Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

lunedì 18 aprile 2016

“Strani casi”


Vi ho spesso parlato dell'amore che nutrono i tedeschi per gli italiani, soprattutto per quanto riguarda la cucina, considerata migliore anche di quella dei nostri cugini spagnoli, (peraltro preferiti sotto altri aspetti) , la cultura, la musica e, naturalmente, la lingua.

I tedeschi adorano la nostra lingua in un modo che noi non possiamo neanche immaginare.

Vi faccio un esempio per rendere l'idea: all'asilo di Giacomo c'è un'educatrice di origine italiana con la quale parlo, naturalmente, la nostra lingua. Un pomeriggio, mentre stavamo chiaccherando in attesa che Giacomo si decidesse a venire a casa (impresa sempre titanica), ho notato che un' altra maestra si era avvicinata e ci stava ascoltando.
Ho smesso di parlare, pensando che dovesse dare una comunicazione alla sua collega.
Niente affatto, si era avvicinata perchè le piaceva ascoltare il suono dell'italiano, anche se non capiva nulla. Ci ha detto che è un suono che “la consola e la calma”.

Anche se a un italiano può sembrare strano, quando si conosce il tedesco si comprende che questo non è un pensiero del tutto illogico.

Le radio tedesche trasmettono moltissime canzoni italiane e moltissimi dei nostri cantanti hanno qui un successo strepitoso, pur non traducendo le loro canzoni. Gettonatissimo Nek, Eros Ramazzotti e Laura Pausini, più di èlite Paolo Conte, Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori e Fabrizio De Andrè.

A noi è capitato moltissime volte di venire fermati perchè ci sentivano parlare in italiano e sempre per farci i complimenti, ma questa volta un tedesco è andato oltre.

Curiosi?

Qualche settimana fa mentre io e il Peppe usavamo la lingua di Dante per disquisire sull'insalata al reparto frutta e verdura del Lidl, ci si avvicina un arzillo settantenne e, scusandosi per averci interrotto ci chiede se stavamo parlando italiano. Non abbiamo potuto che rispondere di si. A quel punto ci ha sommerso di complimenti sulla nostra pronuncia, molto diversa da quella che talvolta si sente per strada (dovete tener presente che spesso qui, più che italiano si sente parlare dialetto).

A questo punto, dopo averci detto che lui amava moltissimo l'italiano e che aveva anche provato a studiarlo anni fa, ci ha chiesto se eravamo disposti a dargli lezioni private.
Io ho colto l'occasione al volo e gli ho detto che ero un'insegnante di italiano e che mi sarebbe piaciuto molto dargli lezioni in cambio di un po' di conversazione in tedesco.

Detto fatto, ci siamo messi d'accordo e ho cominciato le mie prime Tandemunterricht (si chiamano così le lezioni in cui non vi è scambio di denaro ma di esperienza: nel mio caso italiano per tedesco).

A un mese dall'inizio di questa avventura, devo dire che sono entusiasta. Il mio studente è in pensione, quindi viene lui a casa mia, così non devo perdere tempo negli spostamenti.
Inoltre, avendo LUI moltissimo tempo ed essendo una persona estremamente disponibile, organizziamo le lezioni soprattutto in base ai miei impegni e, ultimo, ma non per ultimo lui è simpaticissimo e una fonte inesauribile di informazioni, anche di cultura generale.
Se pensate che sia il solito vecchietto solo e annoiato, però, siete completamente fuori strada: è più in forma di me (ci vuole poco, direte voi e avete ragione), con la bici può andare ovunque, casa mia compresa, con la sua impossibile salita.
Ha organizzato persino un bel viaggio in Austria e Sud Tirolo in bicicletta per questa estate con sua moglie, ma va anche a vedere musical, mostre ed membro di club di “ arzilli biciclettisti” che organizza gite culturali su due ruote.

Ora, in attesa di vedere i risultati sul mio tedesco, non mi rimane che provare il suo strudel di mele, per assaggiare il quale tutta la famiglia ha ricevuto regolare invito.


