Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

martedì 7 agosto 2018

Traumi e Träume


Iniziamo con le scuse che, ormai, stanno diventando noiose, ma in questi due mesi ho seguito due corsi intensivi di tedesco che, con i relativi compiti, mi hanno tenuto impegnata per più di 9 ore al giorno.
Subito dopo siamo andati 15 giorni in vacanza in Francia , così ho potuto dimenticare tutto quello che avevo studiato e siamo tornati al punto di partenza.

Ma passiamo ai “traumi” che ci ha regalato la Germania. Come mi ha fatto notare un'amica recentemente “traumi” ha una curiosa assonanza con “ Träume” che vuol dire sogno. Questo paese ci ha donato entrambe le esperienze quindi il cerchio si chiude perfettamente.

Ora la mia classifica.

Al terzo posto, il sistema fiscale tedesco. Ne parlai già in un altro post ("krukkentasse") quindi qui farò solo un veloce accenno. Appena arrivati in Germania misero Giuseppe in una classe di contribuzione più alta, perchè non calcolarono che aveva una famiglia a carico.
Questo ci spaventò molto perchè pensammo di dover subire un'indagine fiscale senza fine e pensammo di dover presentare millanta milioni di documenti prima di riuscire a risolvere il malinteso.
Insomma, da italiani, ci eravamo già talmente rassegnati a dover pagare in più per tutta la vita che eravamo riluttanti persino a cominciare questa pratica.
Un giorno, però, capitammo all'ufficio delle entrate per altri motivi e chiedemmo... Ci fecero compilare una paginetta A4 e, siccome non avevamo quasi nessun dato, l'impiegata ci aiutò, facendolo al posto nostro.
Dopo due settimane la posizione di Giuseppe fu rettificata e dopo un mese ricevemmo sul nostro conto il rimborso completo.
Da quel momento sono diventata una fan del fisco tedesco.
Credo, peraltro di essere l'unica, visto che i tedeschi lo odiano, ma loro non conoscono quello italiano ed io, a scanso di equivoci, mi tengo stretta la mia super commercialista italo-tedesca.

Il secondo ed il primo posto se li dividono equamente, per par condicio, i miei figli.

Eravamo in Germania da meno di 6 mesi quando ricevemmo una lettera proveniente dall'ufficio scolastico tedesco che riguardava Tommaso.
Come sempre, mi misi al computer per tradurla e man mano che traducevo mi veniva sempre più ansia, tra l'angoscia di aver capito bene e il dubbio di non averci capito nulla. Per molto tempo, infatti, (e ancora oggi qualche volta) mi è successo di capire tutto, ma tutto al contrario, perchè in tedesco basta che sfugga un particella di un verbo divisibile messo al fondo e il senso della frase può invertirsi completamente.
Dopo due ore, però, il senso era chiarissimo: l'ufficio scolastico di Bonn aveva aperto contro di noi un procedimento penale (penale!!) perchè Tommaso dopo 6 mesi e numerose sollecitazioni da parte loro (????) non risultava iscritto a scuola.
In realtà Tommaso aveva cominciato a frequentare la scuola una settimana dopo il nostro arrivo, ma mi venne ugualmente un attacco di panico condito da una crisi di nervi: immaginai frotte di assistenti sociali che facevano raid in casa nostra e, siccome non parlavamo bene tedesco ,ci portavano via i bambini.
Fu l'unica volta che pensai di ritornare il Italia, fuggendo nella notte per non perdere i miei figli...
Dramma allo stato puro, piangevo come una fontana...
Per fortuna nei momenti di disperazione ascolto il Peppe, che, per nulla preoccupato, mi suggerì di telefonare al numero dell'impiegata che seguiva la nostra pratica (e in quel momento scoprii che in Germania ogni pratica è affidata solo ad una persona, quindi si parla sempre con la stessa addetta).
Con il mio meraviglioso tedesco e una nota di isterismo che lo rendeva, se possibile, ancora peggiore chiamai.
L'impiegata addetta alla mia pratica era in ferie (vedi la fortuna), ma la sua collega, sentendomi in lacrime e sull'orlo di un collasso nervoso, mi ascoltò e cercò di calmarmi (perchè anche i tedeschi hanno un cuore). Alla fine, riuscii a dirgli che Tommaso frequentava la scuola da Gennaio e che avevamo anche una pagella. “Nessun problema allora”, mi disse, “inviateci copia della pagella e tutto si risolve”.
Io non riuscivo a credere che fosse così semplice e chiesi quattro volte ne dubbio di non aver capito. Per sicurezza lo inviai via mail, via posta e avrei voluto anche andare a consegnare una copia a mano per sicurezza, ma l'impiegata mi disse e era sufficiente così. Questo accadeva un mercoledì, venerdì la responsabile della nostra pratica ci inviò una mail informale, scrivendoci che, alla luce delle nuove prove fornite, per le quali ci ringraziava, la denuncia sarebbe stata archiviata e che avremmo ricevuto una lettera ufficiale per posta entro il mercoledì successivo (cosa che accadde puntualmente).
A quel punto ho ripreso a respirare.
Come dice mio marito, i disguidi capitano anche in Germania, ma qui, se non hai fatto niente, esiste davvero sempre una soluzione.

