Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

martedì 28 luglio 2015

Ritorno in Krukkenlandia

Cari amici, ben ritrovati e grazie per la pazienza.

Anche le vacanze sono finite e noi, dopo 13 ore di viaggio in macchina, sabato, siamo ritornati alla nostra krukkenvita (con krukkenlavatrici aggiuntive da fare).

Abbiamo lasciato i 39 gradi di Cesenatico per ritrovare i 20 di Bonn.
Per dormire è certamente meglio, ma qui, come recita una canzone “...non c'è il mare”. 


A parte qualche giorno e qualche notte di caldo esagerato, questa vacanza è stata davvero bella, soprattutto per i bambini: oltre a mare e piscina, l'immancabile Mirabilandia (una 20 ore in due giorni di giostre a ripetizione), ma anche visita a Bologna in una domenica dalle temperature sahariane, fiera medievale a San Marino con tanto di avventura cavalleresca per i piccoli, gokart per il nostro Tommaso che in vacanza ha compiuto 10 anni e tanto altro.

Poichè anche le mamme (e i papà) hanno diritto alle vacanze, niente cucina per 15 giorni (per non perdere l'abitudine solo un paio di volte): ci siamo rimpinzati di pizza e piadine per un anno; sveglia non prima delle 9,30 (solo chi ha figli piccoli può capire quale regalo sia questo).

Per il resto a disposizione dei nostri cuccioli che si sono divertiti da pazzi: hanno persino pranzato con il gelato un paio di volte e sono stati a mollo per ore senza limitazioni (alla faccia della leggenda delle tre ore di attesa dopo i pasti, valide, ho saputo, solo in caso di acqua troppo fredda rispetto alla temperatura ambientale), tutto in libertà.


In nome dell'integrazione hanno fatto amicizia con bambini di tutte le etnie, ma alla fine hanno legato con un bimbo tedesco (ti pareva).


Per un immigrato, però, le vacanze nel paese di origine non sono mai solo vacanze, sono sempre un'esperienza emotivamente intensa noi non ne siamo stati esenti.

In primo luogo, capire tutto ciò che gli altri dicono, spiegarsi con naturalezza, riconoscere le frasi fatte, gli accenti e i dialetti ha un forte impatto emotivo. Abituarsi all'idea che anche gli altri capiscano tutto ciò che tu dici non è immediato, il chè ci ha esposto a un “rischio figuracce” non indifferente. All'inizio ci è piaciuta l'immediatezza della comunicazione, ma alla lunga ci ha dato un po' fastidio capire tutto (molte persone sono più interessanti quando non le capisci) e, soprattutto, non avevamo voglia di sentire i discorsi altrui, ma poiché gli italiani parlano realmente a voce alta, non se ne è potuto fare a meno.

Ci sono poi i supermercati, in cui si ritrovano prodotti familiari che all'estero sono difficili da trovare (ho comprato 12 kg di pasta dalla forma speciale perchè in Germania oltre a spaghetti, maccheroni, fusilli, penne e farfalle, non c'è molto nei supermercati normali).
La doccia fredda arriva alla cassa, quando ti accorgi che, nel complesso, si spende per la spesa quotidiana molto di più (ma vi pare possibile che “Nutella” e “Parmigiano Reggiano” costino più in Italia che in Germania?).

Terzo e più importante, si cerca di capire quale atmosfera si vive in Italia, si cerca di riprendere i contatti con la realtà del proprio paese, al di là dei proclami politici o delle sempre parziali notizie dei telegiornali. Noi abbiamo parlato con commercianti, con i pochi turisti italiani che c'erano in campeggio e con la gente del posto.
Purtroppo ci siamo resi presto conto che le cose dalla nostra partenza non hanno mutato rotta e che la crisi viene percepita ancora in atto, quando non aggravata.
Tutti ci hanno parlato di un lento,ma inesorabile, peggioramento nel corso degli ultimi anni.
Alla fine, come spesso ci accade da quando siamo qui, molti ci hanno chiesto consigli per trasferirsi.

Sarà pure che gli italiani tendono a lamentarsi sempre, ma, effettivamente, abbiamo visto lidi piuttosto vuoti (noi abbiamo optato per una meravigliosa spiaggia libera ancora più vuota dei lidi), non abbiamo dovuto fare nessuna coda a Mirabilandia (vero che ci siamo andati durante la settimana) e nei ristoranti non abbiamo mai dovuto prenotare né aspettare. I prezzi, inoltre, erano più che abbordabili (parliamo di pizzerie e trattorie non di ristoranti stellati, ovviamente).
Per noi, naturalmente, questo ha aggiunto valore alla vacanza (soprattutto per Giuseppe, sociale come un orso del polo nord), ma sono certa che i gestori non ne siano contenti.