Al grido di Viva gli anziani, oggi auguriamo Buona vita a tutti, ma soprattutto a questi "consapevolmente giovani".

giovedì 31 marzo 2016

Piccole conquiste

Il nostro arcobaleno di Pasqua al parco di  Rheinaue
Da quando siamo in Germania molte volte vi ho parlato di come è cambiato il nostro rapporto con i nostri figli.
Del resto, quando i tuoi figli parlano meglio di te la lingua del posto, i rapporti di forza cambiano.
I genitori rischiano di scendere “dal piedistallo dell'eroe” molto prima dell'adolescenza e qualche ribellione prima del tempo può capitare.
Per fortuna non abbiamo avuto episodi rilevanti in questo senso e i nostri figli hanno capito che mamma e papà possono essere eroi anche se non sanno tutto (soprattutto di tedesco)...

eroi parziali insomma, ma ugualmente degni di fiducia.

Però, ci sono anche cose che non cambiano, o, meglio che cambiano, indipendentemente dalla latitudine e dalla lingua parlata, perchè i cuccioli, anche in Germania crescono.

La settimana di Pasqua ci ha portato in regalo una tappa importante della crescita dei nostri bambini.

Tommaso è entrato ufficialmente nella preadolescenza, volendo fare shopping per se stesso.
Proprio lui, che fino a qualche mese fa avrebbe potuto andare a scuola in pigiama, tutto a un tratto ha scoperto di avere un gusto personale per quanto riguarda l'abbigliamento ( e , se devo dire la mia, ha anche buon gusto, malgrado l'ambiente tedesco non favorisca assolutamente questo aspetto della personalità).
Così, durante un casuale giro in un negozio, è andato ad esplorare il reparto giovani di un noto marchio di abbigliamento ed è tornato con una bella camicia e due maglie (di cui solo una orribile che ha subito scartato) e ci ha chiesto di poterle provare.
Detto fatto.
Ha pure azzeccato subito la taglia e quando ci ha chiesto se poteva comprarle, aveva uno sguardo così “da ometto” che non abbiamo potuto dirgli di no, anche se di maglie ne ha moltissime.
Ho pagato commossa...

Ma saremo sceme noi mamme!!

L'altra conquista appartiene al piccolo Giacomo che, proprio il giorno di Pasqua, ha imparato ad andare in bici senza le rotelle.

Mamma apprensiva segue piccolo ciclista in erba

Era un po' che ci provavamo e Domenica ha deciso che era il momento.

Ci ha fatto un bellissimo regalo.

Riuscire ad insegnargli per noi è un po' come togliergli il pannolino: non esiste un metodo, o almeno, noi non ce l'abbiamo.
Improvvisiamo ogni volta e a ogni loro caduta io mi chiedo se sto sbagliando.

Il pensiero che è l'ultimo figlio a cui dobbiamo insegnare a me da un enorme sollievo.

Tommaso, però, ha detto di non dimenticarmi: vuole che insegni io a suoi figli perchè, dice, “sei davvero brava mamma a insegnare!”.
Complimento meraviglioso e senza conseguenze perchè, si sa, è un esperienza che “devono” fare i genitori.

Infine una piccola conquista anche per noi grandi.

Il tempo inclemente ci ha costretto a ripiegare sul cinema.


Quindi siamo andati a vedere il nostro primo film in tedesco (naturalmente un cartone animato) con i bimbi e....abbiamo capito quasi tutto...
Dopo due anni di studio della lingua tedesca possiamo essere contenti.


Sperando che anche il vostro uovo di Pasqua sia stato pieno di soddisfazioni vi auguriamo Buona primavera e Buona vita 

mercoledì 23 marzo 2016

Nonna e “Nini” in Krukkenlandia



Dopo 10 giorni di terribile krukkeninfluenza, eccomi di nuovo in piedi. Beh , forse proprio in piedi è ancora un po' esagerato, diciamo fuori dal letto e in grado di stare seduta.
Mi sento ancora come quelle bamboline che si mettono sul cruscotto (non quelle hawaiane fighe), quelle con la testa grandissima che ciondola di qua e di là, ma è un miglioramento.

In questi dieci giorni di super influenza la super nonna Mattea, insieme al Peppe, si è occupata di me e dei piccoli.
Per fortuna c'erano loro due, se no non avrei saputo come fare.

Tra un delirio e l'altro (dovuto alla febbre) ho avuto modo di pensare a come è cambiato il rapporto tra la nonna Mattea e i bambini da quando siamo qui.
E' risaputo che i nonni hanno un rapporto molto speciale e quasi esclusivo con i nipotini.
Quando si vive nella stessa casa questo rapporto, nutrendosi della quotidianità, diventa ancora più forte.

