Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

sabato 31 dicembre 2016

Tra Natale e Capodanno

Stavate quasi per scamparvi il post di fine anno, ma non ho resistito. 
Del resto avete già evitato quello di Natale, non potete chiedere troppo.
Come ormai quasi tutti voi saprete, questo periodo coincide anche con un anniversario importante per noi, la nostra venuta in Germania.

In un freddo 4 Gennaio del 2014 siamo partiti da casa di mia mamma, dove eravamo stati ospitati dopo la vendita della nostra casa, con grande gioia della nonna che ha potuto godersi per due settimane i suoi nipotini.
Ho terminato il 2013 supervisionando e aiutando i traslocatori a caricare il camion del trasloco (diventati poi 2 a causa dei libri) con la nostra vita italiana e pregando che non nevicasse così che non chiudessero il passo del Brennero.
Avevamo passato il Natale senza papà Giuseppe e così è stato a Capodanno, ma non ci importava perchè sia io che i bimbi sapevamo che da lì a qualche giorno saremo stati finalmente tutti insieme.
Ho cominciato l'anno in preda all'ansia che qualcosa andasse storto, perchè avevamo tempi così stretti che il minimo contrattempo avrebbe fatto saltare tutti i nostri piani.
Naturalmente, i contrattempi ci sono stati e i traslocatori sono arrivati con 12 ore di ritardo a Bonn dove Peppe li aspettava, ma lui è riuscito ugualmente a prendere l'aereo grazie al quale, finalmente, ci siamo riuniti.
Il 4 Gennaio 2014 eravamo sulla strada per la nostra nuova vita, finalmente tutti insieme.
Qualche volta ripenso a quel giorno, (lo ricordo come se fosse ieri) e, stranamente, so che non avevo paura, perchè ero convinta che tutto sarebbe andato bene.
Non so perchè, forse era solo superficialità , o ignoranza, o l'entusiasmo per la fine di un periodo davvero molto difficile, ma non temevo neppure la lingua.
Quello che provavo era nostalgia per quella parte della nostra vita che era finita e che non avrebbe più potuto tornare.
A distanza di tre anni, provo ancora un po' di nostalgia e molta tenerezza per la nostra vita passata, per le nostre italiche avventure con le quali potrei scrivere un altro blog e anche per l'ingenuità con cui abbiamo affrontato un cambiamento così importante e così denso di conseguenze.

Se questo è un momento di bilancio, il mio deve essere triennale, per forza.

Mi sento cambiata dalla nostra avventura germanica e non solo perchè ora riesco a litigare in due lingue, invece che con una sola (che poi la pronuncia tedesca sembra fatta apposta per litigare); perchè capisco ormai (per adesso) solo la metà di quello che raccontano i miei figli agli amichetti che vengono a trovarli e perchè comincio a diventare intollerante nei confronti dei disservizi (che ci sono anche qui, non preoccupatevi).

Credo, sopratutto di aver perso certezze.
Il contatto con così tante culture diverse, non solo quella tedesca, ma anche quella russa, quella araba, polacca, algerina (e tante ancora ne potrei nominare), mi fa rendere conto che nemmeno l'ora dei pasti è qualcosa di assodato.
Questo mi ha portato a non dare nulla per scontato, dalle cose più piccole e banali, come il modo di salutare, a quelle più importanti.
La conoscenza e rispetto delle differenze è diventato un punto fondamentale dei rapporti sociali, forse perchè io stessa faccio parte delle differenze.
In un contesto, in cui anche offrire un caffè può essere complicato (noi ci ostiniamo, felicemente, a bere caffè italiano), bisogna necessariamente fare dell'umiltà e del dubbio la propria bandiera.

Considero questa perdita un dono, un difficile, faticosissimo, meraviglioso dono.


Per i miei figli, invece, questo crogiuolo di popoli e lingue è solo un dato di fatto.
Immersi in questa realtà viene loro naturale sapere almeno le parolacce in arabo (che le parolacce arabe pare rendano benissimo), i giorni della settimana in russo, i saluti in giapponese e i numeri in croato.
Per non essere da meno ho dato il via a uno scambio di ricette con un'amica indiana che cucina benissimo e una algerina, ma non escludo ricette polacche in un vicinissimo futuro e russe, fornite dalle mamme di alcuni compagni di classe di Giacomo.
Tutte queste differenze però possono anche paralizzare, dare la sensazione di straniamento e di inadeguatezza e, alcune volte, è successo anche a noi di fronte la difficoltà di comunicare (al di là della lingua, che già sarebbe sufficiente).
Abbiamo superato (e continuiamo a superare) questi momenti grazie all'umiltà e alla fiducia in noi stessi.
So che possono sembrare termini contraddittori, ma entrambe queste qualità ci sono servite per comprendere i nostri limiti senza vergognarcene, per chiedere aiuto quando ne avevamo la necessità, cercando sempre di migliorare e di imparare.
Certo una buona dose di pazienza e di ottimismo è indispensabile.
Così, dopo tre anni ho davvero molto di cui essere grata.

Tommaso continua la sua avventura ginnasiale, ormai né più e né meno dei suoi coetanei tedeschi e Giacomo ha cominciato con successo il suo primo anno di elementari.

Persino Giuseppe deve ammettere che il lavoro è molto migliore rispetto a quello che faceva in Italia. Certo continua a lamentarsi della lingua e a coltivare il suo progetto non segreto di convincere tutti i tedeschi (a uno a uno ) ad adottare l'Italiano come lingua ufficiale.

Il mio lavoro (è un po' esagerato chiamarlo lavoro) prosegue piuttosto bene e, fortunatamente per me, non sono ancora guarita da quella malattia mentale che mi porta a ritenere il tedesco una lingua stimolante e bella (si ho detto bella) da studiare.

