Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

mercoledì 8 marzo 2017

Donne controcorrente


Anche in Germania oggi si festeggia "la festa della donna” (anche se senza la mimosa) e anche in Germania si è ben lontani dalla parità di genere. 
Anche qui, malgrado la nostra Angelona come cancelliera, le donne in posizioni rilevanti nella politica sono poche, così come alla guida di grandi aziende e anche qui c'è una disparità di salario del 24 % tra uomini e donne.

Malgrado questi dati, vorrei usare questo giorno per fare un po' di autocritica: Siamo proprio sicure che i nostri nemici siano gli uomini??

In questi anni mi sono confrontata spesso con altre donne e con altre mamme italiane, tedesche e di varie altre etnie.
Più passa il tempo, più mi rendo conto che siamo noi donne spesso il peggior nemico di noi stesse.
Posso farvi un esempio: la convinzione, ancora radicata, che noi mamme abbiamo un istinto di cura nei confronti della prole migliore di quello degli uomini.
Ma dove sta scritto? non nel DNA.
Vero, noi allattiamo, dunque, per i primi mesi di vita del nostro bambino (se abbiamo la fortuna di poter allattare) siamo le dispensatrici di cibo. Per forza dobbiamo stare attaccate al pupo.
Dopo però, possiamo lasciare ai papà la cura del pargolo e tornare a lavoro, se lo vogliamo.
In Germania è recente la legge che permette ai papà il congedo parentale e tutti i papà che conosco e che hanno fatto questa esperienza ne sono entusiasti, così come i bambini.
Conosco un papà che ha curato l'inserimento della bimba all'asilo, perchè la mamma non ci era riuscita.
Questa mamma tedesca, lungi dal fustigarsi e dal sentirsi la peggior madre del mondo, mi ha raccontato questa storia con un sorriso e mi ha detto: “Per fortuna che c'era lui!”.
Certo, perchè alla fine noi genitori siamo una squadra e non importa chi fa il punto, l'importante è il risultato.
Conosco mamme italiane che per non riuscire ad allattare (che mica dipendeva dalla loro volontà) si sentono in colpa ancora oggi che il figlio va alle superiori.

E poi, scusate, questa ansia da prestazione di noi donne...

...Dobbiamo essere in forma (quale forma decidetela voi) un mese dopo il parto.

...Dobbiamo avere il fisico di una ventenne anche a 60 anni.

...Dobbiamo sempre avere il trucco (e il parrucco) perfetto.

...Dobbiamo riuscire sempre a fare tutto e a farlo bene, anzi meglio (e con il trucco e il parrucco perfetto).

...Dobbiamo tenere viva la relazione con il partner, mentre facciamo le mamme perfette, con la casa che splende come nella pubblicità del mastro lindo, trovando il tempo per le amiche, il parrucchiere, l'estetista ecc.


E chi giudica le nostre prestazioni?
il tedesco è
Non osate dire gli uomini, perchè nella maggioranza dei casi, loro non si accorgono nemmeno se avete cambiato il colore dei capelli o se li avete accorciati di 20 cm.
La cellulite, gli uomini non sanno che cos'è (come noi donne il fuorigioco).
E allora? Sono, naturalmente, le altre donne, che vedono le rughe che spuntano, la ricrescita, le occhiaie, il mezzo chilo preso ecc.

Ma non si fermano qui. Giudicano anche lo stile di vita delle altre: le donne in carriera, pensano che le casalinghe siano frustrate e antiquate;
le casalinghe pensano che le donne in carriera siano pessime madri;
le single pensano che le accoppiate abbiano rinunciato alla propria libertà;
le accoppiate pensano che le single siano tristi;
quelle che fanno tanti figli non possono concepire che una donna decida di non avere figli (è nel nostro DNA pure quello);
quelle senza figli pensano che le mamme abbiano rinunciato alla propria vita e via dicendo.

Forse, se smettessimo di giudicarci noi per prime, accettando che abbiamo compagni che possono essere nostri pari a cui possiamo rivolgerci ( e non solo in caso di necessità) e se smettessimo di giudicarci a vicenda, pensando più a come essere felici noi, invece di voler insegnare come essere felici alle altre, avremmo più energie per permettere a quelle che lo desiderano di fare carriera in grandi aziende o in politica, così da essere meglio rappresentate tutte e lasciare che quelle che lo desiderano si occupino a tempo pieno della famiglia (che è un'impresa anche quella), con buona pace di un femminismo che deve anzitutto significare libertà di scelta.

Ok, forse sono controcorrente...ma vorrei concludere con un appello:

Non festeggiate oggi, festeggiate tutto il resto dell'anno”