Naturalmente, la convivenza presenta anche dei rischi, come l'ambiguità dei ruoli educativi, ma, per fortuna, noi abbiamo chiarito questi punti già molti anni fa, quando nacque Tommaso.

Nonna Mattea non ha mai avuto, da donna intelligente quale è, velleità materne nei confronti dei suoi “nini”, anzi è sempre riuscita ad essere una figura educativa discreta, completamente felice dei suoi spazi di nonna.

Ha saputo creare delle consuetudini tutte sue, come l'andare a prenderli all'asilo (prima Tommaso e ora Giacomo) una volta alla settimana con un dolcetto e poi andare a fare una passeggiata insieme o stare un po' al parco giochi.

La nonna è anche la compagna di giochi preferita dai miei figli (sarà che con lei vincono sempre).
Insieme a nonna disegnano e ritagliano (nonna ergoterapista), giocano con l'adorato Lego e a Memory, ma spolverano anche la libreria, imparano a rifarsi il letto, a mettere in ordine e, spesso, cucinano persino.

Nonna, Giacomo e un mare di Lego


Qualche volta, giocando, discutono per stabilire i poteri di astronavi e robot e la nonna si infervora tanto che sembra di sentire tre bambini.

Ogni tanto capita anche la nonna si stufi, poverina, perchè i nipotini sono belli, ma impegnativi.
Però niente paura, lei ha un'arma segreta, spegne gli apparecchi acustici... e ritrova un po' di pace.

In Germania questo rapporto si è approfondito e ha acquisito nuove sfumature.
Ad esempio, quando la nonna e i bimbi vanno in giro insieme, loro traducono per lei (anche Giacomo), l'aiutano ad orientarsi con i cartelli e insieme sono una squadra esilarante, ma molto efficiente.

Anche a casa, quando la nonna guarda il suo programma preferito (di cucina ovviamente), Tommaso traduce e, insieme, commentano piatti e portate.
Tommaso è anche l'aiuto tecnologico della nonna: lui le risolve i problemi con il tablet e l'aiuta quando si dimentica come trovare giornali e trasmissioni italiane sul computer.
Con Giacomo, invece, la nonna sta imparando i numeri e i giorni della settimana in tedesco e il piccolo è un insegnante paziente, ma pignolo.
In compenso la nonna glieli insegna in italiano.

Devo confessare che avevamo un po' di timore per il trasferimento della nonna, perchè sapevamo che per lei sarebbe stato impossibile imparare il tedesco e questo avrebbe inevitabilmente influenzato la sua vita sociale. Abbiamo provato ad indicarle associazioni di italiani, ma a lei non interessano molto.
Per fortuna i bimbi le tengono volentieri compagnia, fanno tante cose insieme ed insieme escono a fare passeggiate.

Loro crescono e imparano da lei e lei si mantiene in allenamento (fisico e mentale) grazie a loro.
E' un rapporto di cura reciproca dalle percentuali inevitabilmente variabili, ma estremamente arricchente per tutti.
I miei bambini imparano il valore delle tradizioni, ma anche della cura e della generosità.
Vivono anche l'età che avanza e i suoi inconvenienti non come un peso, ma con la naturalezza di una vita che può ancora dare loro molto ed è bello per me vedere come sono affettuosi, generosi e responsabili con lei, ricambiando con spontaneità tutto l'affetto e la cura che lei ha per loro.

Unica cosa, bisogna impedire alla nonna di cantare ai bambini vecchie canzoni drammaticissime in cui tutti muoiono e che fanno venire gli incubi.


Buona Pasqua senza incubi e Buona vita a tutti.

martedì 15 marzo 2016

Succede che Sherlock Holmes si occupi di fisica

Succede anche questo a Bonn.

