Non
siamo a Londra e quella che vedete non è una cabina telefonica o,
meglio, non lo è più.
Questa meravigliosa cabina, che si trova a
poche centinaia di metri dall'università di Bonn, non contiene un
telefono, ma serve ugualmente per comunicare, comunicare cultura,
storie, idee e emozioni.
Potremmo chiamarla una “cabina di libri”.
Dal 1987 è un crocevia di libri di ogni natura e di ogni genere (dai romanzi ai libri di cucina, dai saggi ai fumetti) scritti nelle lingue più svariate (ho trovato persino un saggio su Pasolini allegato ad una vecchia copia de “La Stampa”).
Chiunque voglia
portarvi un libro che ha amato (o che ha odiato) e prenderne altri è
libero di farlo.
Si trovano libri con vari commenti in prima pagina
dedicati ai prossimi sconosciuti lettori, così ogni testo diventa
unico e irripetibile, impregnato dei pensieri di coloro che lo hanno
avuto per un po' al loro fianco.
La cabina è sempre aperta e molto
visitata, tuttavia è pulita e ben tenuta (tranne qualche graffito
che viene regolarmente rimosso) e i libri sono tutti in ottimo
stato.
Abbiamo saputo da amici che questa non è un ' iniziativa
isolata, ma che cabine, cassette e armadi di libri sorgono un po' in
tutta la città.
Il
confronto con l'Italia, per quanto doloroso, sorge spontaneo, ma non
è mia abitudine emettere giudizi, quindi preferisco raccontare una
nostra esperienza.
Quando
eravamo in Italia abbiamo stretto amicizia con la proprietaria della
nostra pizzeria di fiducia.
Lei aveva avuto l'idea, molto carina a
nostro avviso, di allestire un angolo con libri e fumetti, affinchè
gli avventori potessero leggere mentre aspettavano la pizza o durante
una cena solitaria.
Gli stessi clienti avevano la possibilità di
portare, prendere e scambiare i libri. Purtroppo il progetto fallì
miseramente nell'arco di tre mesi, poiché, malgrado la piccola
biblioteca fosse all'interno del locale molti dei libri erano stati
presi, ma nessuno ne aveva portati di nuovi e i pochi rimasti erano
ormai inutilizzabili.
Poichè
noi apparteniamo a quella razza di emigrati (o expat come amano
chiamarci) che sono felici delle lacune della propria patria,
speriamo che questa sia solo un'eccezione e che presto sorgano cabine
e armadi di libri anche in Italia perchè siamo convinti che la
civiltà cominci dalle piccole cose.
Buona
lettura a tutti
Che bellissima idea!!!
RispondiEliminaFantastica idea di condivisione civile
RispondiEliminaSono pienamente d'accordo con te Barbara. Magari si potesse fare anche in Italia.
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