Cari
amici, anche se sono trascorsi solo dieci giorni, sono successe
moltissime cose da quando ho pubblicato il mio ultimo post.
La
tragedia è calata sulle nostre vite nella notte di venerdì, proprio
mentre noi, ignari di tutto, stavamo festeggiando il compleanno di
Giuseppe.
Abbiamo
scoperto la notizia degli attentati a Parigi solo sabato mattina. Da
quel momento abbiamo rincorso le notizie e, finite le notizie, i
commenti, le reazioni, i pensieri...
Il
mio mondo si è fermato, perchè la vita va avanti, ma il mondo, il
mio mondo no.
Mi
è toccato anche un compito difficile, davvero complicato: spiegarlo
al mio bambino di dieci anni.
Tommaso non ha capito che cosa è successo, ma ha capito
dalle mie lacrime e dallo sguardo di Giuseppe che era successo
qualcosa di grave.
Abbiamo
provato a spiegare, a raccontare, ma quando ci ha chiesto “Perchè?”
non abbiamo saputo rispondere.
Come
si spiega ad un bambino il motivo per cui alcuni di quelli avrebbero
potuto essere i suoi compagni di scuola sono stati uccisi da altri
ragazzi. Giovani colpevoli di solo di essere nel posto sbagliato nel
momento sbagliato, trucidati da altri giovani manipolati a tal punto
dal pensare che tutto questo sia giusto e, in qualche modo, sacro.
Io
ci ho provato, ma so di non aver trovato le parole giuste.
Tommaso
alla fine mi ha guardato dubbioso e mi ha detto: “Questi sono
matti!”.
Sì,
la verità è che ha ragione lui, questa è follia e non ci sono
spiegazioni alla follia.
Le
soluzioni, le illazioni, le lasciamo a chi ha mente migliore della
mia, a tutti quei politici, politologi, sociologi ecc che si
affannano a spiegarci le cause remote e recenti di questa tragedia.
Io
mi accontento del dolore, della solidarietà a tutti quei figli che non conosceranno uno dei loro genitori, ai coniugi sopravvissuti a cui hanno strappato i sogni e i progetti di una vita insieme, a tutti quei genitori che provano l'orrore di sopravvivere ai propri figli,
Per
ora non riesco a scrivervi nulla di diverso da questo. Non avrei
voluto scrivere nulla, ma non mi riesce di passarlo sotto silenzio.
Per questo vi scrivo pure in ritardo rispetto all'accaduto.
Delle
nostre vite scriveremo poi, perchè mi sembra doveroso che il mondo qualche volta si fermi, almeno un po'.
Cara Tatiana, anch'io ho un ricordo similare, in Settembre 2001 un giorno abbiamo acceso la televisione per guardare una serie per bambini ed invece c'erano gli immagini di Manhattan che poi abbiamo probato a spiegare ai nostri bambini, essendo quasi perplesso noi stessi. Credo però che è meglio spiegare le cose nel modo possibile, come mi sembra che l'avete fatto voi, invece di negare l'accaduto perchè i bambini sentono che qualcosa è successo. Anche se non si puo spiegare il perchè. Però non condivido che il mondo si deve fermare in questi giorni. Al contrario, il meglio che possiamo fare contro il terrorismo è negarlo e continuare la vita normale di noi tutti! Come dici te: niente fa ridere dio come i piani degli uomini, questo vale forse anche per i piani brutti.
RispondiEliminaCaro Jakob, GRAZIE di cuore di aver ricordato quella strage a cui non si può non pensare in questi momenti. Anche io ho impressa quella giornata: vivevo da sola, stavo studiando e non ho acceso la tv. Mentre andavo a lavoro un'amica mi ha chiamato per dirmi dell'accaduto. La gente per strada era sconvolta e anche a lavoro...Surreale anche quel momento. Per quanto riguarda il "mondo che si ferma", vuol dire per me dedicare il giusto tempo per affrontare il dolore, quello non possiamo negarlo e non possiamo negare il terrorismo,ma possiamo dire, a noi stessi per primi che la sofferenza non si trasformerà in rabbia, o, peggio in paura, perchè dedicheremo tempo ed energie per trasformarlo in qualcosa di buono.
EliminaUn abbraccio