Cari
amici, so di avervi promesso un bel post rilassante sul Carnevale a
Bonn, ma oggi sono davvero fuori di me, quindi uso il blog come
terapia contro la rabbia.
Del
carnevale scriverò poi, del resto già l'anno scorso abbiamo scritto
ampiamente sull'argomento (se siete curiosi " kamelle kamelle " ).
Ciò
che vi voglio raccontare è la visita/esame che oggi Giacomo ha
dovuto subire da un team pediatrico del Gesundheitamt ( “ufficio
della salute”).
Premetto
che questo “esame” è obbligatorio per tutti i bambini in
procinto di frequentare la prima elementare e che mira a diagnosi
precoci di eventuali disturbi sia dello sviluppo che
dell'apprendimento.
Questa
visita viene ad aggiungersi a quella già svolta dal pediatra di
famiglia, ai test fatti dalle maestre dell'asilo e a quelli fatti
nella scuola elementare al momento dell'iscrizione.
La
nostra italianità si ribellava già a questa eccessiva
puntigliosità, tuttavia, vista la carenza di servizi del nostro
paese, abbiamo cercato di apprezzare l'attenzione teutonica verso i
piccoli futuri studenti.
Ci
siamo, quindi, presentati puntuali all'appuntamento e subito hanno
fatto entrare Giacomo (da solo) in una stanza, mentre noi riempivamo
un modulo standard (malattie, operazioni, vaccini ecc).
A
quanto pare lo hanno misurato, pesato ed è cominciata la prima
tranche di esami: riconoscere le faccine tristi in mezzo a tutte le
altre, copiare e riconoscere figure geometriche. Noi, intanto,
raccontavamo ad una gentile impiegata tutta la nostra vita, malattie
famigliari, peso di Giacomo alla nascita, quando ha cominciato a
parlare, quando ha cominciato a camminare, quando ha cominciato a
usare il vasino e via dicendo.
Poi
tutti e tre siamo entrati nella stanza del medico dove il piccolo
Giacomo ha dovuto: fare una serie di esercizi di logica (trova la
figura che non c'entra, trova la figura uguale, ordina le quantità
in ordine crescente ecc), copiare figure geometriche, contare,
raccontare la sua giornata all'asilo, scrivere il suo nome, dire i
nomi di diversi oggetti e animali, fare frasi con le preposizioni
(sopra, sotto, di fianco ecc), ripetere filastrocche, saltare su una
gamba, stare in equilibrio su una gamba, fare saltelli laterali,
camminare su una linea retta.
Tutto
ciò è durato circa un'ora e mezza sotto la supervisione attenta
(per nulla ansiogena) della dottoressa che ha pure avuto il coraggio
di sbuffare quando Giacomo ha detto che gli scappava la pipì.
Alla
fine ha decretato che il piccolo potrà frequentare la scuola e che
non ha bisogno di nessun presidio o aiuto medico speciale.
Il
suo tedesco non è esattamente come quello dei bambini
tedeschi,(vorrei vedere visto che parliamo italiano in casa e
frequenta l'asilo da un anno e mezzo) ma non è grave.
Deve,
però, alzare il suo livello di attenzione perchè la sua
concentrazione è “auf die Grenze” (“sulla frontiera”, al
limite).
Questo
perchè sa contare fino a 14 invece che fino a 16 ( e poco importa
che lo sappia fare in due lingue) e ha riconosciuto 11 faccine
tristi, invece di 13.
Quando
ci ha detto così, dopo essermi accertata che non ci fosse nessun
problema e che il mio bambino fosse sano (perchè ai professionisti
io do sempre il beneficio del dubbio), mi sono davvero infuriata, non
per quello che ha detto e che, in parte, mi trova anche d'accordo
(eccetto per il fatto che non credo assolutamente che sia un
problema), ma perchè non credo si possano sottoporre dei bimbi ad un
stress così grande e giudicarli solo in base a parametri fissi che
non tengono conto di nessuna variabile.
Invece
di mandarla a quel paese (io che sono nordica) mi sono limitata a
farle notare che:
1)Mio
figlio è bilingue e che studi di neurologi di chiara fama, indicano
uno sviluppo parzialmente diverso dei bambini bilingui rispetto a
quelli normali, differenza che implica anche un diverso uso
dell'attenzione. Inoltre, mantenere la concentrazione in una lingua
che non è la tua lingua madre implica uno stress maggiore e dunque
una minor resistenza, soprattutto in bambini piccoli. E veniamo al
secondo punto.
2)Giacomo
è nato a settembre.