"Il complotto della fisica"
"Die Physikverschwoerung"

In questa piccola cittadina di 300.000 anime, dove potrebbe suscitare stupore il fatto stesso che esista una facoltà di fisica, succede che gli studenti della suddetta facoltà decidano di creare uno spettacolo sulla fisica con l'aiuto del loro tutt'altro che impaludato professore.
Succede che, non solo ci riescano (e benissimo) in barba a tutte le leggi e i vincoli sulla sicurezza che, altrove, avrebbero facilmente impedito a questo progetto di nascere, ma anche che decidano di mettere in scena questo spettacolo gratuitamente per i bambini e le loro famiglie.
Unica richiesta, prenotare i posti desiderati, per evitare il sovraffollamento.
Capita anche che nella mail di conferma ti vengano indicati i parcheggi intorno all'università, le linee dell'autobus che ci arrivano e persino quali sono i parcheggi a pagamento e quali no.

Così, capita che qui a Bonn una folla di bambini (dai 3 ai 99 anni) possano passare un pomeriggio a vedere un inedito Sherlock Holmes alle prese con cetrioli che diventano arancione fosforescente, bolle di sapone che si incendiano, bidoni che implodono se innaffiati, banane usate come martelli, serrature sciolte con il salame e tanto altro... (qui il link per avere un assaggio di quello che abbiamo visto noi al Physikshow )

Succede anche che ai bambini siano riservate le prime file, mentre i genitori si godono lo spettacolo un po' più indietro e un po' più tranquilli.
I bambini partecipano entusiasti a quest'avventura nel magico e divertente mondo della fisica e alla fine delle due ore, a tutti sembra passato non più di un quarto d'ora.

Succede anche che i vostri pargoli decidano di diventare dei fisici e vi chiedano di poter provare a casa a dare fuoco alla farina, come nello spettacolo, ma questa è un'altra storia.
Succede che questi fantastici ragazzi e il loro professore (che nello spettacolo è riuscito persino a trasformarsi in un cane di 1,90 m) partano per la Cina dove presenteranno ad altri giovani aspiranti fisici questo meraviglioso spettacolo.
Succede...succede.

Sempre a Bonn, succede che il Kunstmuseum (il museo d'arte cittadino), per non essere da meno, organizzi il sabato pomeriggio corsi di arte e di disegno per i ragazzi con la sovrintendenza con una pedagoga, alla ricerca del giovane artista nascosto nelle menti in erba dei vostri figli. Anche questo, nemmeno a dirlo, completamente gratuito, come l'ingresso nel museo per i bambini fino a 12 anni.

In questo modo, potrebbe anche capitare ai genitori di riuscire a visitare il museo in pace, mentre i giovani artisti esprimono tutto il loro genio...

Succede...

Succede anche che in tutti i musei in cui siamo stati i custodi si offrano di tenere i vostri figli per darvi modo di vedere le opere esposte e che ci siano sale interattive per i bambini....

Tutto questo e molto altro succede a Bonn, una città a misura di bambini, dove i giovani sono davvero considerati delle risorse inestimabili, dove davvero la famiglia è al centro...

e molto di quello che succede a Bonn è gratis per dare a tutti la possibilità di partecipare ...

Tutto questo succede... e succede con una facilità che lo fa sembrare naturale, perchè succede anche che alle cose belle ci si abitua con grandissima naturalezza.

A me è successo ed è successo anche di pensare che se questo è possibile qui, è possibile in generale e mi piacerebbe sapere che questo può succedere anche in Italia, dove, per ora, succede che le mie amiche con figli piccoli vadano a passare i lunghi pomeriggi uggiosi nei centri commerciali...

Con l'augurio di abituarvi alle cose belle....Buona vita a tutti.


sabato 27 febbraio 2016

“Saluti e Baci”

Non ho mai osato scrivere un post sulla lingua tedesca, ma poiché,dopo due anni di corsi e ricorsi, traduzioni e call-center, televisione, radio e amici tedeschi dall'invidiabile pazienza, c'è una parte di questa lingua che ancora mi sfugge, voglio sottoporvi il mio problema.
Devo premettere che io adoro il tedesco, mi piace la costruzione complicata della frase, i verbi dal posto anarchico (ma con regola), persino le duecento preposizioni che i vengono infilate ovunque e la pronuncia di alcune parole e frasi degne di entrare in una competizione olimpica.
Il mio amore non è sempre ricambiato e come in tutte le relazioni anche io e la lingua tedesca abbiamo i nostri alti e bassi (bassi soprattutto).
Resta però in me, inguaribile sognatrice, la ferma convinzione che prima o poi riuscirò a conquistare completamente l'oggetto del mio desiderio. Naturalmente lenti miglioramenti ci sono, ma ancora non riesco a fare una cosa che tutti gli altri trovano semplicissima:

