Premesso che ogni bambino è un
universo a sé stante e ogni situazione assolutamente soggettiva, voglio fare sapere
a tutti i genitori che ci leggono che i figli hanno capacità e una sensibilità
spesso insospettate.
Noi
avevamo preparato i nostri bambini a questo cambiamento, cercando di presentargli
il nostro trasferimento come un’ avventura allegra ed entusiasmante, ma,
sinceramente, non avevamo idea di come avrebbero reagito una volta arrivati
qui.
Per Giacomo non eravamo molto preoccupati, ma il fatto do aver cominciato
l’asilo in Italia e aver dovuto aspettare otto mesi prima di poter frequentare
l’asilo qui, ha creato qualche intoppo, perché spesso si annoiava.
Durante
questo periodo per fortuna abbiamo incontrato una coppia italo-tedesca con una
bimba di 2 anni con cui Giacomo ha potuto giocare.
Questa bimba non parla
italiano, così come i bambini incontrati nel meraviglioso parco giochi dietro
casa; eppure si sono sempre capiti alla perfezione.
Giacomo non ha mai avuto
problemi di comunicazione e ci ha sempre detto che il tedesco era un italiano
un po’ strano.
La cosa più buffa che ci è capitata con lui è che, per lungo
tempo, ogni volta che uscivamo, ovunque andassimo, ci chiedeva: ”Anche il
supermercato è il Germania? Anche l’asilo è in Germania? Anche il parco giochi
è in Germania?”. Il concetto di spazio è relativo a quell’età.
Quando ha potuto,
finalmente, andare all’asilo, non ha avuto alcun problema di inserimento, dopo
tre giorni si fermava già tutto il giorno e ha sempre capito le maestre e i
compagni (come non lo so). Nel suo asilo ci sono bimbi arabi, dell’America
Latina, polacchi, lituani, russi ed
anche una bimba cinese e due giapponesi.
E’ un ambiente molto stimolante per
lui, dove i bambini sono tutti diversi e si sentono tutti uguali.
Gran parte
del merito di questa armoniosa convivenza va alle eccezionali maestre.
All’inizio dell’anno hanno organizzato persino una colazione internazionale,
per la quale ogni famiglia doveva preparare una specialità tipica del proprio
paese d’origine.
In questo modo i bambini (ma anche i genitori) hanno potuto
conoscersi meglio attraverso un linguaggio comune: il cibo.
Giacomo adora il
suo asilo e adora la Germania perché qui vede sempre gli scoiattoli mentre va
all’asilo e si possono andare a trovare i cinghiali e i cervi in bicicletta.
Forse è meglio a questo punto fare una piccola puntualizzazione affinchè non
pensiate che abitiamo in montagna.
Malgrado abitiamo in città, il tragitto che
facciamo per andare all’asilo passa attraverso un piccolo bosco pieno di
scoiattoli, che vediamo spesso anche attraversare la strada davanti a casa nostra
o nel parco giochi vicino.
Inoltre a 1 km da dove abitiamo noi, c’è un grande
bosco in cui vengono ospitati cervi e cinghiali. Molte città tedesche sono
immerse nel verde e c’è molto rispetto per la natura.
Per Tommaso eravamo molto più
preoccupati, soprattutto per l’apprendimento del tedesco.
Quando mi dicevano
che i bambini imparano la lingua velocemente io, da insegnante, devo confessare
che non ci credevo.
Pensavo che potesse essere vero per Giacomo, ma non potevo
immaginare che fosse semplice per Tommaso, che aveva otto anni e a cui erano
richieste competenze e abilità particolari quali “leggere e studiare” in una
lingua complicata e diversissima dalla
nostra.
Abbiamo comunque deciso di mandarlo in una scuola tedesca, consapevoli del fatto che avrebbe potuto perdere un anno scolastico.
Il 14 di
gennaio scorso ha cominciato ,o meglio, è stato catapultato nella 3° elementare. Ho temuto per la sua integrazione e più di una
volta mi è venuto il dubbio che, visto il sistema scolastico tedesco (vedi post
precedente), gli stessimo togliendo possibilità invece di fornirgliene di
nuove.
Sono felice di poter dire oggi che i miei timori erano del tutto
infondati.
Dopo neanche 11 mesi Tommaso, che ora frequenta la 4° e quindi il
prossimo anno cambierà scuola ha ricevuto il Gymnasialempfelung , il giudizio
con il quale potrà frequentare il Ginnasio.
Non è molto comune questo risultato
ed è stato possibile grazie al duro lavoro e alla collaborazione con la sua
bravissima insegnante, ma ce l’abbiamo fatta.
Cosa più importante, però, si è
integrato benissimo e ha molti amici, che può vedere più spesso di quanto non
potesse fare in Italia.
Nel nostro quartiere può muoversi anche da solo,
persino in bicicletta o con il monopattino perché non ci sono pericoli, abbiamo
molte piste ciclabili e le macchine hanno il limite dei 30 all’ora (limite che
tutti rispettano perché molto spesso ci sono autovelox e controlli della
polizia).
Da genitore vorrei aggiungere questo:
per quanto cerchiamo di proteggere i nostri figli loro si accorgono di tutto e
talvolta vengono colpiti da cose a cui noi non diamo importanza.
In Italia avevamo una grande casa in campagna con
un bel giardino e tanto spazio per correre, Tommaso non doveva studiare tanto
come qui per poter colmare le lacune linguistiche e lui è sempre stato un
bambino sereno, vivace e allegro.
Eravamo, quindi, pronti al fatto che la Germania,
almeno all’inizio, non gli sarebbe piaciuta.
Invece non si è mai lamentato,
nemmeno quando non capiva una parola.
Ha affrontato con coraggio e tenacia ogni
difficoltà, sempre con il sorriso sulle labbra, sempre dicendoci che la
Germania gli piaceva moltissimo.
Un giorno, dopo circa 4 mesi dal nostro
arrivo, mio papà gli chiese al telefono se preferiva l’Italia o la Germania.
Senza un attimo di esitazione rispose: ”La Germania nonno, perché, anche se
devo studiare il tedesco, qui faccio molte più cose con mamma e papà e ridiamo
di più”.
Non potremo mai dimenticare quelle parole perché ci diedero la
certezza che, malgrado tutti i sacrifici, avevamo fatto la scelta giusta, anche
per Tommaso.
Nonostante abbiamo sempre cercato di essere genitori attenti a non
far pesare sui nostri figli le difficoltà della vita quotidiana e abbiamo
sempre cercato di stare con loro il più possibile era evidente che Tommaso
aveva notato la differenza di tempo e di umore che avevamo qui, nonostante
tutte le difficoltà linguistiche e di integrazione che dobbiamo affrontare ogni
giorno.
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