Vi avviso
subito: questo post non è adatto ai “nazigrammar”.
Avete
presente quelli che, se scrivete qual è con l'apostrofo, vi tolgono
il saluto e che se sbagliate un congiuntivo si fanno prendere da un
attacco d'ansia?
Esattamente loro.
Se corrispondete al profilo
sopraindicato, saltate subito al prossimo post.
Devo
ammettere che, prima di emigrare facevo anche io parte di quelli che
si scandalizzavano davanti a un imperfetto usato al posto di un
congiuntivo.
Da quando sono qui, però, anche questo aspetto di me è
cambiato, almeno un pochino.
Appena
arrivati in Germania io e il Peppe avevamo le idee ben
chiare riguardo al futuro linguistico della nostra famiglia:
1)Volevamo
che i nostri figli diventassero bilingui (nel senso di padroneggiare
entrambe lingue come la propria madrelingua).
2)Per noi,
che non potevamo più cogliere tale opportunità, volevamo imparare il tedesco,
continuando a mantenere la nostra lingua madre.
Le nostre
preoccupazioni erano tutte volte alla nuova lingua e non ci aveva
neanche sfiorato l'idea che, ad un certo punto, le nostre difficoltà
sarebbero state doppie: non sapere bene il tedesco e, nello stesso
tempo, dimenticare l'italiano.
Del resto
che ci vuole a continuare a parlare la tua lingua e farla
parlare ai tuoi figli?
Invece, 4
anni dopo...
“Giuseppe
le hai prese le Tasche (letto Tasce=Borse) per la spesa?”
“Na
klar (certo), ma dobbiamo andare al supermarket dopo il Termin dal
Kinderarzt (appuntamento dal pediatra)?”.
“Kinder
(bambini) li avete finiti gli Hausaufgaben (compiti).
Giacomo:
“Si mamma, ich bin fertig (ho finito)”
Tommaso:
“io auch!”
...Giuseppe
dall'altra parte della casa urla “Kein Deutsch (Nessun tedesco) in
casa”.
O ancora,
discussione recente con Giacomo:
“Mamma
le hai fatte le Einladungen per il mio compleanno?”
“Sì
tesoro, ma come si dice in italiano?”
“...mhhh...,
inviti?”
“Sì,
bravo, gli inviti.”
“Mamma,
ma se noi diamo gli inviti ai miei compagni tedeschi loro non
capiscono, possiamo dargli le Einladungen?
… Ecco
a casa nostra parliamo il “krukkito”, con buona pace, non solo
dei “nazigrammar” , ma delle grammatiche proprio!
Se anche
voi state sperimentando lingue inedite, raccontatemelo nei commenti
e, nel frattempo, Buona Vita a tutti, ma soprattutto ai
“nazigrammar”.
Fantastico. Se ci mettete anche un pizzico di inglese, e due paroline di Francese siete veramente la famiglia globale modello.
RispondiEliminaFondare un nuovo Esperanto non era nei piani, ma può essere un'idea: una punta di piemontese già c'è ;-)
RispondiEliminaAnche noi a casa pasticciamo molto e a volte parlando con altre persone che non padroneggiano le nostre stesse lingue ci ritroviamo a "tradurre" per rendere monolingue il nostro ibrido familiare. Un po' è pigrizia, un po' perché magari sentiamo parlare di una cosa in una lingua soltanto e quando dobbiamo citarla facciamo un'insalata, a volte invece la parola o l'espressione in questione è molto più colorita o completa nell'altra lingua. Riguardo l'impoverimento del mio italiano, nonostante l'esercizio quotidiano, mi sono accorta anche io che il mio vocabolario si sta riducendo alquanto e tendo a usare sempre gli stessi termini. Purtroppo qui è difficile trovare altri madrelingua con un livello di italiano molto alto, per cui "giocare al ribasso" è troppo comodo!
RispondiEliminaUn po', cara Isa, è inevitabile. Devo confessare che scrivere il blog e insegnare italiano mi aiuta a molto. Ti posso solo consigliare di continuare a leggere, per il resto, anche la lingua rappresenta la nostra identità, quindi non c'è da stupirsi se siamo divisi a metà anche in questo.
RispondiEliminaTi confesso che anche io faccio entrambe le cose e più per me (e per il mio italiano, che mi serve per lavoro) che per altruismo. ;-)
RispondiEliminaMa dai, hai un blog anche tu e non me lo scrivi? Mandami il link, così vado a curiosarci un po'.
RispondiEliminaAdoro questo post! Il mix delle lingue nelle famiglie expat è meraviglioso!
RispondiEliminaGrazie Chiara, credo che i mix siano sempre interessanti, talvolta un pochino inquietanti ;-)
EliminaAnche a me, da 4 anni in Albania, è inevitabilmente successo, nonostante per lavoro io debba scrivere in italiano:
RispondiEliminaGli ibridi più comuni sono quelli gastronomici, come "Abbiamo ancora degli speca?" (peperoni), ma ho iniziato ad usare male alcuni termini (intervista al posto di colloquio, applicare invece di candidarsi): un po' mi fa paura, un po' mi diverte avere questa lingua tutta mia :)
Lo stesso vale per noi: un po' ci diverte, ma ci fa anche paura, soprattutto a me, che non parlo ancora ( e forse non parlerò mai) bene il tedesco. Penso che vorrei almeno padroneggiare bene una lingua...invece...
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