Salutare.
Risultati immagini per Saluti

Dopo due anni non so ancora come si saluta o, meglio, lo so in teoria, ma in pratica non azzecco mai un saluto.
Penserete che ho qualche tara mentale e probabilmente avete anche ragione, ma i tedeschi hanno moltissime forme di saluto, una per ogni occasione e tutte rigidamente regolamentate. Qui mi limito ad alcuni esempi della nostra zona, perchè anche in questo caso, ogni zona ha le sue regole, tanto per darvi un'idea.

Guten Morgen” (Buon Mattino). Viene usato da tutti i tedeschi quando incontrano qualcuno con cui non hanno confidenza (ma anche sì) o quando entrano in un negozio o in un ufficio pubblico. Questo saluto è valido però solo fino alle 11 del mattino, tanto che molti tedeschi, quando li salutate così guardano l'orologio per controllare che ora è (giuro). Assolutamente vietato usarlo quando vi allontanate.

Guten Tag” (Buongiorno)/”Schönen Tag” (bella giornata). Valido in linea di principio per tutta la giornata non è gradito al mattino, si usa solo dopo le 11 del mattino e fino alle 4 del pomeriggio al posto di “Guten Morgen”, quindi mai quando vi allontanate.

Guten Abend” (Buonasera). Si usa dopo le 4 p.m e fino alle 10-11 di sera, ma sempre e solo quando ci si incontra.

Anche tra amici bisogna fare attenzione: “Hallo” quando ci si incontra e “Tschüss” o l'italianissimo “Ciao” quando ci si allontana (ma senza cenno con la mano, perchè il tedesco non gesticola). 
I tedeschi, poi, se sanno che vi incontreranno di nuovo hanno tutta una serie di saluti a seconda di quando accadrà :da “Bis Morgen” (a domani) a “Bis Dahin” (a dopo) a “Bis Bald” (a presto) e guai a usare “a dopo” al posto di “a presto”, pena la comprensione. Se l'appuntamento è già stato deciso nei particolari il “Bis” precederà giorno e ora.

Risultati immagini per guten tag o guten morgen
qui alcuni tipi di saluti, 

Se non siete ancora convinti e non vi è ancora venuto il mal di testa siete pronti per come ci si saluta quando ci si allontana:

Molto usati i formalissimi “Aufwiedersehen” (arrivederci) e “Aufwiederhören” (a risentirci). Quest'ultimo si dovrebbe usare (e i tedeschi lo usano sempre) quando si telefona, ma ci fosse mai una volta che io me lo ricordo. Per fortuna al termine di una telefonata cordiale, anche ai Call-center si può salutare con il Tschüss.
Dovete sapere che telefonare ai Call-center e agli uffici è il mio addestramento personale preferito e il modo migliore per testare i miei progressi linguistici.
Lo so, la normalità è un'altra cosa, ma vi assicuro che questo metodo ha indubbi vantaggi (che magari vi illustrerò in un altro post).

Se sono le 3 del pomeriggio e state salutando il vostro collega che ha finito di lavorare bisognerebbe usare “Schönen freien Abend” (bella serata libera), mentre il venerdì e il sabato tutti vi augureranno uno “Schönes Wochenende” (un bel fine settimana). Graditissimo dalle commesse dei negozi e dei supermercati “Schöne Arbeit” (buon lavoro).

Infine, dopo una serata con gli amici, al momento dei saluti si può augurare “Gute Nacht” (buona notte). Se avete figli e dunque una vita sociale ormai ridotta al lumicino, per esercitarvi potete usarlo con i vostri pargoli quando riuscite a infilarli nel loro lettino.


Vi risparmio i saluti dialettali della zona, gli auguri per le feste e i saluti nelle lettere per non abusare della vostra pazienza, ma se avete letto questo post fino alla fine e non vi è venuto il mal di testa, forse siete portati per il tedesco.

Se ho dimenticato qualcosa, o, se nella vostra zona avete altri saluti, scrivetemelo.

