Buon Natale

Buon Natale
Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

lunedì 31 agosto 2015

Liebster Blog Award


Sono felice di comunicarvi che questo blog ha vinto il “Liebster Blog Award”. Mi fa tanto piacere questo riconoscimento, quanto il fatto di aver ricevuto la menzione da un'altra piemontese Doc che, come noi, ha deciso di emigrare in Germania alla ricerca di una vita migliore. Con me, questa donna (che sta bene persino con il costume tradizionale bavarese), condivide l'essere mamma, la lotta inesausta contro il tedesco, l'ironia e un sorriso difficile da spegnere. A Lara Gullen di "intantointedeschia.com" va, oltre l'ammirazione di sempre, un enorme GRAZIE.

Ma che cosa ho vinto?
Il progetto “Liebster Blog Award” consiste in un “premio virtuale” tra blogger, che ha come obbiettivo far conoscere altri blog e conoscere un po' meglio i loro autori.

Le regole sono poche e semplici:
-citare il blog che ti ha nominato
-rispondere alle dieci domande che il blog che ti ha nominato ha posto
-porre dieci domande
-scegliere dieci blog da nominare e comunicargli la vincita così che possano rispondere a loro volta ad altre dieci domande.


Insomma, una meravigliosa catena di S.Antonio letteraria, l'unica che mi sento di sottoscrivere e a cui sono felice di partecipare.

Ora, come da regolamento,mi accingo a rispondere alle domande di Lara, ispirate alla saga di Harry Potter:

Hai appena ricevuto la lettera da Hogwarts. Questo significa rinunciare alle certezze e abbracciare l’ignoto. Qual’è il tuo stato d’animo?
Credo che sarei elettrizzata e impaurita, non diversamente da quando io e mio marito abbiamo trovato nella buca delle lettere un contratto di lavoro scritto in tedesco che prevedeva la partenza per la Germania dopo due mesi (La germania all'improvviso). Quelli sono momenti in cui ci si gioca tutto, perchè un conto è parlare, un conto è trovarsi di fronte all'occasione della vita. Spero solo che ad Hogwarts non si parli tedesco.

Vuoi comunicare la notizia ai tuoi amici. Cosa scriveresti sul tuo blog?
Credo che scriverei quello che ho scritto sul mio profilo, lì è racchiusa la nostra filosofia di vita, chi siamo e i motivi che ci hanno spinto a partire.

Il Cappello Parlante ti assegna alla casa che non vuoi. Ti rassegni o cerchi di convincerlo a cambiare idea?
Più ambiziosa ancora, lavoro per cambiare quello che della casa non mi piace. Credo che non sempre si possa scegliere, ma ci si può sempre impegnare per cambiare le cose: o si riesce nell'obbiettivo, o si riesce a cambiare se stessi tanto da conquistarsi nuove possibilità. Insomma, si vince sempre.

Chi sono i tuoi Hermione e Ron e perchè?
Se parliamo di amici, prima di tutti, certamente mio marito. Lui è il mio compagno, il mio psicologo, la persona su cui posso contare sempre e comunque. Anche quando sa che sto sbagliando mi fa fare i miei errori e poi mi aiuta a rialzarmi. Sono molto fortunata. Poi, le pochissime amiche (non che prima ne avessi molte) sopravvissute alla nostra emigrazione perchè sono la dimostrazione che l'amicizia non è a km 0 (e perchè ci posso spettegolare nella mia lingua).

La vita ad Hogwarts lontana da tutti, ti spaventa o ti esalta?
A questo domanda voglio rispondere scrivendo che l'unico lato positivo del non conoscere il tedesco appena arrivati, era quello di non capire gli altri per strada. Questo isolamento mi ha regalato moltissima serenità. Traete voi le conclusioni.

Silente ti convoca nel suo ufficio per darti una notizia importante, qual’è?
Mi piacerebbe fosse la possibilità di fare l'insegnante a Hogwarts, magari di letteratura magica. Scherzi a parte, adoro insegnare e spero di poter realizzare il mio sogno qui in Germania (sempre che Hogwarts non sia disponibile). So che è difficile ma io ho pazienza.

