Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

domenica 10 maggio 2015

Pensieri di mamma

                                      I miei personalissimi "Blues Brothers"

Oggi è la festa della mamma sia in Germania che in Italia e non posso esimermi dal fare alcune considerazioni molto personali su come è cambiato il mio essere mamma (e, in generale, l'essere genitore) qui.

Per fare questo vorrei raccontarvi della libertà: non della Libertà con la “L” maiuscola, quella su cui molte menti ben migliori della mia hanno perso il sonno, quella per cui si combatte e, talvolta, si muore; non voglio raccontarvi l'ideale politico, o il concetto filosofico, vi voglio raccontare la libertà vista dagli occhi dei miei bambini.

L'aspetto migliore dell'essere genitori, quello che compensa le notti insonni, la mancanza di privacy e di tempo è che i piccoli sono sempre in grado di stupirci riuscendo a farci vedere le cose da un punto di vista inusuale, o dimenticato.

Ho così scoperto (o, meglio, riscoperto) che per un bambino la libertà è “potere”.

Anche in questo caso non “Potere” inteso come potenza, o, peggio, prepotenza, ma un potere piccolo: il “poter fare”.

Qualche giorno fa Tommaso, dopo un pomeriggio passato a giocare per strada e al parco giochi dietro casa con il suoi amici mi ha detto : “Qui sì che mi sento libero!.”
Visto il mio sguardo interdetto, ha aggiunto: “Prima (per lui “prima” vuol dire in “Italia”) non potevo uscire come qui e tu mi controllavi sempre”.

Aveva assolutamente ragione.

Anche se vivevamo in un piccolo paese, l'assenza, non solo delle piste ciclabili, ma anche dei marciapiedi e la velocità con cui le macchine attraversavano il centro, non mi avrebbe mai permesso di concedere ad un bambino di 9 anni di raggiungere il parco giochi in bici, ma neppure a piedi.
L'unico parco giochi, inoltre, era anche il punto di ritrovo di adolescenti annoiati e arrabbiati che si sfogavano lasciando bottiglie di vetro rotte in ogni dove.
Certo, avevamo un grande giardino in cui poteva giocare con gli amici. La trafila per l'invito implicava, però, sempre una telefonata tra genitori e la disponibilità di un adulto ad accompagnare e riprendere i bambini.

Insomma, nessun bambino muoveva un passo senza lo sguardo vigile di un genitore.

Lontani ormai i tempi in cui bande di bambini infestavano gioiosamente e rumorosamente le strade; persi nei racconti dell'infanzia di mio padre o nei miei ricordi di assolate estati in Calabria.

Tutto questo non era mai stato possibile per i miei bimbi e, per un certo periodo, dopo che la civilizzazione raggiunse l'isolata spiaggetta dove la mia prozia aveva costruito una baracca di legno (la nostra “casa di villeggiatura” da giugno a settembre) avevo rimpianto l'idea che i miei figli (ancora di là da venire) non avrebbero goduto della libertà di cui avevo goduto io fino ai 13 anni.

Lontani dagli sguardi degli adulti e dalle loro regole, noi bambini eravamo stati liberi di costruirci un mondo fantastico e su misura, loro non avrebbero potuto.

Poi, il tempo era passato, i ricordi erano sfumati ed io avevo dimenticato quel pensiero.

Tommaso me lo ha ricordato, mi ha ricordato quanto ero stata felice di quella indipendenza e quanto mi aveva fatto crescere.

Perchè è importante che i ragazzi possano rapportarsi tra loro senza un adulto che spieghi sempre come comportarsi, cosa dire (o non dire) ecc.

Quando vado al parco con loro è naturale per me intervenire se Tommaso ha un problema o se lo crea ad un altro bambino, ma anche senza il mio interventismo da mamma italiana (qui le mamme sono molto più “sportive da questo punto di vista), basta la presenza di un adulto per influenzare il comportamento dei bambini.

Qui, l'assenza di pericoli permette ancora ai bambini di andare a chiamarsi di casa in casa e poi armati di palloni o vestiti da supereroi, andare a vivere la loro personalissima avventura.

Questo implica lo sperimentare i rapporti interpersonali senza mediazione, quindi può capitare qualche presa in giro, qualche piccola baruffa, ma nulla di pericoloso (almeno questo è il pensiero a cui mi aggrappo durante i miei attacchi da “mamma chioccia”).
Infatti, non voglio mentirvi raccontandovi che non vivo mai nemmeno un briciolo di ansia, soprattutto quando con Tommaso va anche Giacomo (la mascotte piagnucolona della banda) e sono in ritardo (spessissimo) rispetto all'ora del rientro.

In compenso, è impagabile intravedere lo sguardo da adulto soddisfatto dei miei piccoli ometti, dopo una battaglia interstellare vinta o, dopo un chiarimento con un nemicoamico.

Tutto questo, almeno per me, in Italia non era nemmeno immaginabile e, neanche nei miei sogni più arditi, avrei mai associato la “fredda” e controllatissima Germania ad un clima tanto amichevole e rilassato per i nostri cuccioli.

Questo rende per me questa festa della mamma particolarmente significativa, perchè non c'è nulla di meglio per noi che poter far crescere i nostri figli al meglio delle nostre (e delle loro) possibilità.


BUONA FESTA DELLA MAMMA A TUTTE VOI.



1 commento:

  1. Come compenso a tanti sacrifici e rinunce, la conferma della scelta giusta fatta sopratutto per loro.

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