Buon Natale

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Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

martedì 3 febbraio 2015

Luoghi comuni

Una mia amica italiana , a cui devo grande gratitudine per l'insostituibile aiuto che mi offre quotidianamente nell'apprendimento del tedesco (grazie Renata), ha portato alla mia attenzione un bell'articolo del noto giornalista Beppe Severgnini, che accompagna un video (anch'esso davvero bello) che promuove l'Italia, cercando di sfatare alcuni luoghi comuni riguardo al nostro popolo.

Questo mi ha fatto riflettere

Per prima cosa vorrei tentare di spezzare una lancia nei confronti dei tanto bistrattati luoghi comuni: se sono diventati tanto comuni, vuol dire che un fondamento di verità ce lo hanno.

Vogliamo forse negare che la nostra cucina è una delle più apprezzate al mondo, che abbiamo esportato la mafia con così tanto successo da essere copiati dai cinesi, che siamo tanto creativi, quanto, talvolta, inconcludenti, che siamo bravissimi nelle emergenze,ma poco inclini alla pianificazione e al lavoro di squadra, e che abbiamo buon gusto da vendere (e infatti lo vendiamo)???

Detto questo esistono italiani che non sanno cucinare (strano ma vero), non tutti gli italiani sono mafiosi e corrotti e io non ho grande fantasia né buon gusto.

Insomma, come ogni generalizzazione, i luoghi comuni offrono facilmente il fianco ad ogni tipo di attacco, soprattutto in una società dove tutti vogliono essere disperatamente diversi, per poi riconoscersi in qualsivoglia tipo di comunità, anch'essa rigorosamente “diversa”.

La questione, forse, è mal posta e questo bel video mi sembra colga nel segno: non tanto sfatare i luoghi comuni, ma mostrare che gli italiani, come ogni altro popolo, sono molto più di questo.
Siamo molto più complessi e sfaccettati di qualunque riduzione, ma quella che possiamo chiamare “mentalità” di un popolo è, al di là di ogni ragionevole dubbio e delle molte eccezioni, reale: un'insieme di credenze e meccanismi mentali diffusi, la coscienza collettiva, teorizzata da molti filosofi. 

Ognuno di noi è insieme il prodotto del proprio ambiente e il risultato della metabolizzazione personale di quello stesso ambiente.

Proprio questo rende, talvolta, difficile l'integrazione, (al di là della lingua). Noi abbiamo incontrato queste difficoltà già nell'europeissima Germania, figuriamoci altrove.
Oltre le parole, (anche la dove queste siano chiare) c'è un substrato che non può essere immediatamente comprensibile: una coppia comica recitava nei loro sketch un continuo : “Ma cosa avrà voluto dire??”, noi non lo capiamo perchè veniamo da luoghi comuni diversi, mentalità diversa, educazione diversa. 
Un tedesco, ad esempio, raramente ti darà una risposta diretta ad una domanda diretta. 
Questo a noi può dare l'impressione di poco coinvolgimento nelle nostre vicende, quella certa freddezza che noi addebitiamo al popolo tedesco. 
In realtà, prendono tempo per dare una risposta concreta, (sempre diplomatica), ma che possa davvero esservi utile.

La mia conclusione è che i luoghi comuni non vadano sfatati,ma approfonditi per capirne le ragione, trovare eccezioni e differenze. 

Se usati come alleati possono insegnare molto, ma, come tutte le cose, non tutto.


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