai lamentato, nemmeno quando non capiva una parola. 
Ha affrontato con coraggio e tenacia ogni difficoltà, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre dicendoci che la Germania gli piaceva moltissimo. 
Un giorno, dopo circa 4 mesi dal nostro arrivo, mio papà gli chiese al telefono se preferiva l’Italia o la Germania. Senza un attimo di esitazione rispose: ”La Germania nonno, perché, anche se devo studiare il tedesco, qui faccio molte più cose con mamma e papà e ridiamo di più”. 
Non potremo mai dimenticare quelle parole perché ci diedero la certezza che, malgrado tutti i sacrifici, avevamo fatto la scelta giusta, anche per Tommaso. 
Nonostante abbiamo sempre cercato di essere genitori attenti a non far pesare sui nostri figli le difficoltà della vita quotidiana e abbiamo sempre cercato di stare con loro il più possibile era evidente che Tommaso aveva notato la differenza di tempo e di umore che avevamo qui, nonostante tutte le difficoltà linguistiche e di integrazione che dobbiamo affrontare ogni giorno.