Buon Natale

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Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

venerdì 26 aprile 2019

Il diritto di arrabbiarsi


Avrei voluto scrivervi un bel post sulla gita di Giacomino, ma alcuni eventi accadutimi subito dopo Pasqua mi spingono a questo post che, vi avviso già, è polemico e politicamente scorretto.
Quindi se decidete di continuare a leggere, lo fate a vostro rischio e pericolo.

Molti di voi, almeno i lettori più affezionati, conoscono già qualcuna delle nostre disavventure con le pubbliche istituzioni italiane da quando siamo in Germania, ma se voleste rinfrescarvi le idee o fare un viaggio nell'assurdo vi metto il link di qualche post. Di alcune ho scritto solo su FB, di altre ho proprio taciuto per non infierire.
Comunque sia, dalla rottamazione della macchina ad un semplice cambio di residenza presso l'inps, l'incontro con le istituzioni è sempre percorso ad ostacoli, disseminato di rimbalzi di responsabilità, notizie che si contraddicono e incompetenza varia.

Del resto pare che io sia in ottima compagnia e ho molti conoscenti che si sono sentiti dare le risposte più assurde.
Questa volta è stata un'impiegata del call center dell'INPS a far traboccare il vaso della mia scarsa pazienza, dopo 6 telefonate in cui, dopo un quiz con il risponditore automatico e 10 min. di attesa mi hanno fatto cadere la linea.
Finalmente riesco a parlare con “l'operatore competente” (così almeno dice la vocina, dopo aver risposto al quiz del risponditore automatico), tal Katia che, mentre cerco di spiegarle che mia suocera ha ricevuto la richiesta per il RedEst relativo all'anno 2017, ma io credo di averlo già spedito, mi interrompe per dirmi “E lei a me viene a chiederlo?”. “E a chi dovrei chiederlo, a mio cugino? Non è lei l'operatore competente?”Non è che avevo telefonato ad una pizzeria. Katia mi dice di non fare dell'ironia, perchè lei non lavora nella sede dove ricevono le dichiarazioni dei redditi (se no potevo fare dell'ironia?). Provo a spiegarle che è stata lei a non essere stata educata e che avrebbe dovuto porsi in un altro modo, magari dicendomi: “Non lavoro nelle sede a cui arrivano le dichiarazioni, pertanto non posso darle questa risposta, ma posso darle l'indirizzo al quale rivolgersi”. Katia però non demorde e mi risponde: “Eh signora lei avrebbe dovuto pormi la questione così!”. Ok... non tento nemmeno di spiegarle che questa era una risposta educata che lei avrebbe dovuto usare al posto di “E a me viene a chiederlo?”, saluto e metto giù.
Mi sento, come sempre in queste situazioni, frustrata, impotente e molto arrabbiata.
Per sfogarmi faccio una telefonata ad una persona che so che mi vuole bene e che, normalmente, mi capisce, ma, qui arriva il peggio. Mi sento dire che non devo arrabbiarmi, che tanto ormai lo so che le cose in Italia vanno così, che io non devo dimenticarmi da dove vengo solo perchè vivo in un paese in cui le cose funzionano decisamente meglio e che sono fortunata perchè, in fondo vivo da un'altra parte (il resto lo evito).

Ehhh?

Siccome non è la prima volta che mi sento dire cose di questo genere, ho deciso di fare un po' di chiarezza, a nome mio e di tutti gli emigrati che, per il fatto di essere emigrati non ci possiamo lamentare mai. Eh sì, perchè non ti puoi lamentare del paese che hai lasciato perchè ormai non è più il tuo paese, ma non puoi neanche lamentarti di quello che non va nel paese che ti ha accolto perchè stai meglio, perchè le cose funzionano meglio ecc.

Io rivendico il mio (e nostro) sacrosanto diritto di incazzarmi e lamentarmi con entrambi i paesi.

Con l'Italia anzitutto, la quale, dopo che ho vissuto e pagato le tasse lì per i miei primi 40 anni mi ha dato un sonoro calcio nel sedere e che mi rende la vita impossibile anche all'estero.
Per quanto residente all'estero resto cittadina italiana (così dicono i miei documenti) e, in quanto tale, ho almeno il diritto di lamentarmi di tutti i disservizi di cui sono vittima e credo che anche tutti gli altri dovrebbero lamentarsi e incazzarsi, così magari qualcosa cambierebbe.

Rivendico anche il diritto di lamentarmi della Germania tutte le volte che incontro un disservizio (e sì, ce ne sono anche qui), perchè questo paese che mi ha accolto e che mi ha donato serenità economica e di conseguenza mentale, non lo ha fatto per pura bontà d'animo, lo ha fatto perchè noi siamo membri attivi della comunità , abbiamo (mio marito in particolare) una professione che qui è ricercata e contribuiamo attivamente allo sviluppo dell'economia tedesca. Inoltre, qui paghiamo tutti gli anni tutte le tasse dovute (e non sono poche) e non riceviamo né sconti perchè stranieri, né sussidi ( di cui, per fortuna, non abbiamo mai avuto bisogno).

Detto questo, capisco la frustrazione di chi combatte con quelle istituzioni tutto l'anno, di chi non si sente tutelato, ma anzi vessato dal proprio governo e capisco anche che possa sembrare spocchioso il lamentarsi di chi sembra aver dimenticato le problematiche dello stato che ha lasciato.
Beh, sappiate che non le abbiamo dimenticate, ce lo ricordiamo ogni volta che dobbiamo pensare a quello che dobbiamo dire, o che ci confondiamo parlando con il vicino, o che ci manca il cibo italiani, i paesaggi italiani, la nostra famiglia.
Non siamo però più abituati, o meglio, sappiamo che esistono vie diverse, modi diversi di fare le cose.

Del resto se ce ne siamo andati, vuol dire che la situazione non l'abbiamo mai accettata, che ci siamo arrabbiati sempre, allora come oggi.

Mi piacerebbe leggere la vostra opinione e vi ricordo che qualsiasi critica o commento è sempre bene accetto, purchè educato.

A tutti quelli che si arrabbiano e a tutti quelli che riescono a non arrabbiarsi Buona Vita e Buon 25 Aprile (in ritardo).

4 commenti:

  1. Hai ragionissima! Io vivo in Italia, a Milano, e spesso viene anche a me da dire "però non mi dovrei lamentare, perchè tutto sommato qui le cose funzionano, mica sto a *paesinodelsud* dove non funziona niente"... e invece no! Abbiamo tutti diritto di arrabbiarci per quello che non funziona, perchè solo così si segnalano le cose che non vanno, e magari qualcuno proverà a sistemarle.
    Purtroppo regna il disincanto e la delusione è diffusa, in tutto ciò che riguarda l'ambito "pubblico"... ma sappi che la penso decisamente come te.
    :)

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    1. Sai come si dice, siamo tutti il sud di qualcuno. A Milano, come a Torino (ma anche in molte realtà del sud), le realtà locali funzionano molto bene e questo bisogna riconoscerlo, ma il giocare al ribasso non mi piace...Guadagni 1000 euro al mese, non ti devi lamentare, perchè c'è gente che guadagna meno, guadagni meno, non puoi lamentarti lo stesso perchè ci sono i disoccupati...ecc Trovo che con questa mentalità non si vada da nessuna parte. Comunque con gli emigrati ce la si ha anche in modo particolare, perchè diamo l'impressione di non essere più italiani. Sono felice che anche in Italia ci siano persone pronte ad arrabbiarsi ;)

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