Dovete
sapere che in Germania possono frequentare l'anno in corso i bambini
nati fino ad un mese dopo l'inizio della scuola; la scuola inizia a
metà agosto, dunque Giacomo sarà uno degli scolari più piccoli ed
è ad oggi uno degli “esaminandi” più giovani.
Non
bisogna avere una Laurea (ma un cervello funzionante sì) per capire
che 6-8 mesi di differenza a quest'età sono molti e che non si
possono pretendere le stesse competenze da un bambino di 5 anni e
mezzo (oggi) e da uno di sei anni già compiuti.
Naturalmente,
la dottoressa ha annuito, mi ha lanciato un eloquentissimo sguardo
(Ah, queste mamme chiocce italiane!!), ha aggiunto che, appunto, non
riteneva ci fossero problemi rilevanti, che il bambino deve esercitare solo la
sua concentrazione completando libri prescolastici (che ha già
perchè gli piace “fare i compiti” come suo fratello). Mi ha
messo in mano un volantino in cui c'erano gli orari di alcuni corsi
prescolastici (e ti pareva che non ci fosse un corso) e ci ha,
cordialmente, salutato.
Io
sono uscita fumante, mentre il Peppe, che ha a che fare con tedeschi
tutto il giorno, non era nemmeno stupito: “Si sa per loro il
protocollo è tutto”.
Va
bene il protocollo, ma la rigidità rischia di diventare incompetenza
se non si valutano attentamente le variabili e non credo ci sia nulla
di più variabile dei bambini...
E'
Al grido di viva le variabili che oggi auguro Buona (Variabile) Vita
a tutti!
A leggere l'elenco di cose che ha dovuto fare Giacomo, credo che io avrei fallito l'esame (specie camminare su una linea retta e ripetere le filastrocche XD)
RispondiEliminaCara Giupy, devo confessarti che un paio di esercizi (che lui ha fatto giusti) io li avrei sbagliati completamente.
RispondiEliminaIn tutto questo credo che il tuo piccolo Giacomo sia veramente un grande! Uscendo indenne e vincente da quella sfilza di test, ha dimostrato più elasticità mentale e capacità della simpatica dottoressa investigatrice e dei geni che quei test li hanno elaborati. Ho potuto sperimentare su me stessa la rigidità dei protocolli tedeschi specie in ambito sanitario durante i nostri 3 anni di permanenza in Baviera. Personalmente non so se provo più fastidio nel ricordare lo zelo germanico o la cialtroneria italiana. Ti dirò presto. Baci
RispondiEliminaCara Barbara, in effetti, è una bella sfida. Anche noi ci siamo posti la stessa domanda. Se ci si potesse incontrare a metà strada, magari..."in medium stat virtus" dicevano i latini
RispondiEliminaVerissimo! Infatti non esiste il Paese perfetto.
EliminaBravissima Barbara, sono d'accordo con te. Mi fanno venire l'orticaria tutti quelli che mi dicono. "Adesso che siete in Germania state bene". Potrei mordere...
EliminaSecondo me, da quello che ho letto, l'atteggiamento di questa dottoressa e l'applicazione di questi test va oltre l'idiozia teutonica , direi che è addirittura sadismo elvetico.
RispondiEliminaE' amore viscerale per il controllo. Che poi bisognerebbe pure ricordarglielo che per questa mania del controllo ne hanno già fatti di danni.
RispondiEliminaAh, ma voi non dovete prendere tutto questo sul serio. Questi dottori fanno parte della bureaucrazia tedesca che forse è piu efficiente che altri ma ti abbracia completamente.... anche per noi era una visita un po strana. Ma devo dire che il "nostro" dottore ha scoperto la miopia del nostro figlio che nessun altro aveva capito. Altrimenti vi posso assicurare che c'è un sacco di persone in Germania che sono molto attenti per evitare futuri danni della "mania di controllo".... persone come me sperano che i immigranti (come voi) ci aiuteranno un po con questo compito. Meglio ridere che arrabbiare!
RispondiEliminaHai ragione Jakob, è meglio riderci sopra, piuttosto che arrabbiarsi. Ho poi scoperto, parlando con altre mamme, che anche i genitori tedeschi non sono molto contenti di questi esami. Questo mi conforta. Anche il nostro bravissimo pediatra ha scoperto un difetto visivo di Giacomo di cui nessuno si era accorto, e anche il mio medico mi ha diagnosticato un disturbo a cui nessuno aveva mai pensato. Devo dire che tutti i medici che abbiamo incontrato si sono rivelati coscienziosi e molto preparati. Spero anche io che l'integrazione porti ad un maggiore equilibrio, a patto di prendere troppo esempio dall'Italia.
RispondiEliminaUn grande abbraccio