Sei a Diagon Alley. In quale negozio spenderesti tutti i tuoi soldi?
Naturalmente in una libreria, ma ne terrei un po' anche per la pasticceria, sono una golosastra.

Che ruolo sceglieresti in una squadra di Quidditch e perchè?
Vista la mia pigrizia, starei in porta, con tanta invidia per chi riesce a fare evoluzioni sulla scopa volante.

Qual’è il tuo incantesimo preferito e perchè?
Quello che ti permette di trasformarti in qualcun altro, perchè è utile, ogni tanto mettersi nei panni altrui.

Chi è il tuo Voldemort?
l'Italia. Il nostro paese è meraviglioso, ma ci ha costretto a scegliere tra il restare e il futuro dei nostri figli; tra il potergli tramandare i valori in cui credevamo (sempre più calpestati) e le nostre radici; tra la loro sicurezza (e libertà) e la nostra ricchissima cultura. Il fatto di essere sereni qui e di riuscire ad essere i genitori che avremmo voluto, non risana la ferita che ho nel cuore.

Ora dovrei passare alla seconda parte del regolamento, ma, purtroppo, non ho blog da segnalare. Con figli, casa, lavoro e tedesco, gli unici che riesco a leggere sono già stati citati e, per onestà intellettuale, non voglio nominare a caso. Non so se questa trasgressione mi escluderà dal premio, io , comunque, mi sono divertita a rispondere a queste domande e spero che le mie risposte vi piacciano.

Buona vita a tutti

sabato 22 agosto 2015

La cura



Malgrado il titolo letterario (uno splendido libro di Hermann Hesse) il post di oggi (in super ritardo) vi racconterà qualcosa di molto prosaico: le cure sanitarie in Germania.
Abbiamo già parlato, tra il serio e il faceto, di tessere sanitarie e soprattutto del difficile rapporto Italia- Germania riguardo ai documenti necessari (“La compagnia della Tessera Sanitaria”); ma una volta che avete il vostro “Tessoro”, come si accede alle cure e alle visite mediche?
Tra bimbi e nonna (e anche io non ho scherzato quest'anno), ci siamo fatti una discreta esperienza che abbiamo deciso di mettere a vostra disposizione.
Siccome un sacco di persone mi chiedono quali sono le differenze tra il sistema sanitario tedesco e quello italiano che, ahimè, è nuovamente oggetto di supposti tagli, abbiamo deciso di fornirvene un elenco; come sempre, sarete voi a trarre le conclusioni.

1) Il medico di famiglia (Allgemeinarzt): potete sceglierlo liberamente. L'unica accortezza è controllare che accetti la vostra tessera sanitaria, ma a noi non è ancora capitato di trovare qualcuno che non accetti una qualsivoglia kasse.
Potete cambiarlo quando volete (come tutti i medici) e, nel caso, tutte le informazioni sulla vostra salute verranno richieste dal nuovo medico al vecchio, senza che voi dobbiate preoccuparvi di portare pile di esami, cartelle cliniche e quant'altro e senza dover essere voi a spiegare quali patologie vi affliggono.
Normalmente, bisogna prendere un appuntamento per le visite (anche dal medico di base), ma se avete male, la legge tedesca impone a tutti i medici (specialisti compresi) di prestarvi le cure anche senza appuntamento e anche se non siete, ancora, un paziente. In questo modo i pronto soccorso possono essere adibiti alle vere emergenze e non si creano ingorghi. Noi non siamo (per fortuna) ancora stati in nessun ospedale, perchè lo studio medico di ogni specialista è attrezzato per le analisi del caso.

2) L'attrezzatura medica degli studi (Praxis) è, infatti, sempre fonte di stupore per un italiano: nel Praxis del medico di base si trova comunemente, una sala prelievi, una sala con ecografo e una con l'attrezzatura per fare l'elettrocardiogramma a riposo e sotto sforzo.
In questo modo non dovrete recarvi in ospedale per prelievi del sangue o altri esami di base.
Il vostro medico ve li farà in studio senza tempi di attesa.
Per gli esami del sangue, un'infermiera vi farà il prelievo (perchè negli studi ci sono sempre un paio di infermiere, un paio di segretarie e un altro medico che aiuta), lo manda in laboratorio ed entro tre-quattro giorni arrivano (al vostro medico) i risultati.
Lui, se necessario, li discuterà con voi e ve ne fornirà una copia. Nessuna coda, nessuno “sbattone” per andare a ritirare i risultati. Per quanto riguarda gli altri esami, vengono eseguiti, di norma, negli studi medici dei diversi specialistici.
Persino gli esami più invasivi (ad esempio le colonscopie) vengono fatte negli studi medici dei gastroenterologi.

