Ebbene
sì amici, unica della mia famiglia, ho avuto la grande fortuna di
ricevere la letterina del nostro presidente del Consiglio, che,
naturalmente, chiede il mio voto per il Referendum del 4 dicembre
prossimo.
Non
potevo esimermi dal rispondere direttamente al nostro amichevole
Matteo nazionale...e voglio farlo qui per condividere il mio pensiero
(brutto e cattivo) con tutti voi.
Naturalmente
tutti i commenti e i post che voi vorrete condividere con me su
questo argomento, purchè educati, mi faranno piacere, anche se in
disaccordo con quello che scrivo io.
Nel
frattempo, buona lettura e Buona Vita a tutti.
Caro
Presidente del Consiglio,
La
tua lettera (voglio darti del tu, visto il tuo atteggiamento aperto e
cordiale) mi ha colpito molto e ho deciso risponderti direttamente.
Ti
premetto che non entrerò assolutamente nel merito del voto, perchè
penso che ogni decisione presa consapevolmente sia da rispettare, non
importa se in accordo o meno con il mio pensiero.
Neppure
voglio dilungarmi sull'opportunità o meno di spendere 4 milioni di
euro per spedirle queste lettere.
Voglio
credere che tu ci abbia riflettuto a lungo e che abbia avuto
validissimi motivi per destinare al coinvolgimento nel voto di noi
italiani residenti all'estero questi soldi (non tuoi, ma degli
italiani tutti), invece di pensare ai terremotati che una residenza
concreta non ce l'hanno più, o ai disabili gravi che da poco si sono
visti rifiutare il progetto “dopo di noi” che avrebbe loro
garantito una vita dignitosa dopo la morte dei genitori, o, ancora,
agli studenti che sono costretti a frequentare scuole fatiscenti e
non a norma.
Vorrei
invece rispondere punto per punto alla lettera di cui mi hai onorato.
Esordisci
con (cito testualmente) “Cara italiana, caro italiano...nessuno
meglio di voi, che vivete all'estero, sa quanto sia importante che il
nostro Paese sia rispettato fuori dai
confini nazionali” (me
lo scrivi proprio così, in grassetto e in rosso, così che io lo
legga subito)...”Ma nello stesso tempo, nessuno meglio di voi ha
provato sulla propria pelle il fastidio, o addirittura la
mortificazione di sentire, sull'Italia, risolini di scherno,
accompagnati dai soliti, umilianti luoghi comuni”.
Permettimi
subito una riflessione personale: “il fastidio”, o meglio la
“mortificazione” non li provo per i luoghi comuni dei tedeschi
(nel mio caso).
Li
ho provati, invece, insieme a tanto altro, quando io e mio marito
siamo stati costretti ad accettare il fatto che tutti i sacrifici
fatti in Italia erano inutili;
quando
siamo stati costretti a svendere la casa dei nostri sogni;
quando
siamo stati costretti a sradicare i nostri figli dal loro paese e a
portarli lontano dai loro amici e dai nonni;
quando
siamo stati costretti a imparare una nuova lingua e una nuova cultura
per dare ai nostri bambini un presente di qualità e un futuro di
speranza.
Questo
è stato umiliante e nessun luogo comune potrà mai essere più
pesante della verità che noi, insieme a tanti altri immigrati
(perchè noi qui siamo immigrati), abbiamo conosciuto.
Però
visto che di luoghi comuni ti piace parlare, vorrei ancora informarti
che non è quello che citi tu (“un
Paese dalla politica debole”)
il più fastidioso per me. I luoghi comuni che più mi fanno
male sono quelli secondo cui i nostri politici sono tra i più pagati
e più incapaci d'Europa, quelli secondo cui l'Italia è un Paese con
livelli di corruzione e di evasione altissimi, ma nel contempo è
anche un Paese con una tassazione molto superiore alla media europea
a fronte di servizi spesso da terzo mondo e, ancora, quello secondo
cui il nostro è il Paese degli scandali e degli sprechi, con una
disoccupazione dell'11,5% ( e non ti cito quella giovanile per non
privarti del tuo ben noto ottimismo).
“E
tra noi”, come mi scrivi tu, “possiamo dircelo: questo luogo
comune non è così distante dalla realtà.” Anzi, aggiungo io, tra
noi possiamo dirci che sono proprio tutti fin troppo veri questi
luoghi comuni.
Aggiungi
poi che “... in questi due anni e mezzo di Governo...” hai
“...visitato moltissimi stati e...” hai “... provato con tutte
le...” tue “...forze, a dare dell'Italia un'immagine diversa...”.
Mi aggiungi anche che... “In questi anni qualcosa è finalmente
cambiato”, e che “...l'Italia non è più considerata un problema
per l'Europa...”.
Ti
do atto che l'Europa ha avuto parecchi problemi negli ultimi tempi e
non sempre il nostro Paese è stato la preoccupazione principale, ma
da questo ad essere rispettati ne corre.
Forse,
però sono io che mi sono persa qualche passaggio e non ho notato il
miglioramento radicale della nostra immagine all'estero.
Illuminami,
ti prego.
Forse
pensi che il costosissimo aereo di stato che ti sei comprato a spese
degli italiani abbia convinto l'Europa che ora siamo un popolo dalla
politica stabile e ormai fuori dalla crisi economica?
Se
è così, mi dispiace deluderti, ma la Germania e la Francia non
hanno prestato attenzione al tuo fiammante mezzo di trasporto,
ricordano di più i tuoi ritardi al Parlamento Europeo, seguiti da
telefonate, selfie e quant'altro, mentre Schulz aspettava. Nel caso
la memoria ti fosse venuta meno ti metto qui il link, per
rinfrescartela.
Gli
inglesi (e non solo loro), ti hanno soprannominato Mr. Bean e non
solo per la somiglianza fisica.
Certo
hai lasciato il segno, ma è uno di quelli che generano i risolini di
scherno di cui sopra.
In
conclusione, caro Matteo, credo che il rispetto degli altri paesi e,
prima ancora, degli Italiani si debba guadagnare sul campo,
dimostrando professionalità e serietà e questo nulla ha a che fare
con il cambiare la Costituzione.
In
merito a questa sappi, però, che ho una testa tutta mia (per ora) e
con quella cercherò di prendere la decisione che ritengo migliore,
al di là delle lettere e della propaganda.
Un'italiana
che ha preso un biglietto per la Germania, solo andata.
Fantastica! Con la tua solita eleganza sei riuscita a dire tutto, ma proprio tutto quello che ogni italiano sano di mente, avrebbe voglia di urlargli in faccia.
RispondiEliminaGrazie Barbara. La mia prima reazione è stata molto meno elegante, te lo assicuro, e ci sono volti non pochi sforzi e molte cancellature per raggiungere un certo equilibrio, ma non volevo abbassarmi a certi livelli e volevo dare voce a qualcosa di condivisibile, anche nei modi. Sono molto felice di essere riuscita a trasmetterlo.
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