Tutti
voi voi starete pensando a “N” come Natale e certamente non
potete sbagliare, ma per me in questi giorni è “N” come
“Nostalgia”.
Nostalgia
di tutti gli amici con i quali ci incontravamo in questo periodo per
scambiarci gli auguri.
Un'occasione per vedere quelli da cui gli
impegni della vita ci avevano allontanato, per aggiornare e venire
aggiornati, ma anche per festeggiare con quelli di sempre, quella
famiglia bizzarra che ci scegliamo e da cui veniamo scelti.
In
questi giorni è anche nata la figlia di una carissima amica, a cui vogliamo fare i nostri migliori auguri.
E' stato un
meraviglioso regalo di Natale, atteso con gioia e trepidazione, ma ci ha anche dato la misura di una distanza che la tecnologia solo in parte può colmare.
Nostalgia
del cibo e delle specialità natalizie italiane. Molte cose le
abbiamo trovate nei negozi italiani, ma quelle meravigliose
specialità locali e artigianali (come la lingua al verde, o il
salame cotto) non possiamo neppure sognarcele. Per fortuna il
panettone “Galup” è arrivato, grazie al meraviglioso papà.
Nostalgia,
soprattutto, del cenone natalizio, con tutta la famiglia riunita.
So bene che per molti è una tortura, ma a me è sempre piaciuto tantissimo, anche dover cucinare per 15 persone, caricare la macchina di ogni sorta di leccornie in quantità sufficienti a sfamare un esercito e portare tutto (messo nel bagagliaio della macchina come il tetris) a casa della nonna (eletto punto di ritrovo) che, per l'occasione addobbava tutta la casa come se fosse un albero di Natale.
Mi
manca passare il pomeriggio a scartare i regali che Babbo Natale
aveva disseminato a casa dei nonni e discutere per i posti a tavola.
Mi
mancano i brindisi, che dopo il terzo io ero già brilla e, persino,
la divisione degli avanzi, da cui noi (che eravamo quelli che avevamo
cucinato) eravamo esclusi perchè tanto quei piatti li sapevamo fare.
Mi
manca tutto, persino le liti, il nervoso per i ritardatari...ecc ecc
ecc.
Anche quest'anno, naturalmente, cucinerò per un esercito e mangeremo avanzi fino alla Befana, che, per la cronaca, qui non si festeggia, ma che da noi arriva ugualmente; cercheremo di vedere tutti con skype, che quel giorno, come tutti i Natali, non funzionerà, perchè mica siamo gli unici expat; i nostri figli scarteranno i regali che Babbo Natale dei nonni ha fatto arrivare direttamente da noi; costruiremo ogni sorta di aggeggio LEGO, perchè i miei figli sono dei LEGOmaniaci e vedremo in streaming un film di Natale (a meno che, in preda alla follia del Natale, non andiamo al cinema a vedere un film tedesco) e sorriderò felice vedendo i bambini super agitati e contenti (di solito non manca nemmeno qualche pianto).
Però
nulla potrà sostituire il calore di quei cenoni (o pranzi) di
Natale, quelle tavolate chiassose di cui tutti si lamentano, ma a cui
tutti, inevitabilmente partecipano ogni anno con entusiasmo
.
A
tutti quelli che: “Ora che siete in Germania state bene!” ,
vorrei far presente che durante le feste a noi expat viene presentato
il costo dell'emigrazione.
A
tutta la mia famiglia, a tutti i miei amici e alla piccola Adelaide,
voglio invece dedicare questo post, per fargli sapere che sono
importanti e che sono il pezzo del mio cuore che ha ancora la
residenza italiana.
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