3) Costi. Per i bambini tutte le cure e i presidi medici di base, (compresi apparecchi per i denti e occhiali), tutte le medicine (ma anche le creme a base di bepantenol e lo shampoo antipidocchi) sono gratis, con la prescrizione medica.
Vi sono poi le visite per il controllo della crescita dei bambini, di cui sarete avvisati dalla stessa assicurazione, anch'esse gratis.
Vorrei fare un esempio tratto dalla nostra esperienza per chiarire che cosa si intende per “presidi medici di base”.
Abbiamo scoperto l'anno scorso che il piccolo Giacomino aveva (e ha ancora) bisogno degli occhiali.
Naturalmente, tutte le visite dall'oculista sono state gratuite così come gli occhiali “base”: in ogni negozio esiste,infatti) una certa varietà di montature gratis, sia per adulti che per bambini e le lenti di cristallo normali sono anch'esse fornite gratuitamente dall'assicurazione.
Nel caso di Giacomo, bimbo di 4 anni che andava all'asilo abbiamo optato per una montatura in titanio superflessibile con lenti infrangibili extrasottili, antigraffio e chi più ne ha più ne metta. Naturalmente questo paio di occhiali lo abbiamo pagato (170 euro inclusa assicurazione), quello gratis lo teniamo per le emergenze, ma, non avendo le possibilità economiche non saremmo stati obbligati a comprare un paio di occhiali.


Per gli adulti esiste una certa quota di copertura sanitaria, ma è inferiore. Tutte le visite e tutti gli esami, purchè prescritti dal medico (e vi assicuro che il medico non lesina sugli esami e sui controlli da fare), sono gratis perchè non esiste Ticket sulle visite. Si paga un “ticket” di 5 euro sulle medicine.
Per quanto riguarda il dentista, (tema di grandi discussioni in Germania) l'assicurazione paga normalmente solo il 25-30% delle prestazioni, (a fronte del 100% per i bambini).
Esiste, però, la possibilità di aumentare la quota pagata dall'assicurazione: se si eseguono controlli annuali, il dentista rilascia, infatti, una specie di libretto timbrato. Dopo 5 anni, presentando il libretto all'assicurazione, si ha diritto a un contributo maggiore che aumenta dopo i 10 anni di controlli regolari. La filosofia tedesca è: meglio prevenire che curare.

Voi che ne pensate??

domenica 9 agosto 2015

Dall'Italia con...amici??

La vita è imprevedibile a volte, ma la nostra pare che lo sia spesso e così i post si scambiano e si affollano, proprio come le nostre avventure. Avrei voluto scrivere di come funziona il sistema sanitario tedesco, complici le ultime e sempre confuse notizie che arrivano dall'Italia, ma è successo qualcosa di imprevedibile che voglio condividere con tutti voi.

Una premessa è indispensabile.
Da quando è cominciata la nostra krukkenvita, abbiamo cercato di condividere con quanti ne fossero interessati le nostre esperienze, ma, soprattutto, tutte le notizie che, man mano,  riusciamo a trovare riguardo al sistema e alla vita in Germania, per aiutare tutti quelli che avevano ed hanno interesse per questa nazione.
Abbiamo cercato di rispondere a quanti ci chiedevano informazioni (sul blog, o in privato), ma non ci saremmo aspettati che qualcuno, spinto dai nostri racconti, decidesse di venire a fare un giro esplorativo. Invece....

Un paio di mesi fa mi scrisse in privato una coppia del sud-Italia (che manterremo anonima, nel rispetto della loro privacy) e cominciammo mandarci mail e poi a parlare al telefono.