Vero anche che l'organizzazione italiana non delude mai le aspettative (più pessimistiche). Arrivati alla pinacoteca di Bologna (apertura alle 14.00 sotto un sole tropicale) scopriamo che un terzo delle sale (quelle del periodo raffaelliano) sono chiuse per un problema con l'aria condizionata. Questo non è stato segnalato nel sito e quando abbiamo chiesto quando le avrebbero riaperte ci hanno risposto che prima di una quindicina di giorni non se ne parlava, ma il condizionatore in questione era rotto già da quasi un mese.....

Inevitabile, malgrado tutto, pensare a tutte quelle possibilità non colte che forse ci avrebbero potuto far restare in Italia e ai lati positivi: meno difficoltà linguistiche, ma anche un sistema di valori conosciuto e con il quale viene naturale interagire e poi, quel sentimento totalmente irrazionale che è la nostalgia.

Però fino a che siamo stati in Italia le vacanze non abbiamo potuto permettercele. Questo ha fatto nascere in me e Peppe degli inevitabili sensi di colpa, soprattutto nei confronti di Tommaso che per otto anni non ha fatto grandi cose in estate.
Questa vacanza (e quella dell'estate scorsa) è servita a lenirli, ma abbiamo dovuto emigrare.

Nonostante tutto, quindi e ancora, dobbiamo essere grati a questo paese dalla lingua improbabile, che continua a darci la possibilità di essere i genitori che avremmo voluto essere e che i nostri figli (come tutti i figli) si meritano.



Buona vita


venerdì 10 luglio 2015

Valigie e Vacanze


Finalmente sono arrivate le tanto attese vacanze.

In realtà partiamo stasera con la nostra Touran stracolma di valigie , ci spariamo 1111 Km in macchina (tempo del viaggio imprevedibile con due bambini e nonna settantaseienne) e, solo dopo aver preso possesso del bungalow, disfatto le valigie, fatta la spesa e sistemati tutti, forse e dico forse, comincerà la nostra vacanza.

Visto il processo di tedeschizzazione in atto (magari funzionasse anche con la lingua) abbiamo deciso per la riviera romagnola a Luglio, il che potrebbe voler dire che parleremo più tedesco che italiano, ma correremo il rischio.

Vorrei condividere il mio ultimo post pre-vacanziero con voi, riflettendo su “le valigie”.

Non so se capita anche a voi, ma quando si tratta di partire e devo preparare le valigie, io vado in crisi: non so mai bene che cosa portare, così alla fine porto un sacco di cose (inutili) e, puntualmente, dimentico l'unica cosa che mi potrebbe servire veramente.

La "sindrome della chiocciola" (cioè il tentativo di portarsi dietro la casa) è una tradizione di famiglia, uno di quei traumi da cui non riesco a liberarmi.

Mentre faccio le valigie mi viene sempre in mente mia nonna che dice: “E se poi fa freddo?” “E metti che un pantalone si rompe?” E se piove?” ecc ecc.
Una parte di me vorrebbe rispondere che vado in mezzo alla civiltà dove, eventualmente, potrei anche comprarmi due vestiti in caso di necessità (cosa che poi faccio regolarmente anche senza necessità), e stiamo via due settimane a Luglio quindi mi sentirei di escludere la neve e le temperature sotto zero (anche se, purtroppo, una tromba d'aria c'è stata), quindi posso evitare gli scarponi e gli sci, ma non c'è nulla da fare alla fine riempio la macchina, fino al limite.

Quest'anno poi, Giuseppe, sempre sull'onda della tedeschizzazione di cui sopra, vuole portare il barbecue elettrico, i bambini vogliono il canotto e i monopattini, io voglio un libro di tedesco per continuare a esercitarmi, il passeggino per Giacomo così possiamo visitare i pace le città d'arte....

Insomma, la vedo davvero difficile, forse dovremo far viaggiare la nonna legata sul tettuccio della macchina...... ah, mi dicono che è vietato.

Inoltre, vuoi andare in Romagna senza riportare qualche specialità culinaria?

Giuseppe, che da piccolo era bravissimo a tetris, ha detto che ci sta tutto, vedremo.
Vi daremo notizie, ma non so quando perchè la nostra priorità per queste  2 settimane è goderci la nostra famiglia.