Intanto, permettetemi di salutarvi con un piemontesissimo “Ciarèa”

mercoledì 17 febbraio 2016

Consolat-evi


Consolato Generale d'Italia a Colonia
Dovete sapere che io ho moltissima ammirazione per il lavoro che svolge il Consolato Generale d'Italia di Colonia.
Le persone che ci lavorano sono serie, coscienziose e ci hanno davvero aiutato in più di un'occasione.
Grazie al segretario dell'AIRE abbiamo potuto superare il “vuoto amministrativo” che separava Mattea dalla sua tessera sanitaria e grazie alla solerte impiegata dell'ufficio scolastico abbiamo potuto ottenere le giuste informazioni che ci hanno permesso di affiancare a Tommaso un'insegnante di tedesco in parte pagata dallo stesso consolato.

Siamo “clienti” affezionati del nostro consolato.

Questa volta siamo tornati in “ territorio italiano”
per il rinnovo della carta d'indentità, mia, del Peppe e della nonna.

Per rinnovare la carta d'identità potete rivolgervi al vostro consolato di zona, o andare nel comune della vostra ultima residenza, che deve, in qualunque caso, dare il nullaosta.

Il Consolato di Colonia, nel tentativo di snellire i tempi d'attesa ha fornito una possibilità in più ai cittadini italiani: non è necessario portare di persona la domanda per il rinnovo dei documenti d'identità, basta scaricarla dal sito, compilarla, allegare 4 foto biometriche (quelle delle macchinette), fotocopia della CI (ora lo sappiamo) e spedire il tutto con posta ordinaria.
Quando i documenti sono pronti, vi contattano per andare a ritirarli.

Facile no?

Sembrerebbe. Le cose si complicano un po' quando volete essere certi che la vostra domanda sia arrivata (ricordate che non si può spedire con raccomandata).

In Germania, ti mandano una lettera in cui ti comunicano che la tua richiesta è arrivata e che ti invieranno un'altra lettera quando la tua pratica verrà lavorata.
Spesso le due lettere arrivano nello stesso giorno, ma questo è l'eccesso di zelo tedesco.

Trascorse due settimane senza alcuna notizia, la nostra fiducia nelle poste krukke e nelle italiche istituzioni ha cominciato a vacillare e ho deciso di telefonare.
Naturalmente ci ho messo tre giorni a contattare l'ufficio anagrafe, ma visto che contattavo un'istituzione italiana, mi sono sentita pure fortunata.
Alla fine un'impiegata, scocciatissima all'idea di dover controllare tre pratiche, mi comunica che, non solo le richieste sono arrivate, ma che i nostri documenti sono pronti.
Pronti...più o meno pronti, perchè le carte di identità possono essere materialmente stampate solo quando vengono ritirate.

Perchè non ci hanno avvisato, come scritto sul sito??

Signora,noi mica possiamo avvisare tutti!! (e allora perchè lo scrivete?).

L'impiegata cambia discorso e mi rimprovera perchè non abbiamo allegato le carte di identità in scadenza.
Non era scritto da nessunissima parte, ma non glielo dico, non voglio mettere alla prova il suo sistema nervoso, mi scuso e le chiedo se vuole che gliele mandi via mail.

Per carità divina, signora, la prego non mi faccia aprire altri file”.
La domanda sorge spontanea, come li devono aprire i file al consolato, con il piede di porco??.
Va beh le faccio delle fotocopie e gliele porto quando veniamo a ritirare i nuovi documenti”.

I documenti non possono essere ritirati per delega e non si prendono appuntamenti, quindi a seconda della coda, ci potrebbe essere da aspettare "un po'".
Si sa che in Italia “un po'” può andare dai 20 minuti alle 8 ore, quindi ci siamo un tantino allarmati.
Per darvene un'idea, sappiate solo che in vista di questa “gita”, abbiamo allertato l'asilo e chiesto se potevano tenere Giacomo un po' di più e la maestra di Giacomo di origine italiana, quando ha saputo il motivo del nostro possibile ritardo, ci ha guardato sconsolata e ci ha augurato buona fortuna.
Per l'occasione abbiamo dato persino le chiavi di casa a Tommaso, evento storico e non privo di sacro terrore, dal momento che lui sarebbe capace di perdersi anche la testa se non l'avesse attaccata al collo, ma non potevamo rischiare di farlo restare fuori di casa al freddo per un tempo indeterminato.