Dopo un fitto scambio di comunicazioni, (ecco la notiziona), hanno deciso di venire a vedere di persona come si può vivere a Colonia e Bonn.

Naturalmente, non potevamo non incontrarli e così mercoledì ci siamo dati appuntamento in Bonn-centro.
Si sono presentati con un sacco di regali per noi.
Ci hanno portato deliziose leccornie (artigianali): pomodori, melanzane e carciofini sott'olio, olive, taralli dolci e salati. Una delizia tanto inaspettata quanto gradita.


Corre l'obbligo di dire che il tutto è stato portato in aereo con ulteriore dispendio di soldi e energie (per imballare le cose sott'olio come si deve ci vuole una laurea in ingegneria idraulica, per caricarle in aereo, una notevole dose di coraggio).
Hanno, inoltre, comprato caramelle per i bambini e un delizioso bracciale per me.
Per offrire la cena abbiamo dovuto ingaggiare una battaglia che abbiamo potuto vincere solo grazie ad una migliore conoscenza del tedesco.
Basiti da tanta generosità da parte di persone che, in fondo, avevamo appena conosciuto, abbiamo chiesto che cosa avevamo fatto per essere oggetto di tanta generosità.

Ci hanno risposto che ci erano riconoscenti, perchè avevano ricevuto più informazioni, sostegno e interessamento da noi che dagli amici.

Questa risposta ci ha fatto riflettere.

Anzitutto siamo stati davvero felici che a qualcuno, al di là delle nostre intenzioni, il nostro blog possa essere utile. (Obbiettivo raggiunto)

Secondo e controverso quesito è: “Perchè nella cerchia dei cosiddetti Amici c'è sempre qualcuno che “rema contro” ? E perchè a tutti quelli che emigrano succede di perdere almeno qualcuno di quelli che ritenevano AMICI ??”
Purtroppo è successo a tutti gli emigrati che conosco.
I rapporti diventano freddi all'improvviso, le battute sul fatto che siamo diventati stranieri e le critiche sul paese scelto (qualunque esso sia e anche se non l'hanno mai visto, nemmeno in cartolina) si sprecano e, alla fine ci si rende conto che siamo diventati estranei, che ci guardano con sospetto e diffidenza (e che l'Italia è diventata un paradiso appena noi abbiamo varcato il confine).
Se tutto ciò non accadesse nell'arco di qualche mese soltanto (anche meno, se avete la “sfortuna” di essere felici della vostra scelta), forse non ci sarebbe da stupirsi, perchè la vita ci trasforma inevitabilmente.
E' la velocità e le proporzioni di questo cambiamento a stupire, così come la costanza con cui accade.
La spiegazione più comune è che siano invidiosi. 
A me sembra semplicistico perchè non credo che l'emigrazione sia la soluzione di tutti i mali e molti di quelli che restano in Italia, ci restano perchè hanno un lavoro soddisfacente, la famiglia vicino ecc ecc. 

Insomma, malgrado tutto, lo scelgono.

Inoltre, se sono Amici, sicuramente sono a conoscenza anche delle inevitabili (e, talvolta insormontabili) difficoltà, dei difetti che ha anche il nuovo Paese e della nostalgia che, anche questa inevitabile, vi assale all'improvviso ecc ecc.

Allora si può davvero tutto ridurre all'invidia?

Io mi sono convinta piuttosto che (invidia a parte, che qualche volta c'è) il non condividere più la stessa quotidianità, gli stessi problemi, la stessa "aria", metta alla prova quei legami che appunto di quotidianità, più che di sentimenti ed interessi comuni, vengono nutriti. 
Per questo diventiamo così in fretta estranei.

La buona notizia è che gli Amici, quelli veri, restano, anzi la lontananza li fa riscoprire.

Io, quindi la considero come una “pulizia di Primavera” del cuore.

Magari, se vi va, diteci la vostra, intanto...

Buona vita a tutti e un augurio speciale a tutti quelli che hanno il coraggio di difendere i loro sogni (anche da chi ci vuole bene).

martedì 28 luglio 2015

Ritorno in Krukkenlandia

Cari amici, ben ritrovati e grazie per la pazienza.