Spero dunque che mi perdonerete se sarò un pochino latitante.

Buone Vacanze a tutti


giovedì 2 luglio 2015

“Tanti auguri a me, tanti auguri a me...”


Cari amici, avrei voluto scrivere un post sulle cose di cui i tedeschi possono benissimo fare a meno a conclusione del ciclo “Toglietegli tutto, ma non...”, ma siccome oggi è il mio compleanno (ebbene sì, l'età passa anche in Germania e i 42 anni mi hanno trovata anche qui) mi si impone la riflessione annuale sui grandi temi dell'esistenza: Da dove vengo? Dove vado? Quanto mi costa il biglietto?Ecc.

E' il secondo compleanno che festeggio in terra straniera ed è quindi il secondo compleanno senza gli amici di sempre e senza la famiglia.
Questo mi mette un pochino di tristezza, perchè, di solito, era l'occasione per una grande festa nella nostra casa in campagna, tutti insieme. Quest'anno, saremo solo noi cinque e la mitica panna cotta dello Gneppo a consolarmi (oltre a Giacomino che ha già cominciato a cantarmi “Eppi bursdei tu iu, liebe Mama”).

Se ci rifletto, però, il mio morale è abbastanza alto (per fortuna visto che il resto comincia a cedere alla forza di gravità).

Da quando siamo arrivati qui, malgrado tutte le difficoltà, ho ritrovato una serenità che, ormai, in Italia non avevo più: troppe preoccupazioni per il presente e timori per il futuro avevano reso il mio mondo un po' scolorito e, malgrado l'ottimismo fondamentale del mio carattere e la mia meravigliosa famiglia, non riuscivo a godere appieno della mia vita.
La cosa peggiore è che questo mi sembrava normale e non me ne rendevo conto.

L'avventura di un nuovo paese e di una nuova lingua mi hanno restituito entusiasmo e vitalità: una sferzata di giovinezza (intellettuale), almeno per me.
A questo devo aggiungere: i miei bambini più liberi e più felici e, mentre loro si godono la loro libertà , io mi godo un quel pochino di riposo fisico e mentale in più che deriva dal poterli non avere sempre sott'occhio senza rischiare un attacco di ansia;
Giuseppe non oberato di lavoro e costretto a turni massacranti che ci permette di fare tante gite in posti belli e a portata di mano e ultimo, finalmente posso avere un assaggio del lavoro che mi piace e per il quale ho studiato tanto: fare l'insegnante di letteratura italiana.

Potrebbe sembrare una vincita alla lotteria e devo dire che siamo stati molto fortunati, ma non posso negare che abbiamo attraversato anche momenti di tensione e difficoltà.
In un posto dove non conosci la lingua ,oltretutto, qualunque sassolino diventa una montagna: provate a litigare in tedesco al telefono con la società che si occupa della garanzia della macchina per farvi pagare una riparazione che devono pagarvi , ma, visto che siete stranieri e non conoscete la lingua , provano a fare un po' i furbi?.

Per ora, però, il nostro impegno è sempre stato ripagato e abbiamo sempre avuto a che fare con persone gentili e comprensive (una volta la nostra consulente della banca si è offerta di chiamare lei una assicurazione perchè non riuscivamo a capire i termini di un contratto).

Di avventure ne abbiamo vissute molte (dalle garanzie dei mobili alle compagnie elettriche), ma sono grata a questo paese per avermi reso la serenità, per permettermi di godere della mia famiglia e dei miei bambini che posso guardare senza chiedermi “Chissà se troveranno un lavoro?”.

Tornando alle domande iniziali, quindi, potrei rispondere che vengo da una vita un poco scolorita che mi stava consumando lentamente, vorrei andare verso una vita piena e serena che mi dia la possibilità di fare grandi sogni e che il biglietto mi è costato caro (ancora non riesco a pensare che per i miei figli parlare in tedesco sarà più naturale che parlare in italiano, per non parlare degli affetti lontani, del cibo, del clima e, soprattutto, di una mentalità che stiamo ancora cercando di capire), ma che ne è valsa assolutamente la pena.

Bilancio positivo e un proposito per il prossimo anno: organizzare una bella festa con gli amici krukki, e, quando torno in vacanza in Italia, farne una con quelli di sempre (così posso festeggiare una volta 22 anni e una volta 21).

Buona vita a tutti e tanti auguri a me.