1 posizione ex-aequo: quando ho perso Giacomino treenne all'Ikea.
Eravamo a Bonn da circa un mese e dovevamo finire di comprare i mobili. Tommaso era a scuola e andammo con Giacomo all'Ikea. Non ci fu verso di metterlo nel carrello e quindi ce lo tenemmo per mano.
Nel reparto bagno, mi sono girata a guardare un cestino e 10 secondi dopo mio figlio di tre anni che non conosceva una parola di tedesco era scomparso.
Lo cercammo per 20 minuti senza riuscire a trovarlo, io temevo che fosse addirittura uscito dall'edifico.
Ad un certo punto pensai che, essendo spaventato, avrebbe pianto e io avrei potuto sentirlo, ma nessuno piangeva.
Ero così sconvolta che, ad un certo punto mi si avvicinò una ragazza per chiedermi se, per caso, stavo cercando un bambino...
Sì, sì ero proprio io la madre scellerata che si era perso il figlio all'Ikea.
Mi spiegò dove l'aveva visto, ma io ero troppo agitata e non ebbi la presenza di spirito di fami accompagnare (del resto manco lo avrei saputo dire) e non riuscii a trovarlo, quindi ci mandai Giuseppe, che, seguendo le mie indicazioni lo trovò subito.
Era tranquillo come un “puciu” con le addette alla vendita che stavano cercando di capire che lingua parlasse.
Del resto pare che sia di moda perdersi i figli all'Ikea, capita almeno un paio di volte al giorno... Quando li vidi tornare scoppiai in lacrime...
Il giorno dopo comprai un guinzaglio per cani e Giacomo girò con il guinzaglio attaccato ai pantaloni fino a 5 anni, quando ormai parlava tedesco.

Se morirò prima del tempo, saprete il motivo.

Per tutti quelli che mi scrivono che l'emigrazione è stata la scelta più facile e che siamo dei vigliacchi, per quanto rispetti la libertà di parole, vorrei che provaste prima di parlare.

Vorrei consolare, invece, tutti gli altri perchè non è che a tutti quelli che emigrano la Germania può regalare traumi così (ci vuole anche un po' di fortuna).
A tutti, però, la vita si complica, ma tenete duro, è solo per un certo periodo (quando finisce vi faccio sapere).

Se volete condividere i vostri traumi con me e non farmi sentire l'unica pazza in questa terra di fredda logica, scrivetemi nei commenti o su Fb.

Buona Vita e Buone Vacanze a tutti.

8 commenti:

  1. Quando leggo le tue avventure, Sandokan mi sembra una caccola.

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  2. Cara Tatiana, comincio a pensare che siamo sintonizzate. Ogni volta che sembra mi stia arenando arrivi tu con uno dei tuoi post a tirarmi su. Posso solo condividere ogni tua parola.
    Espatriare e lasciare tutto e tutti per ritrovarsi qui da soli, io mio marito e i nostri tre bimbi non è stato facile, ma la Germania mi sta dando le prime soddisfazioni e naturalmente come dici tu anche i primi traumi.
    Non avrei mai detto che sarei stata inebriata di adrenalina solo perchè parlando con la farmacista sono riuscita ad avere una conversazione quasi "normale", mentre in altri giorni sembra che tutto quello che ho imparato nello stesso momento in cui mi metto a parlare con qualcuno scompaia dalla mia testa. Povere persone costrette a sentire frasi disastrose uscire dalla mia bocca e cercare di comprenderle.....Devo dire che quasi mi dispiace per loro.

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    1. Cara "sconosciuta", è un vero piacere sapere che i miei post sono utili agli altri. Emigrare, a dispetto di quello che dicono quelli che non l'hanno mai fatto, non è mai semplice e con la famiglia meno che mai. Anche io mi esalto quando riesco a comunicare con qualcuno senza che il mio interlocutore faccia la faccia da "che sta dicendo" ad ogni frase. Capiterà ancora un sacco di volte, ma non ti dispiacere per i tedeschi, per loro già sentire i nostri sforzi è gratificante, perchè lo sanno anche loro che questa è una lingua impossibile. E poi, vuoi mettere quanto li facciamo ridere? Tieni duro, arriveranno nuove soddisfazioni e le difficoltà diminuiranno, lentamente, ma diminuiranno. Per ora ti ringrazio per le tue parole e spero che tu continui ad aggiornarmi con le vostre avventure.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Non faccio fatica a identificarmi nelle situazioni che descrivi. Persino io, che vivo in un paese con una lingua facile per noi italiani, ancora riesco a trovarmi in situazioni in cui non riesco a farmi capire (e non è per la lingua, ma perché sono straniera per cui anche il mio interlocutore pensa "adesso non si capirà niente"... e inevitabilmente finisce così).

    Sto tagliando i ponti con le conoscenze italiche che proferiscono quelle frasi (> l'emigrazione è stata la scelta più facile e che siamo dei vigliacchi) perché stanno davvero parlando per dare aria alla bocca e basta. Solitamente, sono anche persone che non apportano niente alla mia vita attuale, per cui non è una grande perdita.

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  5. Cara Isa, emigrare non è mai facile, neanche in un paese che sembra ci somigli e con lingua facile. Comunque sia, la mentalità è diversa e le abitudini anche(magari per fortuna). Credo che chiunque si permetta di giudicare la vita altrui, probabilmente non sa che farsene della propria. In compenso tagliare i rami secchi permetterà di fare spazio a chi merita davvero. Emigrare è come fare le pulizie di primavera anche nell'anima. Ti auguro un grande in bocca al lupo per tutto e ti ringrazio per il tuo commento, così noi sfigati che abbiamo scelto mete dalla lingua improbabile smettiamo di lamentarci e di raccontarci che sarebbe stata tutta un'altra cosa se avessimo scelto un paese più facile. Non esistono paesi facili, solo meno impossibili. Un grande abbraccio

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  6. Scritto in modo gentile e intelligente. Complimenti e buona permanenza dallo staff di Viaggio in Germania!

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