Anche le vacanze sono finite e noi, dopo 13 ore di viaggio in macchina, sabato, siamo ritornati alla nostra krukkenvita (con krukkenlavatrici aggiuntive da fare).

Abbiamo lasciato i 39 gradi di Cesenatico per ritrovare i 20 di Bonn.
Per dormire è certamente meglio, ma qui, come recita una canzone “...non c'è il mare”. 


A parte qualche giorno e qualche notte di caldo esagerato, questa vacanza è stata davvero bella, soprattutto per i bambini: oltre a mare e piscina, l'immancabile Mirabilandia (una 20 ore in due giorni di giostre a ripetizione), ma anche visita a Bologna in una domenica dalle temperature sahariane, fiera medievale a San Marino con tanto di avventura cavalleresca per i piccoli, gokart per il nostro Tommaso che in vacanza ha compiuto 10 anni e tanto altro.

Poichè anche le mamme (e i papà) hanno diritto alle vacanze, niente cucina per 15 giorni (per non perdere l'abitudine solo un paio di volte): ci siamo rimpinzati di pizza e piadine per un anno; sveglia non prima delle 9,30 (solo chi ha figli piccoli può capire quale regalo sia questo).

Per il resto a disposizione dei nostri cuccioli che si sono divertiti da pazzi: hanno persino pranzato con il gelato un paio di volte e sono stati a mollo per ore senza limitazioni (alla faccia della leggenda delle tre ore di attesa dopo i pasti, valide, ho saputo, solo in caso di acqua troppo fredda rispetto alla temperatura ambientale), tutto in libertà.


In nome dell'integrazione hanno fatto amicizia con bambini di tutte le etnie, ma alla fine hanno legato con un bimbo tedesco (ti pareva).


Per un immigrato, però, le vacanze nel paese di origine non sono mai solo vacanze, sono sempre un'esperienza emotivamente intensa noi non ne siamo stati esenti.

In primo luogo, capire tutto ciò che gli altri dicono, spiegarsi con naturalezza, riconoscere le frasi fatte, gli accenti e i dialetti ha un forte impatto emotivo. Abituarsi all'idea che anche gli altri capiscano tutto ciò che tu dici non è immediato, il chè ci ha esposto a un “rischio figuracce” non indifferente. All'inizio ci è piaciuta l'immediatezza della comunicazione, ma alla lunga ci ha dato un po' fastidio capire tutto (molte persone sono più interessanti quando non le capisci) e, soprattutto, non avevamo voglia di sentire i discorsi altrui, ma poiché gli italiani parlano realmente a voce alta, non se ne è potuto fare a meno.

Ci sono poi i supermercati, in cui si ritrovano prodotti familiari che all'estero sono difficili da trovare (ho comprato 12 kg di pasta dalla forma speciale perchè in Germania oltre a spaghetti, maccheroni, fusilli, penne e farfalle, non c'è molto nei supermercati normali).
La doccia fredda arriva alla cassa, quando ti accorgi che, nel complesso, si spende per la spesa quotidiana molto di più (ma vi pare possibile che “Nutella” e “Parmigiano Reggiano” costino più in Italia che in Germania?).

Terzo e più importante, si cerca di capire quale atmosfera si vive in Italia, si cerca di riprendere i contatti con la realtà del proprio paese, al di là dei proclami politici o delle sempre parziali notizie dei telegiornali. Noi abbiamo parlato con commercianti, con i pochi turisti italiani che c'erano in campeggio e con la gente del posto.
Purtroppo ci siamo resi presto conto che le cose dalla nostra partenza non hanno mutato rotta e che la crisi viene percepita ancora in atto, quando non aggravata.
Tutti ci hanno parlato di un lento,ma inesorabile, peggioramento nel corso degli ultimi anni.
Alla fine, come spesso ci accade da quando siamo qui, molti ci hanno chiesto consigli per trasferirsi.

