Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

domenica 18 novembre 2018

Heimat


Ci sono parole tedesche che sono meravigliose e intraducibili in italiano: “Heimat” è una di queste, insieme a molte altre che forse un giorno raccoglierò in un altro post.
Ho incontrato questa parola molto tempo fa e per molto tempo l'ho tradotta superficialmente con “Patria”. Questo significato è, in realtà, sbagliato, anche se qualche vocabolario da questa traduzione.
Tommaso, il nostro referente per “il sentimento della lingua” da di Heimat questa definizione che io trovo eccezionale nella sua semplicità:
il posto in cui ci si sente a casa”.
Normalmente è il luogo in cui sei nato e sei cresciuto, di cui condividi le tradizioni e in cui ti senti a tuo agio.
In tedesco però si può dire anche, ad esempio per chi come me adora la letteratura che “la letteratura è la mia Heimat”.

La "Mole Antonelliana" fotografata dal Peppe
Al di là di tutti i significati simbolici, il nostro recente viaggio a Torino mi ha fatto molto riflettere:

Dov'è il posto in cui mi sento davvero a casa?”.

Torino, la mia Torino, la città in cui ho passato la mia adolescenza e la mia giovinezza in effetti non l'ho più riconosciuta; certo gli edifici meravigliosi sono sempre lì, “Palazzo Reale”, “Via Garibaldi”, così come l'Università che ho frequentato per tanti anni (e che di meraviglioso non ha davvero niente), ma io non sentivo più la mia città.
Mi sono chiesta se fossi io ad essermi disabituata al traffico intenso della citta, alla gente che non rispetta i semafori, figurarsi le strisce pedonali, allo smog e a tutti quei piccoli atti di inciviltà che, forse, c'erano anche prima, ma che non notavo.
Poi, all'improvviso, ritrovavo, in mezzo ai nuovi negozi, un'insegna famigliare, o una piazza nella quale avevo passato le mie nottate da studente o, ancora, un vecchio drago di legno sul quale mi ero arrampicata da bambina e sul quale si stavano arrampicando ora i miei figli. 
 Allora per un momento il tempo si fermava e mi assaliva la nostalgia di casa, mi accorgevo di quanto mi erano mancate quelle strade, quegli odori, quei sapori che per me sono stati casa. Era un attimo però, perchè subito dopo la vita ritornava a scorrere normalmente e io venivo riportata alla dura realtà.
La realtà è che dopo 5 anni lontana, io sono cambiata ed è cambiata anche Torino, ma io non ero lì per lei e lei non era lì per me ed ora sembravamo due ex fidanzati che hanno qualche ricordo in comune, ma le cui storie si sono allontanate sempre di più.

Interno della cupola del Guarini restaurata (Duomo di Torino)
                            
Allora, malgrado la bellezza mozza fiato di questa cittò, gioia infinita di incontrare di nuovo gli amici, quelli che sono rimasti e che continuano, pur tra mille difficoltà, a condividere il mio percorso, malgrado i miei genitori e miei parenti, dopo una settimana passata da turisti in quella che è stata la mia città, ho avuto voglia di tornare a “casa”.

Basilica di Superga in giornata uggiosa

Sì, perchè è innegabile che Bonn è la nostra casa ora, ma è davvero la nostra Heimat? E' l'Heimat dei nostri figli, che qui si stanno costruendo i loro ricordi, ma possiamo io e Giuseppe davvero sentirci a casa in un posto dove comunicare è ancora difficile?
Non è solo una questione di lingua, ma anche di “forma mentis” e di tradizioni.
Ieri ho partecipato all'Elterncafè (il caffè dei genitori) organizzato dalla classe di Giacomo prima del “Martinzug”, la sfilata di S. Martino che ogni anno viene organizzata dai vari quartieri di Bonn. Per saperne di più vi linko un vecchio post su questa bella usanza. Durante questa riunione, me ne stavo seduta insieme ad altre mamme che si raccontavano di quando ci partecipavano loro al Martinzug e di quanto erano contente da bambine di costruire le lanterne e di cibi e decorazioni tradizionali di cui io non ho mai sentito parlare.
Capivo ogni cosa che veniva detta e, tuttavia, mi sentivo straniera come il primo giorno che sono arrivata.
Loro hanno trovato davvero molto affascinante, quasi esotico, il fatto che la sera noi mangiamo tutti insieme e, addirittura cuciniamo, così come io continuo, dopo quasi 5 anni, a trovare strano che loro facciano fare cena ai loro figli alle cinque o alle sei del pomeriggio davanti alla tv da soli.

Inoltre, noi continuiamo a mangiare il panettone a Natale, ma ora mangiamo anche lo Stollen e festeggiamo la Befana, invece di S. Nicola, ma abbiamo cominciato ad appendere le stelle di Natale luminose alla finestra durante l'avvento.

Risultati immagini per stelle di natale luminose di carta

Forse è il destino di ogni immigrato perdere un po' di quell'identità legata alle proprie radici per fare spazio a nuove tradizioni che, forse non sentiremo mai nostre davvero, ma che non per questo saranno meno arricchenti.

E mentre me ne sto qua a riflettere e a scrivere arriva Giacomo e mi dice:
Per me è uguale (traduzione letterale dal tedesco). Heimat è dove siete tu papà, la nonna e, qualche volta, anche Tommaso”, perchè il bello è stare tutti insieme”.

Che cosa si può aggiungere?

Buona Vita a tutti voi e al bambino che ognuno ha dentro di sé.

4 commenti:

  1. Torino è anche la mia città. Vivo in Germania da quasi 6 anni ma, nonostante tutto, continuo ad averw la sensazione di "casa" solo quando respiro l'aria dei luoghi in cui sono nata e cresciuta. Forse dipende dal fatto che vivo in una città purtroppo socialmente sterile? Non so come sia Bonn, ma qui a Monaco, nonostante una delle mie bimbe sia nata qui, mi sento sempre e solo di passaggio.
    Bel post comunque :-)

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  2. Grazie Michela, e scusami se ti rispondo solo ora, ma il corso di tedesco, l'ennesimo, mi tiene molto impegnata. Ho molti amici a Bonn e quasi tutti concordano con la tua opinione. Bonn è per me una città meravigliosa, multiculturale, aperta e offre (almeno alle famiglie) moltissime opportunità di integrazione. Comunque, il "sentirsi a casa" è davvero molto soggettivo. Un grande abbraccio

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  3. Ciao. Io vivo in Val di Susa, provincia di Torino. Ho vissuto anch'io 1 anno a Monaco, ma sono tornata in Italia. Complimenti per il tuo blog. I tuoi racconti sono molto interessanti.

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  4. Grazie Samantha per i complimenti. La val di Susa è meravigliosa, la mia speranza è sempre che un giorno potremmo scegliere di tornare. Un grande abbraccio

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