Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

lunedì 27 agosto 2018

Lessico familiare


Vi avviso subito: questo post non è adatto ai “nazigrammar”. 
Avete presente quelli che, se scrivete qual è con l'apostrofo, vi tolgono il saluto e che se sbagliate un congiuntivo si fanno prendere da un attacco d'ansia? 
Esattamente loro. 
Se corrispondete al profilo sopraindicato, saltate subito al prossimo post.

Devo ammettere che, prima di emigrare facevo anche io parte di quelli che si scandalizzavano davanti a un imperfetto usato al posto di un congiuntivo. 
Da quando sono qui, però, anche questo aspetto di me è cambiato, almeno un pochino.

Appena arrivati in Germania io e il Peppe avevamo le idee ben chiare riguardo al futuro linguistico della nostra famiglia:

1)Volevamo che i nostri figli diventassero bilingui (nel senso di padroneggiare entrambe lingue come la propria madrelingua).
2)Per noi, che non potevamo più cogliere tale opportunità, volevamo imparare il tedesco, continuando a mantenere la nostra lingua madre.

Le nostre preoccupazioni erano tutte volte alla nuova lingua e non ci aveva neanche sfiorato l'idea che, ad un certo punto, le nostre difficoltà sarebbero state doppie: non sapere bene il tedesco e, nello stesso tempo, dimenticare l'italiano.

Del resto che ci vuole a continuare a parlare la tua lingua e farla parlare ai tuoi figli?

Invece, 4 anni dopo...

Giuseppe le hai prese le Tasche (letto Tasce=Borse) per la spesa?”
Na klar (certo), ma dobbiamo andare al supermarket dopo il Termin dal Kinderarzt (appuntamento dal pediatra)?”.
Kinder (bambini) li avete finiti gli Hausaufgaben (compiti).
Giacomo: “Si mamma, ich bin fertig (ho finito)”
Tommaso: “io auch!”
...Giuseppe dall'altra parte della casa urla “Kein Deutsch (Nessun tedesco) in casa”.

O ancora, discussione recente con Giacomo:
Mamma le hai fatte le Einladungen per il mio compleanno?”
Sì tesoro, ma come si dice in italiano?”
...mhhh..., inviti?”
Sì, bravo, gli inviti.”
Mamma, ma se noi diamo gli inviti ai miei compagni tedeschi loro non capiscono, possiamo dargli le Einladungen?

Ecco a casa nostra parliamo il “krukkito”, con buona pace, non solo dei “nazigrammar” , ma delle grammatiche proprio!

Se anche voi state sperimentando lingue inedite, raccontatemelo nei commenti e, nel frattempo, Buona Vita a tutti, ma soprattutto ai “nazigrammar”.

10 commenti:

  1. Fantastico. Se ci mettete anche un pizzico di inglese, e due paroline di Francese siete veramente la famiglia globale modello.

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  2. Fondare un nuovo Esperanto non era nei piani, ma può essere un'idea: una punta di piemontese già c'è ;-)

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  3. Anche noi a casa pasticciamo molto e a volte parlando con altre persone che non padroneggiano le nostre stesse lingue ci ritroviamo a "tradurre" per rendere monolingue il nostro ibrido familiare. Un po' è pigrizia, un po' perché magari sentiamo parlare di una cosa in una lingua soltanto e quando dobbiamo citarla facciamo un'insalata, a volte invece la parola o l'espressione in questione è molto più colorita o completa nell'altra lingua. Riguardo l'impoverimento del mio italiano, nonostante l'esercizio quotidiano, mi sono accorta anche io che il mio vocabolario si sta riducendo alquanto e tendo a usare sempre gli stessi termini. Purtroppo qui è difficile trovare altri madrelingua con un livello di italiano molto alto, per cui "giocare al ribasso" è troppo comodo!

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  4. Un po', cara Isa, è inevitabile. Devo confessare che scrivere il blog e insegnare italiano mi aiuta a molto. Ti posso solo consigliare di continuare a leggere, per il resto, anche la lingua rappresenta la nostra identità, quindi non c'è da stupirsi se siamo divisi a metà anche in questo.

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  5. Ti confesso che anche io faccio entrambe le cose e più per me (e per il mio italiano, che mi serve per lavoro) che per altruismo. ;-)

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  6. Ma dai, hai un blog anche tu e non me lo scrivi? Mandami il link, così vado a curiosarci un po'.

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  7. Adoro questo post! Il mix delle lingue nelle famiglie expat è meraviglioso!

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    1. Grazie Chiara, credo che i mix siano sempre interessanti, talvolta un pochino inquietanti ;-)

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  8. Anche a me, da 4 anni in Albania, è inevitabilmente successo, nonostante per lavoro io debba scrivere in italiano:
    Gli ibridi più comuni sono quelli gastronomici, come "Abbiamo ancora degli speca?" (peperoni), ma ho iniziato ad usare male alcuni termini (intervista al posto di colloquio, applicare invece di candidarsi): un po' mi fa paura, un po' mi diverte avere questa lingua tutta mia :)

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  9. Lo stesso vale per noi: un po' ci diverte, ma ci fa anche paura, soprattutto a me, che non parlo ancora ( e forse non parlerò mai) bene il tedesco. Penso che vorrei almeno padroneggiare bene una lingua...invece...

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