Sarà pure che gli italiani tendono a lamentarsi sempre, ma, effettivamente, abbiamo visto lidi piuttosto vuoti (noi abbiamo optato per una meravigliosa spiaggia libera ancora più vuota dei lidi), non abbiamo dovuto fare nessuna coda a Mirabilandia (vero che ci siamo andati durante la settimana) e nei ristoranti non abbiamo mai dovuto prenotare né aspettare. I prezzi, inoltre, erano più che abbordabili (parliamo di pizzerie e trattorie non di ristoranti stellati, ovviamente).
Per noi, naturalmente, questo ha aggiunto valore alla vacanza (soprattutto per Giuseppe, sociale come un orso del polo nord), ma sono certa che i gestori non ne siano contenti.

Vero anche che l'organizzazione italiana non delude mai le aspettative (più pessimistiche). Arrivati alla pinacoteca di Bologna (apertura alle 14.00 sotto un sole tropicale) scopriamo che un terzo delle sale (quelle del periodo raffaelliano) sono chiuse per un problema con l'aria condizionata. Questo non è stato segnalato nel sito e quando abbiamo chiesto quando le avrebbero riaperte ci hanno risposto che prima di una quindicina di giorni non se ne parlava, ma il condizionatore in questione era rotto già da quasi un mese.....

Inevitabile, malgrado tutto, pensare a tutte quelle possibilità non colte che forse ci avrebbero potuto far restare in Italia e ai lati positivi: meno difficoltà linguistiche, ma anche un sistema di valori conosciuto e con il quale viene naturale interagire e poi, quel sentimento totalmente irrazionale che è la nostalgia.

Però fino a che siamo stati in Italia le vacanze non abbiamo potuto permettercele. Questo ha fatto nascere in me e Peppe degli inevitabili sensi di colpa, soprattutto nei confronti di Tommaso che per otto anni non ha fatto grandi cose in estate.
Questa vacanza (e quella dell'estate scorsa) è servita a lenirli, ma abbiamo dovuto emigrare.

Nonostante tutto, quindi e ancora, dobbiamo essere grati a questo paese dalla lingua improbabile, che continua a darci la possibilità di essere i genitori che avremmo voluto essere e che i nostri figli (come tutti i figli) si meritano.



Buona vita


venerdì 10 luglio 2015

Valigie e Vacanze


Finalmente sono arrivate le tanto attese vacanze.

In realtà partiamo stasera con la nostra Touran stracolma di valigie , ci spariamo 1111 Km in macchina (tempo del viaggio imprevedibile con due bambini e nonna settantaseienne) e, solo dopo aver preso possesso del bungalow, disfatto le valigie, fatta la spesa e sistemati tutti, forse e dico forse, comincerà la nostra vacanza.

Visto il processo di tedeschizzazione in atto (magari funzionasse anche con la lingua) abbiamo deciso per la riviera romagnola a Luglio, il che potrebbe voler dire che parleremo più tedesco che italiano, ma correremo il rischio.

Vorrei condividere il mio ultimo post pre-vacanziero con voi, riflettendo su “le valigie”.

Non so se capita anche a voi, ma quando si tratta di partire e devo preparare le valigie, io vado in crisi: non so mai bene che cosa portare, così alla fine porto un sacco di cose (inutili) e, puntualmente, dimentico l'unica cosa che mi potrebbe servire veramente.

La "sindrome della chiocciola" (cioè il tentativo di portarsi dietro la casa) è una tradizione di famiglia, uno di quei traumi da cui non riesco a liberarmi.

Mentre faccio le valigie mi viene sempre in mente mia nonna che dice: “E se poi fa freddo?” “E metti che un pantalone si rompe?” E se piove?” ecc ecc.
Una parte di me vorrebbe rispondere che vado in mezzo alla civiltà dove, eventualmente, potrei anche comprarmi due vestiti in caso di necessità (cosa che poi faccio regolarmente anche senza necessità), e stiamo via due settimane a Luglio quindi mi sentirei di escludere la neve e le temperature sotto zero (anche se, purtroppo, una tromba d'aria c'è stata), quindi posso evitare gli scarponi e gli sci, ma non c'è nulla da fare alla fine riempio la macchina, fino al limite.

Quest'anno poi, Giuseppe, sempre sull'onda della tedeschizzazione di cui sopra, vuole portare il barbecue elettrico, i bambini vogliono il canotto e i monopattini, io voglio un libro di tedesco per continuare a esercitarmi, il passeggino per Giacomo così possiamo visitare i pace le città d'arte....