Con questo spirito ieri mattina presto siamo partiti alla volta del Consolato Generale d'Italia a Colonia.
Arrivati, sulla porta c'era scritto “Chiuso /Geschlossen”.

ci vuole uno sforzo di fantasia,  ma dovrebbe leggersi "chiuso, geschlossen"
Avevamo controllato gli orari degli uffici, avrebbe dovuto essere aperto (ormai erano le 9,00), proviamo a spingere la porta.....ed infatti era aperto....Si sono solo dimenticati di togliere il cartello, naturale.

Alle nove, siccome eravamo in Italia, la sala d'aspetto era praticamente vuota.

Ci rivolgiamo all'ufficio informazioni, dove un'impiegata scrive su un foglietto, nome, cognome e data di nascita di ognuno di noi e ci fa accomodare in sala d'aspetto.
Dopo 10 minuti un'altra impiegata (che ho scoperto essere la simpaticona con cui avevo parlato al telefono) esce, ci chiede i documenti, di cui voleva fare le fotocopie (ma noi, ormai tedeschizzati le avevamo già fatte), ritira le fotocopie, ci fa firmare un paio di pratiche sul tavolino delle riviste e ci avvisa che avremmo dovuto aspettare un po' perchè “le carte di identità da stampare sono ben tre”.

Aspettiamo.

Nel frattempo, la sala d'aspetto si riempie, si forma una bella coda all'italiana e cominciamo a sentire le ben note lamentele.....”Ecco, ora siamo a casa...”
sullo sfondo, coda all'italiana

Dopo circa 40 min. La nostra “infaticabile impiegata” ci conduce alla “Cassa”, consegna al cassiere i nostri incartamenti e ci saluta. Davanti al cassiere, paghiamo (5,16 a carta), firmiamo e ritiriamo i documenti nuovi.

Dei vecchi documenti che cosa ne facciamo?”.

Scuotendo la testa il cassiere ci dice che avrebbe dovuto ritirarli l'impiegata, ma quelli scaduti possiamo anche tenerceli, mentre quello ancora valido del Peppe deve essere restituito.

Missione compiuta.

Mentre usciamo, pensiamo tutti che non è stato male tornare in Italia per un po', ma che ora per 10 anni possiamo farne a meno.



Fuori dalla porta, appeso alla quale imperversa ancora il cartello “Chiuso/ Geschlossen”, ci sono ora un ape attrezzata per la vendita di “espresso, bibite, cornetti, arancini, panini” e, di fianco, un Ducato stipato di cassette di frutta, pronte per la vendita.
Manca solo il parcheggiatore abusivo.


m

Viva l'Italia.


mercoledì 10 febbraio 2016

Variabili

Cari amici, so di avervi promesso un bel post rilassante sul Carnevale a Bonn, ma oggi sono davvero fuori di me, quindi uso il blog come terapia contro la rabbia.
Del carnevale scriverò poi, del resto già l'anno scorso abbiamo scritto ampiamente sull'argomento (se siete curiosi " kamelle kamelle " ).

Ciò che vi voglio raccontare è la visita/esame che oggi Giacomo ha dovuto subire da un team pediatrico del Gesundheitamt ( “ufficio della salute”).


Premetto che questo “esame” è obbligatorio per tutti i bambini in procinto di frequentare la prima elementare e che mira a diagnosi precoci di eventuali disturbi sia dello sviluppo che dell'apprendimento.
Questa visita viene ad aggiungersi a quella già svolta dal pediatra di famiglia, ai test fatti dalle maestre dell'asilo e a quelli fatti nella scuola elementare al momento dell'iscrizione.
La nostra italianità si ribellava già a questa eccessiva puntigliosità, tuttavia, vista la carenza di servizi del nostro paese, abbiamo cercato di apprezzare l'attenzione teutonica verso i piccoli futuri studenti.

