Buon Natale

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Tommaso e Giacomo sui maialini, simbolo del nostro quartiere.

lunedì 21 agosto 2017

Piccola storia polemica


Ho riflettuto molto sul fatto di raccontare questa storia, perchè io sono, o almeno credo di essere, una persona piuttosto diplomatica e “politicamente corretta” che segue il motto, “se non hai niente di carino da dire, stai zitta”.
Non so quanti potranno essere d'accordo con me, a partire dai miei famigliari che mi hanno soprannominata, simpaticamente, “la mannaia” per la dolcezza dei miei commenti.
Eppure, vi giuro, io mi sento molto diplomatica, quindi provate ad immaginare quanto peggio potrei essere.

Premesso questo, tutti quelli che leggono il blog da un po' sanno che l'obbiettivo primario di questa pagina è di dare informazioni (si spera utili) a tutti quelli che stanno pensando alla Germania come meta di espatrio, o anche solo ai curiosi.
Io e mio marito siamo sempre molto contenti anche di poter essere utili a tutti quelli che ci contattano per informazioni più dettagliate.
Se non le abbiamo, ci mettiamo a cercarle ed è capitato spesso di fare anche piccole traduzioni, scrivere o telefonare a enti e scuole per chi ne ha necessità.
Tutto questo ci fa piacere e ci sembra giusto, poter, in qualche modo, restituire la gentilezza che noi stessi abbiamo ricevuto.
Non tutti, ovviamente, approdano a noi attraverso il blog, ma questo non fa per noi alcuna differenza.
La differenza la fa l'educazione, infatti noi non ci apettiamo mai di essere ringraziati (cosa che invece avviene nel 99% dei casi e che ci imbarazza persino un po'), ma un po' di educazione, quella è per noi fondamentale.

E questa storia parla proprio di questo... e non solo.

Dal corso di italiano che frequentano i nostri figli (per saperne di più sui nostri tentativi di bilinguismo cliccate qui ) mio marito (Sì, perchè la colpa è tutta sua) un giorno mi chiama e mi chiede se posso dare due informazioni veloci sul sistema scolastico tedesco a una “Signora”.

Mi passa la “Signora” al telefono e lei mi chiede con semplicità “Come funziona il sistema scolastico tedesco?”.

Cara “Signora” siccome ci si potrebbe scrivere un volume della Treccani a riguardo che cosa le interessa nel particolare?”

Lei mi risponde che lei e la sua famiglia sono qui da quasi tre anni (sì, quasi tre anni), hanno un figlio di 10 anni e una piccola. Il bambino ha frequentato qui la terza e la quarta elementare (come Tommaso insomma), ma, poiché il suo tedesco alla fine delle elementari non era sufficiente la scuola ha consigliato un anno in una classe internazionale per approfondire la conoscenza della lingua tedesca, prima di essere inserito in una classe regolare. Esistono classi internazionali anche all'interno delle scuole superiori tedesche, ma, siccome nessuno di loro conosce una parola di tedesco (dopo tre anni, non hanno mai ritenuto necessario fare un corso...forse ora... Chissà), né di inglese, non si sono informati e la scuola è subentrata, mandando il bambino in una scuola dove esistono solo classi internazionali, non permettendo, quindi, l'inserimento diretto nel regolare corso di studi (tutto questo l'ho scoperto io dopo).
Ora, la scuola in cui è il bambino attualmente si è fatta carico di trovargli un posto in una scuola professionale, ma la “Signora” non è felice di questa scelta perchè vorrebbe “qualcosa di più per il figlio” (lascio a voi ogni commento), magari un Gymnasium, che non sa di preciso che cos'è ma le hanno detto che è buono.
In particolare vorrebbe iscrivere la figlia ad una scuola di cui una conoscente le ha parlato bene.
La scuola in questione è, in effetti, un'ottima scuola ed è una Gesamtschule (di quelle con il percorso professionale e ginnasiale insieme, per intenderci) per cui è sempre molto richiesta.
Inoltre, le faccio notare, che siamo a Giugno e le iscrizioni erano a Novembre.
Le suggerisco, comunque, di fare un tentativo e telefonare, ma, siccome non sanno una parola di tedesco alla fine mi offro di farlo io e di prendere anche un eventuale appuntamento.
Lei rincara la dose e mi chiede anche di accompagnarla. E va bene ho fatto trenta... Ho, però, bisogno della pagella che lei non ha (ovviamente), quindi aspetto la foto della pagella (che le devo ricordare) e poi mi attivo.
Purtroppo, come sospettavo, non ci sono posti neppure in lista d'attesa.
Allora, sempre su richiesta della “Signora”, che ora è tutta in ansia per il futuro di suo figlio e si lamenta del sistema tedesco che non si prende cura degli stranieri (avrei voluto saltarle agli occhi), cerco informazioni sulla scuola dove il bambino ha il posto, che pare comunque una buona scuola e gliele riferisco in un ulteriore telefonata.

Già così sarebbe più che sufficiente... ma non finisce qui.

A domani la seconda parte.


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