Insomma, la vedo davvero difficile, forse dovremo far viaggiare la nonna legata sul tettuccio della macchina...... ah, mi dicono che è vietato.

Inoltre, vuoi andare in Romagna senza riportare qualche specialità culinaria?

Giuseppe, che da piccolo era bravissimo a tetris, ha detto che ci sta tutto, vedremo.
Vi daremo notizie, ma non so quando perchè la nostra priorità per queste  2 settimane è goderci la nostra famiglia.

Spero dunque che mi perdonerete se sarò un pochino latitante.

Buone Vacanze a tutti


giovedì 2 luglio 2015

“Tanti auguri a me, tanti auguri a me...”


Cari amici, avrei voluto scrivere un post sulle cose di cui i tedeschi possono benissimo fare a meno a conclusione del ciclo “Toglietegli tutto, ma non...”, ma siccome oggi è il mio compleanno (ebbene sì, l'età passa anche in Germania e i 42 anni mi hanno trovata anche qui) mi si impone la riflessione annuale sui grandi temi dell'esistenza: Da dove vengo? Dove vado? Quanto mi costa il biglietto?Ecc.

E' il secondo compleanno che festeggio in terra straniera ed è quindi il secondo compleanno senza gli amici di sempre e senza la famiglia.
Questo mi mette un pochino di tristezza, perchè, di solito, era l'occasione per una grande festa nella nostra casa in campagna, tutti insieme. Quest'anno, saremo solo noi cinque e la mitica panna cotta dello Gneppo a consolarmi (oltre a Giacomino che ha già cominciato a cantarmi “Eppi bursdei tu iu, liebe Mama”).

Se ci rifletto, però, il mio morale è abbastanza alto (per fortuna visto che il resto comincia a cedere alla forza di gravità).

Da quando siamo arrivati qui, malgrado tutte le difficoltà, ho ritrovato una serenità che, ormai, in Italia non avevo più: troppe preoccupazioni per il presente e timori per il futuro avevano reso il mio mondo un po' scolorito e, malgrado l'ottimismo fondamentale del mio carattere e la mia meravigliosa famiglia, non riuscivo a godere appieno della mia vita.
La cosa peggiore è che questo mi sembrava normale e non me ne rendevo conto.

L'avventura di un nuovo paese e di una nuova lingua mi hanno restituito entusiasmo e vitalità: una sferzata di giovinezza (intellettuale), almeno per me.
A questo devo aggiungere: i miei bambini più liberi e più felici e, mentre loro si godono la loro libertà , io mi godo un quel pochino di riposo fisico e mentale in più che deriva dal poterli non avere sempre sott'occhio senza rischiare un attacco di ansia;
Giuseppe non oberato di lavoro e costretto a turni massacranti che ci permette di fare tante gite in posti belli e a portata di mano e ultimo, finalmente posso avere un assaggio del lavoro che mi piace e per il quale ho studiato tanto: fare l'insegnante di letteratura italiana.

Potrebbe sembrare una vincita alla lotteria e devo dire che siamo stati molto fortunati, ma non posso negare che abbiamo attraversato anche momenti di tensione e difficoltà.
In un posto dove non conosci la lingua ,oltretutto, qualunque sassolino diventa una montagna: provate a litigare in tedesco al telefono con la società che si occupa della garanzia della macchina per farvi pagare una riparazione che devono pagarvi , ma, visto che siete stranieri e non conoscete la lingua , provano a fare un po' i furbi?.

Per ora, però, il nostro impegno è sempre stato ripagato e abbiamo sempre avuto a che fare con persone gentili e comprensive (una volta la nostra consulente della banca si è offerta di chiamare lei una assicurazione perchè non riuscivamo a capire i termini di un contratto).

Di avventure ne abbiamo vissute molte (dalle garanzie dei mobili alle compagnie elettriche), ma sono grata a questo paese per avermi reso la serenità, per permettermi di godere della mia famiglia e dei miei bambini che posso guardare senza chiedermi “Chissà se troveranno un lavoro?”.