Risultati immagini per grundschule
Ci siamo, quindi, presentati puntuali all'appuntamento e subito hanno fatto entrare Giacomo (da solo) in una stanza, mentre noi riempivamo un modulo standard (malattie, operazioni, vaccini ecc).
A quanto pare lo hanno misurato, pesato ed è cominciata la prima tranche di esami: riconoscere le faccine tristi in mezzo a tutte le altre, copiare e riconoscere figure geometriche. Noi, intanto, raccontavamo ad una gentile impiegata tutta la nostra vita, malattie famigliari, peso di Giacomo alla nascita, quando ha cominciato a parlare, quando ha cominciato a camminare, quando ha cominciato a usare il vasino e via dicendo.
Poi tutti e tre siamo entrati nella stanza del medico dove il piccolo Giacomo ha dovuto: fare una serie di esercizi di logica (trova la figura che non c'entra, trova la figura uguale, ordina le quantità in ordine crescente ecc), copiare figure geometriche, contare, raccontare la sua giornata all'asilo, scrivere il suo nome, dire i nomi di diversi oggetti e animali, fare frasi con le preposizioni (sopra, sotto, di fianco ecc), ripetere filastrocche, saltare su una gamba, stare in equilibrio su una gamba, fare saltelli laterali, camminare su una linea retta.
Tutto ciò è durato circa un'ora e mezza sotto la supervisione attenta (per nulla ansiogena) della dottoressa che ha pure avuto il coraggio di sbuffare quando Giacomo ha detto che gli scappava la pipì.

Alla fine ha decretato che il piccolo potrà frequentare la scuola e che non ha bisogno di nessun presidio o aiuto medico speciale.
Il suo tedesco non è esattamente come quello dei bambini tedeschi,(vorrei vedere visto che parliamo italiano in casa e frequenta l'asilo da un anno e mezzo) ma non è grave.

Deve, però, alzare il suo livello di attenzione perchè la sua concentrazione è “auf die Grenze” (“sulla frontiera”, al limite).
Questo perchè sa contare fino a 14 invece che fino a 16 ( e poco importa che lo sappia fare in due lingue) e ha riconosciuto 11 faccine tristi, invece di 13.
Quando ci ha detto così, dopo essermi accertata che non ci fosse nessun problema e che il mio bambino fosse sano (perchè ai professionisti io do sempre il beneficio del dubbio), mi sono davvero infuriata, non per quello che ha detto e che, in parte, mi trova anche d'accordo (eccetto per il fatto che non credo assolutamente che sia un problema), ma perchè non credo si possano sottoporre dei bimbi ad un stress così grande e giudicarli solo in base a parametri fissi che non tengono conto di nessuna variabile.
Invece di mandarla a quel paese (io che sono nordica) mi sono limitata a farle notare che:

1)Mio figlio è bilingue e che studi di neurologi di chiara fama, indicano uno sviluppo parzialmente diverso dei bambini bilingui rispetto a quelli normali, differenza che implica anche un diverso uso dell'attenzione. Inoltre, mantenere la concentrazione in una lingua che non è la tua lingua madre implica uno stress maggiore e dunque una minor resistenza, soprattutto in bambini piccoli. E veniamo al secondo punto.

2)Giacomo è nato a settembre.
Dovete sapere che in Germania possono frequentare l'anno in corso i bambini nati fino ad un mese dopo l'inizio della scuola; la scuola inizia a metà agosto, dunque Giacomo sarà uno degli scolari più piccoli ed è ad oggi uno degli “esaminandi” più giovani.
Non bisogna avere una Laurea (ma un cervello funzionante sì) per capire che 6-8 mesi di differenza a quest'età sono molti e che non si possono pretendere le stesse competenze da un bambino di 5 anni e mezzo (oggi) e da uno di sei anni già compiuti.
Naturalmente, la dottoressa ha annuito, mi ha lanciato un eloquentissimo sguardo (Ah, queste mamme chiocce italiane!!), ha aggiunto che, appunto, non riteneva ci fossero problemi rilevanti, che il bambino deve esercitare solo la sua concentrazione completando libri prescolastici (che ha già perchè gli piace “fare i compiti” come suo fratello). Mi ha messo in mano un volantino in cui c'erano gli orari di alcuni corsi prescolastici (e ti pareva che non ci fosse un corso) e ci ha, cordialmente, salutato.

Io sono uscita fumante, mentre il Peppe, che ha a che fare con tedeschi tutto il giorno, non era nemmeno stupito: “Si sa per loro il protocollo è tutto”.

Va bene il protocollo, ma la rigidità rischia di diventare incompetenza se non si valutano attentamente le variabili e non credo ci sia nulla di più variabile dei bambini...

E' Al grido di viva le variabili che oggi auguro Buona (Variabile) Vita a tutti!