Siamo persino riusciti a comprarci un piccolo appartamento qui e a farci un mutuo, il chè è stupefacente dal punto di vista delle nostre conoscenze linguistiche. Così abbiamo scoperto che, almeno dal punto di vista delle riunioni condominiali, tutto il mondo è paese.

C'è una cosa però, che più di ogni altra mi rende grata, che da quel 4 Gennaio 2014 la nostra famiglia non ha più dovuto separarsi.


Auguro a tutti voi bilanci assolutamente positivi e un 2017 di cui essere molto, ma molto grati.



venerdì 16 dicembre 2016

Tutti a nuotare

Voglio subito rassicurare quanti mi vogliono bene: in questo mese di silenzio stampa non sono impazzita, malgrado qualche volta la vita sembri miri proprio a questo, e non scrivo questo post sotto l'effetto di alcun tipo di droga.

Detto questo, sì, lo so che siamo a Dicembre e sotto Natale si dovrebbe parlare di sport invernali, ma sto scopro ogni giorno di più che la Germania è un paese originale, per certi versi.
Si dice spesso che il nuoto sia lo sport più completo che esista, bene i tedeschi hanno preso questa affermazione alla lettera, tanto da inserirlo nel programma pedagogico delle scuole.
In altre parole in 3/4 elementare e in 6/7 (almeno al Gymnasium) per un semestre il nuoto sostituisce le normali lezioni di ginnastica.
Ci sono alcuni Gymnasium, in cui bisogna addirittura aver raggiunto un certo livello in questo sport per poter essere ammessi (normalmente il più alto prima del livello agonistico, o quasi).

I tedeschi, però, nulla lasciano al caso. 
Non è come in Italia, in cui uno frequenta un corso di nuoto, impara a nuotare e finisce lì (almeno fino a che non vuoi fare agonismo); i corsi di nuoto tedeschi prevedono un esame alla fine di ogni corso e, in base al risultato si riceve un certificato di livello.
Ecco qui una traduzione casalinga dei principali livelli (ma vi risparmio la descrizione di ogni esame che potete comunque trovare qui).
Risultati immagini per schwimmstufe
cavalluccio marino da attaccare al costume da bagno 


Principianti (Frühschwimmer): Cavalluccio marino (Seepferdcher)
                                                 Pirata (seeräuber)

Certificato tedesco di nuoto per adolescenti (Deutsche Jugendschwimmpass (bis 17 Jahre): Bronzo (Bronze)
                 Argento (Silber)
                 Oro (Gold)



Siccome i genitori tedeschi vogliono essere sempre pronti, appena i loro figli compiono i cinque anni, li devono (e sottolineo devono) far cominciare  corsi di nuoto, così arriveranno preparati al corso della scuola.

Noi che, invece, tedeschi non siamo, naturalmente, siamo rimasti all'oscuro di tutto questo fino a che il Gymnasium frequentato da Tommaso non ci ha mandato una lettera, per avvisarci che il prossimo anno il nuoto sarà materia curriculare e che, per frequentare il corso, dovrà già sapere nuotare con sicurezza (traducete: avere un certificato che attesti che non conosce solo lo stile del “mattone” ).
Certificato da Pirata

Tommaso ha sempre nuoticchiato al mare senza annegare, ma da qui a possedere “sicure conoscenze”, ne passa.

Quindi, dopo un certo moto di ribellione insito nel nostro DNA italiano contro qualunque tentativo di inquadramento, abbiamo deciso cogliere l'occasione per vincere le resistenze del preadolescente nei confronti di ogni tipo di sport e di iscriverlo a un corso di nuoto.
Naturalmente Giacomo, anche detto “piccolo pesciolino” non ha voluto essere da meno.

Ora, che ci va a iscrivere due bambini a un corso di nuoto?

Niente! Si va in piscina, li si iscrive e si paga.

E no, questo in Italia, forse, in Germania è una guerra all'ultimo click.
Infatti, per quanti corsi ci siano, i posti sono sempre inferiori alle richieste.
Ci siamo trovati, così, a gareggiare contro una mandria di genitori tedeschi incattiviti, disposti a tutto per accaparrarsi un posto per il proprio pargolo.

Già conoscete di quale spirito di competizione sia dotato il popolo germanico (se non vi ricordate, vi rimando a questo mio post di qualche tempo fa, ma sempre valido), se poi sono genitori questo si moltiplica all'ennesima potenza ; e quale miglior occasione per esercitarsi in vista alle iscrizioni alle scuole superiori se non i vari corsi sportivi, nuoto in testa?

Per fortuna nostra è entrato in azione “Giuseppe-eroe dei videogiochi” e, dotato di caffè forte per restare sveglio fino a mezzanotte, alle 00,02 del giorno stabilito per l'apertura delle iscrizioni ha inviato via mail tutti e due i moduli (precedentemente compilati).
Per sicurezza ha ripetuto l'invio alle 00,05.
Dopo due giorni di attesa è giunta la risposta: i nostri due piccoli italo-vichinghi potevano frequentare il tanto sospirato corso di nuoto, che, tanto per la cronaca, è dalle 8,30 alle 9,15 di Sabato e Domenica (alla faccia del dormire fino a tardi almeno fine settimana).

Una mia amica tedesca non ancora incattivita, per non sembrare ansiosa, ha aspettato le 8,00 del mattino per inviare la domanda ed è finita in lista d'attesa.

Oggi vi saluto con l'augurio di nuotare sempre in acque serene, ma, soprattutto, con un avvolgente BUONE FESTE a tutti e

“Che la sanità mentale sia con Voi !”

... nelle corse agli ultimi regali,
durante i pranzi e i cenoni con i parenti e
quando salirete sulla bilancia post feste (io consiglio di non provarci prima di Pasqua).