Tornando alle domande iniziali, quindi, potrei rispondere che vengo da una vita un poco scolorita che mi stava consumando lentamente, vorrei andare verso una vita piena e serena che mi dia la possibilità di fare grandi sogni e che il biglietto mi è costato caro (ancora non riesco a pensare che per i miei figli parlare in tedesco sarà più naturale che parlare in italiano, per non parlare degli affetti lontani, del cibo, del clima e, soprattutto, di una mentalità che stiamo ancora cercando di capire), ma che ne è valsa assolutamente la pena.

Bilancio positivo e un proposito per il prossimo anno: organizzare una bella festa con gli amici krukki, e, quando torno in vacanza in Italia, farne una con quelli di sempre (così posso festeggiare una volta 22 anni e una volta 21).

Buona vita a tutti e tanti auguri a me.





sabato 27 giugno 2015

“Toglietegli tutto, ma non...” (terza e ultima parte)

6)Ultimo, ma non per ultimo “La competizione”.

Questo è un tema che, da mamma, mi sta particolarmente a cuore e che mi ha fatto molto riflettere quando siamo arrivati qui.

Sì, perchè i tedeschi, non solo, vogliono essere “i primi della classe come Stato”, ma anche tra di loro sono molto competitivi.

La competitività si riflette, prima di tutto, nell'atteggiamento che i genitori hanno nei confronti dei figli e noi ne abbiamo avuto un assaggio conoscendo le famiglie dei compagni di scuola di Tommaso. 
A parte l'isteria collettiva di cui tutti sono stati preda al momento della scelta della scuola superiore (che qui avviene, lo ricordo, a nove anni): non solo il Gymnasium, ma il migliore e il più rinomato ecc, il bambino tedesco deve saper almeno suonare uno strumento, meglio due (e non vale “il citofono”, o “lo stereo” come sostiene mio marito), saper nuotare come un campione olimpico entro i dieci anni (qui ci sono diverse categorie, tutte rigidamente suddivise, con tanto di esame per passare da una categoria all'altra), partecipare a concorsi musicali, o d'arte e studiare una lingua straniera privatamente (questo facoltativo durante le elementari). 
I genitori così si stressano a scarrozzare i pargoli con un'agenda più fitta di quella di Obama da un impegno all'altro. “Però vuoi mettere la soddisfazione...”.
Ma vuoi mettere tu la soddisfazione di passare un pomeriggio a guardare un film, mangiando pop-corn e facendosi le coccole, o raccontarsi la giornata senza fretta, o farli giocare nella vasca da bagno per due ore (e poi asciugare il pavimento per altre due perchè sembra il set del Titanic), o, ancora, fare una torta insieme ( e riuscire a cuocerne solo metà perchè il resto dell'impasto se lo sono mangiato crudo”? )

Quando abbiamo, timidamente chiesto se non fosse troppo, molti ci hanno, candidamente, risposto che “se vuoi la bicicletta poi devi pedalare”, convinti che questo sia il modo migliore di essere genitori. 

Dopo lunga riflessione, mi permetto (ma solo qui, perchè, se è impossibile fare cambiare idea ad un tedesco, figurarsi quando la convinzione è diffusa) di essere contraria a questo metodo educativo nel modo più assoluto. 
Non sono per lasciare i bambini ore ed ore davanti ad un televisore o ad un computer, ma credo nel valore del riposo e, ancor di più, in quello della “noia”, soprattutto per un bambino, che così può sviluppare la sua fantasia e la sua creatività.
Sono convinta che sia compito di un genitore, non solo educare e stimolare l'intelligenza e il fisico dei figli, ma anche i loro sentimenti, insegnandogli ad affrontare le difficoltà e le delusioni, ascoltandoli e standogli vicino così da permettergli di acquisire fiducia in se stessi.

Questi genitori, così impegnati a rendere perfetti i loro figli, non passano un minuto con loro senza fare qualcosa e molto spesso non sanno cosa pensa l'oggetto di tante loro attenzioni. 
Va benissimo portarli in giro, ma credo che la misura sia il segreto per riuscire nella difficilissima missione di fare diventare i nostri figli adulti equilibrati fisicamente e sentimentalmente, che è poi il segreto per la felicità.